Città del Vaticano , 24 November, 2018 / 12:38 AM
Con “la vostra presenza avete risvegliato il Vaticano! È bello ascoltare le vostre melodie e percepire la gioia e la serietà con cui date voce tutti insieme alla bellezza della nostra preghiera”. Così Papa Francesco ha salutato stamane i partecipanti al III Incontro Internazionale delle Corali.
Musica e canto - ha detto il Papa - “sono un vero strumento di evangelizzazione nella misura in cui vi rendete testimoni della profondità della Parola di Dio che tocca il cuore delle persone, e permettete una celebrazione dei sacramenti, in particolare della santa Eucaristia, che fa percepire la bellezza del Paradiso. Non fermatevi mai in questo impegno così importante per la vita delle nostre comunità; in questo modo, con il canto date voce alle emozioni che sono nel profondo del cuore di ognuno”.
“Il Concilio Vaticano II - ha aggiunto Francesco - realizzando il rinnovamento della liturgia, ha ribadito che la tradizione musicale della Chiesa costituisce un patrimonio di inestimabile valore. È proprio così. Penso alle tante tradizioni delle nostre comunità sparse per il mondo intero, che fanno emergere le forme più radicate nella cultura popolare, e che diventano anche una vera preghiera. La pietà popolare è il sistema immunitario della Chiesa. Attraverso queste musiche e canti si dà voce anche alla preghiera e in questo modo si forma una vera corale internazionale, dove all’unisono sale al Padre di tutti la lode e la gloria del suo popolo”.
La presenza delle corali testimonia - ha proseguito il Pontefice - “l’universalità della Chiesa e le sue diverse tradizioni. Il vostro canto e la vostra musica, soprattutto nella celebrazione dell’Eucaristia, rendono evidente che siamo un solo Corpo e cantiamo con una sola voce la nostra unica fede. Anche se parliamo lingue diverse, tutti possono comprendere la musica con cui cantiamo, la fede che professiamo e la speranza che ci attende”.
Bisogna fare attenzione tuttavia - ha concluso - al “protagonismo che offusca il vostro impegno, e umilia la partecipazione attiva del popolo alla preghiera. Non fate la prima donna! Siate animatori del canto di tutta l’assemblea e non sostituitevi a essa, privando il popolo di Dio di cantare con voi e di dare testimonianza di una preghiera ecclesiale e comunitaria. Io mi rattristo quando in alcune cerimonie si canta bene, ma la gente non può cantare… è una cosa strana… Non svalutate le altre espressioni della spiritualità popolare. La musica sia uno strumento di unità per rendere efficace il Vangelo nel mondo di oggi, attraverso la bellezza che ancora affascina e rende possibile credere affidandosi all’amore del Padre”.
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