"È in corso una guerra e credo sia un errore pensare che sia un film di cowboy dove ci sono buoni e cattivi. Ed è un errore anche pensare che questa è una guerra tra Russia e Ucraina e basta. No: questa è una guerra mondiale".
Papa Francesco in Piazza San Pietro incentra la sua meditazione sul suo recente viaggio in Kazakhstan in occasione del settimo Congresso dei Leaders delle Religioni Mondiali e Tradizionali.
La Cina, con il dialogo che va avanti a ritmi lenti. La posizione sull’eutanasia, che il Papa definisce senza mezzi termini un omicidio. Ma anche la valutazione della situazione in Nicaragua, la questione dei giovani tedeschi e della convivenza tra cristiani e musulmani che si trova in Kazakhstan, la negazione della guerra, il tema della “guerra mondiale” in corso, a partire dall’Ucraina, ma con uno sguardo anche sul Caucaso, sul Corno d’ Africa e sugli altri conflitti aperti in Myanmar, Eritrea, Siria. Conferenza stampa a tutto campo di Papa Francesco di ritorno dal Kazakhstan, un Paese che lo ha particolarmente impressionato, e di cui loda il Congresso che si tiene da vent’anni, segno che c’è “lungimiranza”, nota Papa Francesco.
Si conclude il viaggio di Papa Francesco in Kazakhstan. Siamo giunti alla "cerimonia di congedo" dal Paese che ha accolto i leader religiosi di tutto il mondo dal 13 al 15 settembre.
Si sta per concludere il Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali che ha visto la partecipazione di Papa Francesco in Kazakhstan. Oggi, nel Palazzo dell’Indipendenza, ha luogo la lettura della dichiarazione finale. "Grazie per aver vissuto intensamente questi giorni di condivisione, lavoro e impegno nel segno del dialogo, ancora più preziosi in un periodo tanto difficile, su cui grava, oltre alla pandemia, l’insensata follia della guerra", dice subito il Pontefice.
"È il compito peculiare della Chiesa in questo Paese: non essere un gruppo che si trascina nelle cose di sempre o si chiude nel suo guscio perché si sente piccolo, ma una comunità aperta al futuro di Dio, accesa dal fuoco dello Spirito".
"Che cosa deve accadere ancora, quanti morti bisognerà attendere prima che le contrapposizioni cedano il passo al dialogo per il bene della gente, dei popoli e dell’umanità? L’unica via di uscita è la pace e la sola strada per arrivarci è il dialogo".
Parlare di Croce a Cristiani figli delle persecuzioni è stato il grande momento per Papa Francesco e la Chiesa in Kazakistan.
Ci sarà un secondo incontro di Papa Francesco con il Patriarca di Mosca Kirill, ma deve essere un incontro ben preparato, con un comunicato finale che abbia una certa importanza, e non può essere senz’altro un a margine. A colloquio con i giornalisti VAMP, che in pool ristretto seguivano gli incontri di Papa Francesco con i leader religiosi, il metropolita Antonij, a capo del Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, ha parlato dell’incontro con Papa Francesco, lamentando anche, ripetutamente, dell’annullamento dell’incontro tra il Papa e il Patriarca di Mosca previsto a Gerusalemme lo scorso giugno.
Il Kazakhstan è terra di missione, il presidente della Conferenza Episcopale dell’Asia Centrale è un missionario, il vescovo spagnolo José Mumbiela. Da quando entrerà in vigore il nuovo accordo tra Santa Sede e Kazakhstan, missionari, religiosi, personale ecclesiastico avranno meno difficoltà a ricevere il visto per portare avanti la loro attività pastorale nel Paese.
È l’ora di “destarsi da quel fondamentalismo che inquina e corrode ogni credo”. Ma è anche l’ora “di lasciare solo ai libri di storia i discorsi che per troppo tempo, qui ed altrove, hanno inculcato sospetto e disprezzo nei riguardi della religione, quasi fosse un fattore di destabilizzazione della società moderna”.
È un discorso che prende le mosse intorno alla dombra, il particolare strumento a corde kazako, quello con cui Papa Francesco comincia i suoi tre giorni di viaggio in Kazakhstan. Un discorso che chiede alla diplomazia di aprirsi al dialogo e all’incontro, secondo quella cultura dell’incontro che Papa Francesco ha sempre voluto caratterizzasse il suo pontificato.
Si è presentato ai giornalisti sorridente, camminando con il bastone nell’aereo per salutarli ad uno ad uno, come fa sempre, e nonostante il dolore al ginocchio. Papa Francesco ha cominciato il suo 38esimo viaggio internazionale del pontificato, arrivando oggi a Nur Sultan, capitale del Kazakhstan, dove tra poco incontrerà le autorità. E, in volo, al corrispondente di La Croix ha detto: “Sono pronto ad andare in Cina”.
Papa Francesco è in volo verso il Kazakhstan. Inizia dunque il suo 38esimo viaggio apostolico.
E’ il Kazakhstan, ex Repubblica Sovietica, la prossima meta di Papa Francesco che visiterà il Paese dal 13 al 15 settembre. Il Pontefice sarà a Nur-Sultan per partecipare al VII Congress of Leaders of World and traditional Religions.
Non ci sarà il Patriarca Kirill, e dunque non avverrà il secondo incontro tra il Papa e il Patriarca. Ma ci sarà il metropolita Antonij, nuovo capo del Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, ed è da aspettarsi un incontro tra lui e il Papa. Perché c’è una finestra, nel viaggio di Papa Francesco in Kazakhstan, destinata proprio agli incontri bilaterali con i leader religiosi.
Dal 13 al 15 settembre avrà luogo il viaggio apostolico di papa Francesco in Kazakhstan, che per varie ragioni si può definire storico. Il Papa ripercorrerà un itinerario del suo santo predecessore Giovanni Paolo II, giunto nel 2001 nella capitale kazaka Astana, oggi chiamata Nur-Sultan. Il pontefice polacco aveva trascorso tre giorni di incontri molti intensi, compreso un raduno con i giovani nell’università Eurasia, prima di recarsi in Armenia e concludere il viaggio con una gioiosa Messa nella sede della locale Chiesa apostolica a Echmjadzin.
Papa Francesco a Nur-Sultan, capitale del Kazakhstan, per un viaggio apostolico dal 13 al 15 settembre, in occasione del VII congresso dei leaders delle religioni del mondo e tradizionali, come annunciato dal direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni: “Accogliendo l’invito delle autorità civili ed ecclesiali, papa Francesco compirà l’annunciato viaggio apostolico in Kazakhstan, visitando la città di Nur-Sultan in occasione del VII Congress of Leaders of World and Traditional Religions”, con il motto ‘Messaggeri di pace e di unità’.
Una colomba con un ramo d’ulivo, le ali raffigurate come ali giunte. Il logo del viaggio di Papa Francesco in Kazakhstan si presenta così, mentre il motto è “Messaggeri di pace e unità”. Papa Francesco andrà in Kazakhstan dal 13 al 15 settembre, e parteciperà all’incontro per i Leader Mondiali delle Religioni di Nur Sultan.
"Questa visita è molto importante per la Chiesa cattolica, che rappresenta un piccolo gregge in Kazakistan, e per lo Stato. Tutto il Kazakistan aspetta il Papa con grande speranza, grandi preparativi sono in corso e anche la Chiesa attende con speranza perché ci aspettiamo una grande benedizione sia per la Chiesa che per la società."