“Al mio rientro a Roma avvierò il processo di beatificazione di Re Baldovino. Che il suo esempio di uomo di fede illumini i governanti. Chiedo che i vescovi belgi si impegnino per portare avanti questa causa". Papa Francesco, dopo aver visitato la tomba del re che rifiutò di firmare la legge sull’aborto nel 1990, annuncia che darà una nuova spinta alla causa di beatificazione del re, iniziata nel 1995.
Il Vangelo del giorno è quello in cui Gesù dice che sarebbe meglio che chi scandalizza uno dei piccoli metta una macina da mulino al collo e sia gettato in mare, ed è l’occasione per Papa Francesco di ricordare che “scandalizzare” significa “ostacolare il cammino dei piccoli” – e sono parole che non possono cadere nel vuoto in un Belgio scosso dallo scandalo degli abusi. Ma Papa Francesco conclude parlando di testimonianza, guardando ad un esempio silenzioso, Anna di Gesù, mistica carmelitana che per sua scelta non ha lasciato niente di scritto e che Papa Francesco ha beatificato oggi. E, soprattutto, il Papa chiede di riprendere in mano il Vangelo della misericordia per costruire un futuro degno.
A Louvain-la-Neuve, l’università cattolica lavora a pieno ritmo e gli studenti hanno preparato da diverso tempo le questioni da portare all’attenzione di Papa Francesco. E questi, che la visita ne penultimo giorno del suo viaggio in Belgio, ascolta con attenzione i temi preparati, resta colpito in particolare dalla questione che riguarda il futuro e l’angoscia, ma nota anche che è “violento e arrogante il male che distrugge l’ambiente e i popoli”. E mette in luce le grandi sfide, da quella dell’eugenetica a quella dei nuovi sviluppi dell’intelligenza artificiale, chiedendo di scegliere tra manipolare la natura o coltivare la natura. Con una sottolineatura: lo studio ha senso solo quando si cerca la verità.
La visita alla tomba di re Baldovino, scomparso nel 1993, non è solo l’occasione per Papa Francesco di venerare un re profondamente cattolico, la cui causa di beatificazione è stata aperta nel 1995. È anche l’occasione di ribadire il suo no all’aborto, e di – come riferisce la Sala Stampa della Santa Sede – esortare “i belgi a guardare a lui in questo momento in cui si fanno strada leggi criminali, auspicando che proceda la sua causa di beatificazione”.
Il mandato di Papa Francesco per la Chiesa in Belgio consiste, nel suo classico stile, in tre parole: evangelizzazione, gioia e misericordia. Tre parole il cui significato Papa Francesco ha descritto durante il suo incontro con religiosi, religiose, sacerdoti, vescovi e seminaristi nel santuario di Koekelberg. E sottolinea che il processo sinodale deve essere “ritorno al Vangelo” non avere come obiettivo qualche riforma alla moda.
Più di due ore di incontro, con 17 vittime di abusi sessuali, nella nunziatura di Bruxelles. Dopo aver esclamato a gran voce la vergogna per gli abusi nella Chiesa nel discorso al corpo diplomatico, nella sera del 27 settembre Papa Francesco ha compiuto l’atteso incontro con le vittime di abusi in Belgio.
Dal 1968, l’Università Cattolica di Lovanio è divisa in due entità. La Katholieke Universiteit Leuven, di lingua fiamminga, e l’Universitè Catholic de Louvain, di lingua francese, e la seconda è stata insediata in una nuova cittadella, Louvain-la-Neuve. Ma nascono come una sola entità, uno studio voluto da Papa Martino V nel 1425, che comincia quest’anno accademico il 600esimo anno di vita. In visita all’università, Papa Francesco chiede di allargare i confini della conoscenza, in un mondo in cui la ricerca della verità sembra essere messa da parte.
Due temi. Il primo è la promozione della pace, di cui il Belgio si deve fare portatore come nazione ponte, cuscinetto tra Germania e Francia e centro delle istituzioni europee proprio per il suo essere a cavallo dei due mondi. Il secondo è il dramma delle adozioni forzate in Belgio, perché dal 2015 è venuta alla luce la sistematica sottrazione di bambini da madri incinte e non sposate, destinati a famiglie adottive, per un totale di circa 30 mila bambini. Un dramma che si consumava anche in case religiose, e che è durato incredibilmente fino agli Anni Ottanta, sul quale i vescovi belgi si sono ora impegnati a fare tutto il possibile. E un terzo tema, che diventa più forte nel momento in cui il Papa parla a braccio: gli abusi, che sono "la nostra vergogna e la nostra preoccupazione", una questione "da risolvere".
Dopo il viaggio apostolico in Asia ed in Oceania, dal 26 settembre al 29 settembre papa Francesco si recherà in Lussemburgo ed in Belgio, accogliendo l’invito dei rispettivi Capi di Stato e delle autorità ecclesiastiche; un viaggio apostolico scandito da molti incontri. La prima tappa sarà in Lussemburgo, dove il papa incontrerà il Granduca del Lussemburgo e le autorità civili. Prima di partire per il Belgio incontrerà la comunità religiosa.
Non sarà un viaggio dai temi politici, e non sarà un viaggio nelle istituzioni europee. Quello di Papa Francesco in Belgio e Lussemburgo nasce come un viaggio pastorale, con una occasione precisa: i 600 anni dell’Università Cattolica di Lovanio, stabilita da Martino V nel 1425. Una occasione che è il centro della visita, e che va a toccare anche le divisioni della società belga, perché Lovanio dal 1968 è diventata due università: la Katholieke Universiteit Leuven, di lingua fiamminga, e la Université Caholique de Louvain, di lingua francese, con sede a Louvain-la-Neuve.Papa, una cittadina costruita proprio per dare una sede a questo nuovo campus. Ma sarà anche un viaggio che culminerà con la beatificazione di Anna da Gesù, una mistica carmelitana, e poi incontri con i rifugiati e con le vittime di abusi.