Città del Vaticano , 20 December, 2018 / 2:00 PM
La Messa della vigilia di Natale a Baghdad. Il passaggio in Kurdistan. La messa a Qaraqosh, liberata dall’Isis. Sono questi gli appuntamenti principali di una densa quattro giorni che il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, avrà in Iraq. E forse, come è successo altre volte durante questo pontificato, il viaggio del Segretario di Stato vaticano sarà una sorta di prova generale per una possibile visita di Papa Francesco, per il quale c’è già un invito, e persino un itinerario.
Di certo, la decisione del Cardinale Parolin di trascorrere e celebrare il Natale nell’Iraq da poco liberato, ma con sempre grandi problemi, è un segno di vicinanza forte, e rappresenta anche quella sollecitudine che ha avuto Papa Francesco per la Chiesa di Iraq, dove ha mandato anche un suo inviato speciale, il Cardinale Fernando Filoni, quando gli attacchi dell’ISIS erano diventati intensi.
Quale il programma del viaggio del Segretario di Stato? A Baghdad, il Cardinale Parolin iocontrerà i rappresentanti del governo e i rappresentanti delle Chiese di Oriente. La Messa della vigilia di Natale sarà concelebrata nella cattedrale caldea insieme al Cardinale Louis Rafael Sako, patriarca di Babilonia de Caldei
Ma l’inizio della visita sarà dedicato alla visita alla Chiesa siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza, dove nel 2010 decine di fedeli e due sacerdoti vennero massacrati durante la Messa pomeridiana da un commando terroristico. Sarà lì che il Cardinale Parolin assisterà al rito dell’accensione del fuoco che simboleggia la nascita di Gesù.
Il 25 dicembre, giorno di Natale, il Cardinale Parolin farà visita a varie organizzazioni caritatevoli, ma anche a luoghi simbolo della capitale irachena. Il 26 dicembre, il Cardinale si recherà ad Erbil, nella zona che fu oggetto della prima grande ondata di profughi fuggiti da Mosul una volta che l’ISIS aveva occupato l’area. Lì incontrerà esponenti del governo della provincia autonoma del Kurdistan iracheno, e poi partirà per visitare la Piana di Ninive. A Qaraqosh, città occupata e poi liberata, il cardinale celebrerà Messa, Il 28 dicembre è previsto il ritorno a Roma.
La visita del Cardinale segna un momento importante per la Chiesa irachena, impegnata in una difficile opera di ricostruzione. Importante è stato l’incontro di papa Francesco con il presidente iracheno Barham Salih in Vaticano lo scorso 24 novembre, in cui fu discusso a lungo il contributo che possono dare i ristiani.
Nel messaggio di Natale della Chiesa caldea, si parla del processo di rinnovamento cui è chiamato ogni cristiano, nonistante il male che alberga dell’uomo, e si invitano i cristiani a praticare tutti sacramenti della Chiesa, ma anche a seguire gli insegnamenti della Chiesa con “impegno quotidiano, sforzo, coraggio, lavoro uro”.
Il Patriarcato caldeo ha anche sottolineato che “attraverso la testimonianza della nostra fede, preghiere, amore e contributo alla rinascita della nostra nazione, la nostra società e il nostro mondo”, ci si troverà a cantare con gli angeli.
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