“Ringrazio soprattutto il Signore, che mi ha permesso di fare un altro passo sulla strada del dialogo e dell’incontro con i fratelli e le sorelle musulmani, per essere ‘Servitore di speranza’ nel mondo di oggi”. Papa Francesco ricorda così il suo viaggio appena trascorso in Marocco durante l’Udienza generale odierna in Piazza San Pietro. “Il mio pellegrinaggio ha seguito le orme di due Santi: Francesco d’Assisi e Giovanni Paolo II”, sottolinea il Papa.
Un viaggio del dialogo e della pace, un viaggio che si collega a quello negli Emirati, un viaggio della carità ecumenica come ha detto il Papa ai religiosi.
“Con i fratelli musulmani abbiamo sigillato questa fraternità nel documento di Abu Dhabi e qui in Marocco tutti abbiamo visto una libertà, una fraternità, un’accoglienza di tutti i fratelli con un rispetto tanto grande. Questo è un bel fiore di coesistenza promette di dare frutti. Non dobbiamo mollare! È vero che ci saranno ancora difficoltà, tante difficoltà perché purtroppo ci sono gruppi intransigenti. Ma questo vorrei dirlo chiaramente: in ogni religione c’è sempre un gruppo integralista che non vuole andare avanti e vive dei ricordi amari, delle lotte del passato, cerca di più la guerra e anche semina la paura..Abbiamo visto che è più bello seminare speranza. Andando sempre con le mani in avanti. Abbiamo visto che abbiamo bisogno di ponti. E proviamo dolore quando vediamo che le persone vogliono costruire muri. Perché abbiamo dolore? Perché quelli che costruiscono muri finiranno prigionieri di ciò che hanno costruito”. Lo ha detto Papa Francesco nel corso della conferenza stampa sul volo che da Rabat lo ha condotto a Roma, al termine del viaggio apostolico in Marocco.
È il momento più atteso e partecipato della storia del Marocco: la Messa di Papa Francesco nel complesso sportivo Principe Moulay Abdellahal. Papa Francesco celebra la Messa in spagnolo e incentra la sua omelia sul Vangelo odierno: la parabola del figliol prodigo.
Le chiamano le “sorelle di Dio”. Sono le suore che da anni si occupano del Centre rural des services sociaux a Tamara una cittadina di circa 300.000 abitanti a sud di Rabat.
L’ultimo incontro del primo intenso giorno di Papa Francesco in Marocco è con i migranti. Il Pontefice li incontra presso la Caritas Diocesana di Rabat. Il Pontefice nel suo discorso definisce la ferita dei migranti e dei rifugiati come una “ferita che grida al cielo”.
«Noi riteniamo importante preservare la Città santa di Gerusalemme / Al Qods Acharif come patrimonio comune dell’umanità e soprattutto per i fedeli delle tre religioni monoteiste, come luogo di incontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo.
Il primo impegno di Papa Francesco in Marocco è alla spianata della Tour Hassan, per l’incontro con il popolo del Marocco, le Autorità, i rappresentanti della Società Civile e i membri del Corpo Diplomatico.
Papa Francesco è arrivato in Marocco, meta del 28/mo viaggio apostolico internazionale del pontificato, il terzo del 2019 dopo quelli a Panama e negli Emirati Arabi Uniti.
Cattolici, protestanti, animisti, musulmani: è l’Africa delle religioni quella che Giovanni Paolo II visita per la terza volta nell’ agosto del 1985. Sette paesi.
Il prossimo - imminente - viaggio apostolico di Papa Francesco avrà luogo come noto nel prossimo fine settimana: tappa questa volta il Nord Africa, e nello specifico il Marocco. Indipendente dal 1956, è una monarchia costituzionale guidata dal Re Mohammed VI, salito sul trono il 30 luglio 1999 alla morte del padre, Hassan II.
Papa Francesco si recherà in Marocco - a Rabat e Casablanca - i prossimi 30 e 31 marzo 2019. Lo ha annunciato stamane il Direttore della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke.