La Chiesa, quella sul lato posteriore, è chiusa ormai dal 2007. E sulle porte, serrate, c’è un appello: “Papa Francesco, aiutaci a far riaprire la nostra chiesa.” Sul lato, il portone del convento delle Francescane del Rinnovamento. Sono tre, non vogliono parlare, fanno assistenza ai poveri, danno un pranzo gratis ogni sabato, e quando serve. E sul lato, una immagine della Madonna di Guadalupe, veneratissima da tutti i sudamericani, e anche da Papa Francesco. Che però tutta questa scena forse non la vedrà. Arriverà dall’altro lato della strada, a visitare la scuola di Our Lady Queen of Angels.
Una preghiera interreligiosa, uno spazio di meditazione sul dolore nella più grande ferita del mondo. Papa Francesco riunisce intorno a se i rappresentanti di tante religioni per dire: mai più. A Ground Zero, luogo di dolore e di speranza ora c’è un parco, un memorial e un museo, un centro culturale.
L'Assemblea Generale dell'ONU ha tributato una vera ovazione a Papa Francesco che ha rivolto oggi al Palazzo di Vetro di New York un lungo e intenso discorso. Bergoglio è il quarto Papa a parlare all'ONU dopo Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Da una parte, le Nazioni Unite come sono adesso, con il loro coacervo di lobby che puntano a introdurre i cosiddetti nuovi diritti, a partire dal diritto all’aborto. Dall’altra, le Nazioni Unite come sarebbero dovute essere, rappresentate da due immagini: la famiglia naturale, madre, padre e figlio, al centro del quadro nel grande salone del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, lì dove appunto si riuniscono le Ong accreditate. E la frase del profeta Isaia, scolpita in una parete proprio di fronte all’ingresso: “Forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra nazione e non insegneranno più la guerra.”
Il primo appuntamento pubblico della sua visita a New York il Papa lo riserva al clero, ai religiosi e alle religiose presiedendo i vespri nella Cattedrale di San Patrizio.
Papa Francesco contro l’Obamacare. Con una visita fuori programma, Papa Francesco ha mostrato supporto per le istituzioni cattoliche che, dal momento in cui la riforma della Sanità di Obama è andata in vigore, hanno portato avanti una strenua battaglia per l’obiezione di coscienza, perché la riforma sanitaria costringe le istituzioni cattoliche a distribuire contraccettivi nelle istituzioni.
Papa Francesco ha parlato nel pomeriggio al Congresso degli Stati Uniti, l'organo legislativo federale della Nazione. Il Parlamento.
Quella degli homeless, i senza tetto è una delle realtà più drammatiche degli Stati Uniti. Uno dei fronti sui quali la Chiesa combatte la battaglia della solidarietà e della accoglienza da sempre. Ed è per questo che il Papa ha scelto la antica chiesa di San Patrizio, la più antica di Washington che da 220 anni serve gli abitanti del centro della capitale con la Messa quotidiana e l'amministrazione dei sacramenti, l'educazione degli adulti, le attività culturali e l'assistenza ai più bisognosi.
La prima volta di un Papa davanti al Congresso degli Stati Uniti, a Washington, "nella terra dei liberi e nella casa dei valorosi". E' toccato a Francesco parlare ai deputati e senatori americani proponendo un discorso ad ampio raggio, interrotto da 37 applausi. Il Papa ha incentrato le sue parole sulle esperienze di 4 americani: Abraham Lincoln, Martin Luther King, Dorothy Day e Thomas Merton.
L’idea c’è, e sembra che stiano provando a realizzarla. Il prossimo 24 settembre, Papa Francesco potrebbe fare una deviazione sulla strada che lo porta verso il Congresso, dove parlerà di fronte alle Camere riunite. E questa deviazione lo porterebbe sulle rive del Potomac, non lontano dal Campidoglio, per rendere omaggio al Martin Luther King Memorial.
Papa Francesco ha canonizzato presso il Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione di Washington il Beato Junipero Serra, il frate francescano che nel '700 evangelizzò la California
Un discorso ampio, lungo, ricco ed articolato quello che il Papa ha offerto ai Vescovi degli Stati Uniti riuniti nella nella Cattedrale di S. Matteo Apostolo a Washington.
“ I cattolici americani sono impegnati a costruire una società che sia veramente tollerante ed inclusiva, a difendere i diritti degli individui e delle comunità, e a respingere qualsiasi forma di ingiusta discriminazione.”
Il lungo pellegrinaggio del Santo Padre Francesco nel mondo lo porterà, venerdì 25 settembre, ad incontrare i fedeli della città di New York. Grazie all’interessamento dell’Arcidiocesi della Grande Mela la comunità cattolica potrà vedere il Papa durante la Santa Messa celebrata nel Madison Square Garden, lo stesso luogo che accolse, nel 1979, Giovanni Paolo II. Un incontro molto atteso dagli abitanti della metropoli nord americana: risale al 2008, infatti, l’ultimo viaggio di un Papa nella città a stelle e a strisce, quando Benedetto XVI celebrò la funzione nello Yankee Stadium. In fermento la comunità italo-americana e i numerosi italiani di recente immigrazione. Secondo il Rapporto Italiani nel Mondo 2015 che la Fondazione Migrantes presenterà a Roma il 6 ottobre p.v., i cittadini italiani residenti negli Stati Uniti sono 239.098, di cui 113.872 femmine, il 47%. A New York, in particolare, risiedono secondo gli ultimi dati dell’Annuario Statistico del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, 82.563 italiani (34,2%).
Alla fine, la decisione è stata per un sì: la bandiera del Vaticano, bianca e gialla, svetterà tra le bandiere delle Nazioni Unite, sebbene sia solamente osservatore permanente. Ma quello della Santa Sede è un sì condizionato: nessuna cerimonia. Anche perché la Santa Sede non ha chiesto di innalzare la sua bandiera. Lo hanno fatto le Nazioni Unite, un po’ per sfruttare l’effetto mediatico della visita del Papa a celebrare il loro 70esimo, un po’ per equilibrare lo sbilanciamento diplomatico nei confronti della Palestina.
aolo VI ci andò il 4 ottobre del 1965, a tenere una preghiera interreligiosa che entrò nella storia: era la prima volta che un Papa andava in una parrocchia fuori dall’Italia. E tutto ricorda quella visita, nella parrocchia della Holy Family a New York, ovvero la parrocchia delle Nazioni Unite. Papa Francesco non passerà a salutarli. Ma sarà virtualmente la parrocchia ad andare a trovare il Papa, rappresentata dai bambini.
Bergoglio mette piede per la prima volta negli Stati Uniti e la visita non sarà facile come quella a Cuba. Già in aereo qualcuno riporta i commenti della stampa e il Papa risponde con delle battute. Ma diventa serio quando parla dell’ embargo a Cuba. “Per quanto riguarda la posizione della Santa Sede quanto riguarda embarghi. Papi precedenti hanno parlato di questo. Non solo questo. Ci sono altri casi di embargo. C'è dottrina sociale della Chiesa su di questo.”
È una Washington che si prepara sonnacchiosa al grande abbraccio con Papa Francesco. Ce ne saranno, eccome, di persone a salutare il Papa sulla Constitutional Avenue, nel percorso che va dalla Casa Bianca al Campidoglio, dove il Papa parlerà alle Camere riunite, una prima nella storia dei pontificati. Ma è anche vero che questi eventi ci mettono tempo a fare breccia nel cuore degli Stati Uniti. E forse ancora di più a Washington, dove il sentimento popolare lascia spazio al lucido ragionamento politico.
Foto con i bambini, selfie, abbracci “stare in famiglia” per il Papa che nella cattedrale di Santiago di Cuba incontra le famiglie appunto. E la testimonianza questa volta è proprio quella di una famiglia. Una immagine, le giovani madri in attesa "incinte di speranza" che chiedono di essere benedette, cui il Papa dice: "toccatevi il grembo e vi do la benedizione!" L’arcivescovo di Santiago saluta ricordando che le famiglie cubane cristiane sono state sempre il punto di riferimento del Vangelo, il luogo di evangelizzazione e il luogo dove si è trasmessa la fede.
Quando Dio ci visita ci tira sempre fuori di casa. E' il concetto centrale espresso dal Papa nella messa celebrata a Santiago, nel Santuario de la Virgen de la Caridad del Cobre.