C’è stato chi, per diverso tempo, abbia dibattuto se l’UC Louvain dovesse mantenere la C del suo nome. Ovvero, se potesse ancora dirsi cattolica. Succedeva nemmeno troppo tempo fa, quando nel 2016 l’Università sospendeva i corsi di un suo professore reo – come fa Papa Francesco oggi - di aver sottolineato a lezione che “l’aborto è un omicidio”, oppure quando nel 2009 nei laboratori dell’università si cominciava a sperimentare su embrioni coltivati in vitro a condizione che questo non fosse fatto per scopo commerciale. Di certo, ora la domanda circolerà di nuovo, dopo il botta e risposta che c’è stato con Papa Francesco, il quale avrebbe, durante il suo discorso all’università lo scorso 28 settembre, ribadito una posizione riduttiva del ruolo della donna.
Raccontano che il miracolo più grande di Re Baldovino sia quello di aver trovato una moglie che ne condividesse la fede cattolica come Fabiola. E, in effetti, il re del Belgio aveva chiesto alla Madonna di Lourdes di “risolvere la questione del suo matrimonio”, quando, già trentenne e con quindici anni di regno alle spalle, non si era ancora sposato. Pochi anni fa, fu rivelato che il re andò con la moglie Fabiola a Loreto proprio mentre si discuteva la legge di depenalizzazione dell’aborto che non voleva firmare, e che si rivolse alla “Madonna nera” della Santa Casa per trovare una soluzione. C’è, insomma un filo rosso legato a Maria nella vita del re che per coraggio fece il gran rifiuto, e trovò un escamotage costituzionale per rimanere sospeso dalle sue prerogative di re nel giorno in cui veniva definitivamente approvata la legge sull’aborto. Una legge che lui non avrebbe mai e poi mai voluto promulgare.
Forse la risposta più dura di Papa Francesco nel volo di ritorno dal Belgio è quella che riguarda la questione del ruolo della donna. È una reazione dura al comunicato dell’Università Cattolica di Lovanio, la UC Louvain, di lingua francese, diffuso subito dopo le sue parole il 28 settembre, che lamentava una posizione “conservatrice” sul ruolo della donna e chiedeva apertura sui ministeri ordinati. Un documento “immorale”, dice Papa Francesco, perché pre-preparato prima di ascoltare quello che ha detto. E il Papa ribadisce poi l’importanza del ruolo della donna e la differenza tra ministero mariano e ministero petrino, di fatto chiudendo ad ogni possibile ministero ordinato sul ruolo delle donne.
“Al mio rientro a Roma avvierò il processo di beatificazione di Re Baldovino. Che il suo esempio di uomo di fede illumini i governanti. Chiedo che i vescovi belgi si impegnino per portare avanti questa causa". Papa Francesco, dopo aver visitato la tomba del re che rifiutò di firmare la legge sull’aborto nel 1990, annuncia che darà una nuova spinta alla causa di beatificazione del re, iniziata nel 1995.
Il Vangelo del giorno è quello in cui Gesù dice che sarebbe meglio che chi scandalizza uno dei piccoli metta una macina da mulino al collo e sia gettato in mare, ed è l’occasione per Papa Francesco di ricordare che “scandalizzare” significa “ostacolare il cammino dei piccoli” – e sono parole che non possono cadere nel vuoto in un Belgio scosso dallo scandalo degli abusi. Ma Papa Francesco conclude parlando di testimonianza, guardando ad un esempio silenzioso, Anna di Gesù, mistica carmelitana che per sua scelta non ha lasciato niente di scritto e che Papa Francesco ha beatificato oggi. E, soprattutto, il Papa chiede di riprendere in mano il Vangelo della misericordia per costruire un futuro degno.
A Louvain-la-Neuve, l’università cattolica lavora a pieno ritmo e gli studenti hanno preparato da diverso tempo le questioni da portare all’attenzione di Papa Francesco. E questi, che la visita ne penultimo giorno del suo viaggio in Belgio, ascolta con attenzione i temi preparati, resta colpito in particolare dalla questione che riguarda il futuro e l’angoscia, ma nota anche che è “violento e arrogante il male che distrugge l’ambiente e i popoli”. E mette in luce le grandi sfide, da quella dell’eugenetica a quella dei nuovi sviluppi dell’intelligenza artificiale, chiedendo di scegliere tra manipolare la natura o coltivare la natura. Con una sottolineatura: lo studio ha senso solo quando si cerca la verità.
Andando a Bruxelles, Papa Francesco non va solo nella “capitale dell’Europa”. Va nell’unica città al mondo in cui si trovano tre direzioni dei gesuiti. Una città dai tre volti – quello francofono, quello di lingua neerlandese, quello europeo – dove i gesuiti lavorano su più fronti, anche facendo lobbying nelle istituzioni europee.
La visita alla tomba di re Baldovino, scomparso nel 1993, non è solo l’occasione per Papa Francesco di venerare un re profondamente cattolico, la cui causa di beatificazione è stata aperta nel 1995. È anche l’occasione di ribadire il suo no all’aborto, e di – come riferisce la Sala Stampa della Santa Sede – esortare “i belgi a guardare a lui in questo momento in cui si fanno strada leggi criminali, auspicando che proceda la sua causa di beatificazione”.
Il mandato di Papa Francesco per la Chiesa in Belgio consiste, nel suo classico stile, in tre parole: evangelizzazione, gioia e misericordia. Tre parole il cui significato Papa Francesco ha descritto durante il suo incontro con religiosi, religiose, sacerdoti, vescovi e seminaristi nel santuario di Koekelberg. E sottolinea che il processo sinodale deve essere “ritorno al Vangelo” non avere come obiettivo qualche riforma alla moda.
Più di due ore di incontro, con 17 vittime di abusi sessuali, nella nunziatura di Bruxelles. Dopo aver esclamato a gran voce la vergogna per gli abusi nella Chiesa nel discorso al corpo diplomatico, nella sera del 27 settembre Papa Francesco ha compiuto l’atteso incontro con le vittime di abusi in Belgio.
Dal 1968, l’Università Cattolica di Lovanio è divisa in due entità. La Katholieke Universiteit Leuven, di lingua fiamminga, e l’Universitè Catholic de Louvain, di lingua francese, e la seconda è stata insediata in una nuova cittadella, Louvain-la-Neuve. Ma nascono come una sola entità, uno studio voluto da Papa Martino V nel 1425, che comincia quest’anno accademico il 600esimo anno di vita. In visita all’università, Papa Francesco chiede di allargare i confini della conoscenza, in un mondo in cui la ricerca della verità sembra essere messa da parte.
Due temi. Il primo è la promozione della pace, di cui il Belgio si deve fare portatore come nazione ponte, cuscinetto tra Germania e Francia e centro delle istituzioni europee proprio per il suo essere a cavallo dei due mondi. Il secondo è il dramma delle adozioni forzate in Belgio, perché dal 2015 è venuta alla luce la sistematica sottrazione di bambini da madri incinte e non sposate, destinati a famiglie adottive, per un totale di circa 30 mila bambini. Un dramma che si consumava anche in case religiose, e che è durato incredibilmente fino agli Anni Ottanta, sul quale i vescovi belgi si sono ora impegnati a fare tutto il possibile. E un terzo tema, che diventa più forte nel momento in cui il Papa parla a braccio: gli abusi, che sono "la nostra vergogna e la nostra preoccupazione", una questione "da risolvere".
Tra i testimoni sulla fede che restano sullo sfondo del viaggio di Papa Francesco in Belgio, c’è un abate benedettino, che si chiama Dom Pierre-Célestine. Tuttavia, il suo nome secolare era Lou Tseng-Tsiang, rampollo di una facoltosa famiglia cinese, che aveva scalato la carriera diplomatica fino ad essere parte delle delegazione di Pechino alla Conferenza di Pace di Parigi, dopo la I Guerra Mondiale. Sposato, senza figli, rimasto vedovo, decise di rimanere in Europa e di diventare frate benedettino. E così, la sua esistenza, iniziata a Shanghai nel 1871, finì a Bruges nel 1949, al termine di una vita molto lunga che sembra essere il riassunto di molteplici vite.
Servizio, missione e gioia: sono le tre parole chiave, il mandato di Papa Francesco per la piccola comunità cattolica di Lussemburgo, che incontra nella Cattedrale di Notre Dame prima di partire e continuare il suo viaggio verso Bruxelles.
Non solo la “responsabilità della ricchezza”, un tema centrale in un Paese propsero come il Lussemburgo, e la questione dell’accoglienza ai migranti, sempre al centro del pontificato di Papa Francesco. Ma anche la responsabilità della pace, appello da lanciare nel piccolo Granducato al centro dell’Europa che si è ricostruito dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale ed è stato parte di quel processo di costruzione europea che aveva proprio l’intesa di portare la pace nel vecchio continente. Ed è da qui che Papa Francesco fa un appello contro “la sclerosi” della memoria, che emerge in nuovi conflitti in Europa – e il pensiero indiretto non può non essere all’Ucraina – e che riporta agli errori del passato.
Tra i membri della società civile invitati a incontrare Papa Francesco a Laachen, nella residenza dei reali del Belgio, ci sarà anche padre Jeroom Heyndrickx. Classe 1931, missionario dinamico, dal 1981 è direttore della cellula della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria in Cina. È stato anche membro della commissione vaticana sulla Cina dal 2008 al 2013, ha visitato la Cina in innumerevoli occasione, ha favorito la venuta di vescovi cinesi sul suolo europeo.
Non è un Paese cristiano, e statisticamente i non credenti siano di poco la maggioranza. È un Paese che vive il benessere, ma anche le grandi diseguaglianze sociali. In cui la ricchezza rischia di sviluppare un pragmatismo senza cuore. In cui la fede deve trovare nuovi linguaggi per essere presente.
Non sarà un viaggio dai temi politici, e non sarà un viaggio nelle istituzioni europee. Quello di Papa Francesco in Belgio e Lussemburgo nasce come un viaggio pastorale, con una occasione precisa: i 600 anni dell’Università Cattolica di Lovanio, stabilita da Martino V nel 1425. Una occasione che è il centro della visita, e che va a toccare anche le divisioni della società belga, perché Lovanio dal 1968 è diventata due università: la Katholieke Universiteit Leuven, di lingua fiamminga, e la Université Caholique de Louvain, di lingua francese, con sede a Louvain-la-Neuve.Papa, una cittadina costruita proprio per dare una sede a questo nuovo campus. Ma sarà anche un viaggio che culminerà con la beatificazione di Anna da Gesù, una mistica carmelitana, e poi incontri con i rifugiati e con le vittime di abusi.
Un viaggio in Lussemburgo e Belgio, una visita pastorale soprattutto focalizzata sulle celebrazioni per i 600 anni dell’Università Cattolica di Lovanio, ma che ha aggiunto una tappa nel piccolo Lussemburgo. Papa Francesco continua il suo tour delle periferie d’Europa andando nel centro dell’Unione, in due Paesi che sono fondatori della Comunità Europea e sede delle comunità europee, ma dove ormai il cattolicesimo, per quanto sia maggioranza formale, non ha più una grossa presa sulla società. Ma quale è la storia dei rapporti diplomatici tra queste due nazioni e la Santa Sede?