Udienza privata del Papa al Ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, lo Sceicco Abdallah Ben Zayed Al Nahyan.
“Anche se è nascosta la dignità emerge sempre”. Papa Francesco si dice entusiasta della modernità delle città degli Emirati, degli sviluppi di un “paese che guarda il futuro” e aperto, con un “un islamismo aperto, non chiuso, di dialogo, un islamismo fraterno e di pace”.
Che le attività della sinagoga di Dubai siano divenute pubbliche non è per niente scontato. Perché, per quanto gli Emirati Arabi Uniti siano un Paese della tolleranza e la piccola comunità ebraica non abbia mai avuto problemi, c’era sempre stata una certa discrezione, dovuta al fatto che in molti, negli Emirati Arabi, fossero filo palestinesi, e poi anche ai rapporti tra Emirati Arabi Uniti e Israele.
E' la più grande Messa pubblica mai celebrata nella Penisola Arabica quella presieduta oggi dal Papa allo Zayed Sports City di Abu Dhabi. Una celebrazione, quella odierna, dedicata alla pace e alla giustizia a cui partecipano cattolici di un centinaio di nazionalità diverse e circa 4.000 musulmani.
E' iniziata l'ultima giornata negli Emirati Arabi Uniti di Papa Francesco, una giornata dedicata alla comunità cattolica. Il Papa si è recato in forma privata alla Cattedrale di Saint Joseph, ad Abu Dhabi, accompagnato dal Vicario Apostolico per l'Arabia Meridionale, Monsignor Paul Hinder.
La richiesta, forte, è che tutti “cessino di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, alla violenza, all’estremismo e al fanatismo cieco”, e che “smettano di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppressione”. E viene direttamente da Papa Francesco e dal Grande Imam di al Azhar Ahmed al Tayyib, in una dichiarazione congiunta firmata al termine dell’incontro interreligioso.
Le religioni come costruttori di ponti e come voci degli ultimi, chiamate a bandire la parola guerra e negare la violenza in nome di Dio, a proteggere la vita umana, a operare per la pace: Papa Francesco parla all’incontro sulla Fraternità Umana organizzato negli Emirati Arabi Uniti, per delineare il suo modello di dialogo, caratterizzato da un maggiore impegno delle religioni.
Salve di cannone, aerei da caccia che lasciano scie bianche e gialle nel cielo senza nuvole, cavalieri in divisa attraverso una lunga strada lastricata, antichi rituali uniti ad una architettura che sa di fantascienza.
E’ una vista davvero particolare quella di Papa Francesco ad Abu Dhabi.
Sono due mani che si cercano, in segno di cooperazione e unità, a costituire il logo dell’incontro della Fraternità Umana che si tiene ad Abu Dhabi il prossimo 4 febbraio. È lì che andrà Papa Francesco. E ci sarà anche lo sceicco Ahmed al Tayyeb, grande imam di al Azhar. Sarà il quinto incontro tra i due.
Gli Emirati Arabi Uniti sono una "terra che cerca di essere un modello di convivenza, di fratellanza umana e di incontro tra diverse civiltà e culture, dove molti trovano un posto sicuro per lavorare e vivere liberamente, nel rispetto delle diversità". Lo ha detto il Papa nel videomessaggio registrato in occasione del prossimo viaggio negli Emirati che si terrà dal 3 al 5 febbraio.
Il programma completo della visita di Papa Francesco ad Abu Dhabi sarà pubblicato prima di Natale, ma si sa già che il Papa celebrerà messa il 5 febbraio 2019. Lo annuncia il vescovo Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia del Sud, in una lettera ai fedeli pubblicata sul sito del Vicariato.