Sullo sfondo il mare, e qualche chilometro più in là il porto da cui partì suo padre per l’Argentina, dando inizio ad una nuova storia della famiglia. E Papa Francesco non può non pensare al mare nella sua omelia, chiedendo a tutti di “gettare ogni giorno l’ancora in Dio”, perché la nostra vita è simile “ad una nave carica di merci”. Un peso che il Papa non esita a chiamare “male di vivere”.
Affrontare la vita contemporanea che “non è in strada, ma in fretta”. La necessità di stare in strada, e la paura del “prete statico”, che fa “tutto ad orario”. La fraternità, una parola che “non si quota nella borsa dei valori”, e il rischio che diventa “più importante l’ideologia della fratellanza”. La “diocesanità”, ovvero quella porzione del popolo di Dio “che ha faccia”. La crisi delle vocazioni, che è trasversale.
Il Papa ha incontrato in cattedrale il clero genovese, una occasione per fare il punto sulla situazione della diocesi.
La città di Genova, il suo mare e l'intera Arcidiocesi, di cui la Cattedrale di San Lorenzo è la Chiesa madre, sono avvolti dall'abbraccio di Papa Francesco. E’ questo ciò che rappresenta il logo della visita di Papa Francesco a Genova, il 27 maggio. Una visita breve ma intensa, nello stile del Papa argentino. Undici ore di presenza nella capitale ligure e quattro principali incontri.