Auspico "sempre nuovi traguardi nel servizio della persona e nel progresso della scienza medica in costante riferimento ai perenni valori umani e cristiani, cercando di rispondere al massimo della povertà quale è la situazione del bambino con grave patologia, con il massimo dell’amore, diffondendo un concetto di scienza che si fa servizio e non seleziona". Così Papa Francesco in un messaggio - a firma del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin - inviato ai partecipanti al convegno ‘Custodire la vita. L’hospice perinatale, una risposta assistenziale, etica e scientifica alla diagnosi prenatale’ al via al Policlinico Agostino Gemelli di Roma
“Oggi sono molte le istituzioni impegnate nel servizio alla vita, a titolo di ricerca o di assistenza; esse promuovono non solo azioni buone, ma anche la passione per il bene. Ma ci sono anche tante strutture preoccupate più dell’interesse economico che del bene comune”.
“Per Benedetto XVI, l’attenzione nei confronti della dignità della vita, già a partire dai suoi inizi fino al suo termine naturale, è la condizione necessaria affinché la vita, che per gli uomini è un bene inviolabile di cui non si può disporre a proprio piacimento, venga percepita ed accettata come un dono del Creatore. La vita, in quanto dono di Dio, ha la propria dignità e la propria inviolabilità - così afferma Benedetto in altri interventi - ed entrambe queste qualità non possono essere messe in discussione sia per chi soffre, che per chi è portatore di handicap e per chi non è ancora nato. La dignità della vita è insita nella natura umana. E da ciò emergono i diritti e i doveri dell’uomo sia nei confronti del prossimo, quando lo si incontra concretamente, sia nei confronti della società, intesa come tessuto sociale in cui si muovono gli individui”. Lo ha ricordato il Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Gerhard Muller, nel corso di un intervento dedicato alla teologia della vita nell’opera di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI.
“Vi incoraggio a proseguire la vostra importante opera in favore della vita dal concepimento al suo naturale tramonto, tenendo conto anche delle sofferte condizioni che tanti fratelli e sorelle devono affrontare e a volte subire. Il vostro non è solo un servizio sociale, pur doveroso e nobile. Per i discepoli di Cristo, aiutare la vita umana ferita significa andare incontro alle persone che sono nel bisogno, mettersi al loro fianco, farsi carico della loro fragilità e del loro dolore, perché possano risollevarsi”. Lo ha detto il Papa stamane incontrando in Vaticano i partecipanti al convegno dei Centri di Aiuto alla Vita.
Il Movimento per la vita considera l’ideologia gender un attacco portato alle radici stesse della vita oltre che il più pericoloso attentato alla famiglia, fondamento della società tutelato dalla Costituzione. «In particolare» spiega l’on. Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento «siamo in allarme per la possibilità che attraverso il progetto di legge Cirinnà sulle unioni civili possa essere introdotto un nuovo istituto giuridico che i trattati europei non ci impongono, ma che, una volta adottato, creerà le condizioni per una totale equiparazione per via giudiziaria al matrimonio, non essendo accettabili per l’Europa regimi diversificati e discriminatori
Torna l’appuntamento con il Convegno degli Sposi cristiani, evento ormai tradizionale per il Santuario di Pompei, giunto alla XVIII edizione e in programma il prossimo 7 giugno, Solennità del Corpus Domini. Al centro dei lavori, il tema spinoso della tutela dei bambini e degli anziani, e di ogni uomo e ogni donna, in una comunità umana dove, sempre di più, sembra aver perso valore il diritto primordiale alla vita.
A Roma si è svolto il convegno organizzato per i dieci anni di Scienza e Vita. Ad aprire i lavori l'intervento del Presidente della Cei, Cardinale Angelo Bagnasco.
“Siamo coscienti che negli ultimi venti anni sono avvenuti molti cambiamenti nella nostra cultura europea, e non sempre per il meglio, per cui la vita umana è sempre più compromessa.” Parole di Marek Jędraszewski, Arcivescovo di Lodz e Presidente della Commissione CCEE “Catechesi, Scuola, Università” che nel suo intervento al Congresso sulla Pastorale universitaria in Europa. Prendendo spunto dal ventesimo anniversario dell’Enciclica di Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae l’arcivescovo ha spiegato che “deve crescere sia la consapevolezza della Chiesa in quanto ‘popolo della vita’ sia la sua responsabilità, affinché in virtù della sua testimonianza cresca ‘un popolo per la vita’ – ‘un popolo pro life’ nel mondo, ma soprattutto in Europa.”
C’è “corrispondenza tra liturgia e vita”, quella “celebrazione liturgica che poi io porto nella mia vita; e su questo si deve andare ancora più avanti, si deve fare ancora tanto cammino”. Ecco perché c’è bisogno di un “culto autentico”: è “un richiamo che vale per ogni epoca e anche oggi per noi. Quella corrispondenza tra liturgia e vita. La liturgia non è una cosa strana, là, lontana, e mentre si celebra io penso a tante cose, o prego il rosario. No, no”. Fa riferimento alla riforma più visibile del Concilio, papa Francesco, e a cinquant’anni da quel 7 marzo 1965, come Paolo VI, torna nella parrocchia romana di Ognissanti per ricordare la prima messa in lingua corrente celebrata proprio in quel tempio sulla via Appia nuova.
Monito del Pontefice: 'Uno Stato non può pensare di guadagnare con la medicina'
Il Papa: 'Grazie ai progressi della medicina la vita si è allungata: ma la società non si è allargata alla vita'