Città del Vaticano , 19 November, 2018 / 4:00 PM
Sarà “Servitore di speranza” il motto del viaggio di Papa Francesco in Marocco. Il Papa sarà nel Paese maghrebino il 30 e 31 marzo 2019, come è stato annunciato qualche giorno fa. Per il logo, si dovrà ancora aspettare: la Conferenza Episcopale del Paese ha organizzato un concorso per realizzare un logo della visita apostolica del Papa.
Il motto “Serviteur d’Esperance. Visite apostolique du Pape François” si deduce proprio dal regolamento del concorso, che chiede a quanti partecipano di rispettare alcuni criteri. Tra questi, la scelta dei colori rosso, verde, giallo e bianco, che sono i colori del Marocco e del Vaticano.
“Servitori della speranza” era anche il titolo della Lettera Pastorale della Conferenza Episcopale del Nord Africa (CERNA), che riunisce i vescovi di Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Sahara Occidentale.
La lettera fu consegnata a Papa Francesco durante la visita ad limina dei vescovi della regione nel marzo 2015. La lettera prendeva le mosse dalla “dinamica delle primavere arabe”, nonché “le questioni di sicurezza regionali e mediorientali, la crisi economica europea e le migrazioni provenienti dall’africa subsahariana” che portavano nuove sfide nella regione, e che mettevano in causa anche “uno sguardo di speranza originato dalle primavere arabe”, considerando che il processo di democratizzazione è “un fenomeno lungo”.
Tra gli impegni dei “servitori della speranza”, quello di essere coinvolti nel “dialogo di vita” con i musulmani e nel farsi “Chiesa cittadina” che intende apportare il suo contributo alla vita e alla costruzione della società, senza militanza politica, né ricercata né desiderata”.
Questo dialogo con l’Islam è particolarmente presente in Marocco, dove i cattolici sono circa 30 mila a fronte di una popolazione di più di 31 milioni e mezzo di persone, quasi tutte di religione musulmana.
Ma è stato anche in Marocco, nello stadio di Casablanca, che il 19 agosto 1985 Giovanni Paolo II incontrò i giovani musulmani, in una iniziativa di dialogo senza precedenti. A loro, San Giovanni Paolo II spiegò che sì, cristiani e musulmani si sono generalmente mal compresi, e anche “qualche volta, in passato, ci siamo opposti e anche persi in polemiche e guerre”, ma abbiamo “molte cose in comune, come credenti e come uomini. Viviamo nello stesso mondo, solcato da numerosi segni di speranza, ma anche da molteplici segni di angoscia”.
Lo stesso segnale di dialogo vorrà presumibilmente lanciare Papa Francesco, che già nella sua visita in Egitto aveva gettato ponti di dialogo con il mondo musulmano, certificato anche dalle varie visite dell’imam di al Azhar al Tayyeb in Vaticano, ma anche da iniziative come il viaggio del Cardinale Jean Louis Tauran in Arabia Saudita lo scorso aprile.
In una lettera inviata ai circa 30 mila cristiani del Marocco, l’arcivescovo Cristobal Lopez di Rabat, salesiano, ha definito la visita del Papa come “una occasione magnifica per manifestare e vivere la nostra comunione con il vescovo di Roma”.
L’arcivescovo Lopez ha sottolineato che “il Papa viene in risposta all’invito di Sua Maestà, re Mohammed VI, e della Chiesa che è pellegrina in Marocco”, e farà visita “al popolo marocchino e alla comunità ecclesiale, compresi i numerosi fratelli che sono di passaggio e che migrano faticosamente verso l’Europa e in situazioni di grande difficoltà”.
L’arcivescovo di Rabat ha aggiunto che il Papa “vuole entrare in contatto con il popolo marocchino e le sue autorità, soprattutto Sua Maestà il Re, in uno spirito di dialogo interreligioso islamo-cristiano che entrambi vogliono promuovere”, ma ricorda anche che “scopo principale della visita di Papa Francesco è di confermarci nella fede”.
L’arcivescovo Lopez spiega che il programma non è ancora stabilito, che di certo ci sarà una celebrazione della Messa per tutti i cristiani, e ha invitato i cristiani a prepararsi e “pregare ogni giorno, personalmente, in parrocchia, in gruppo e in famiglia, per la buona riuscita di questo viaggio papale”.
Possibile che nel programma del viaggio rientrerà anche una visita in qualche attività di soccorso e aiuto ai migranti sub sahariani che arrivano nel Paese.
La possibilità di un viaggio di Papa Francesco in Marocco era stata ventilata dopo l’udienza concessa da Papa Francesco all’arcivescovo Vito Rallo, nunzio apostolico nel Paese, lo scorso 27 settembre. C’era stato anche un invito perché il Papa partecipasse all’incontro di Marrakech il prossimo 10 e 11 dicembre, durante il quale si discuteranno gli accordi globali sulle migrazioni. Ma il Papa aveva risposto negativamente a questo invito arrivato direttamente dal Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. A Marrakech ci sarà invece una delegazione guidata dal Segretario di Stato, il Cardinale Pietro Parolin.
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