Mentre si infiamma il dibattito sull’introduzione del diritto all’aborto nella Costituzione, i vescovi francesi contano anche sulla posizione autorevole della Santa Sede. In Francia è stato dato molto risalto ad un editoriale dell’Osservatore Romano del 7 febbraio, considerato come una presa di posizione forte da parte della Santa Sede. Una posizione che ricalca quella dei vescovi francesi dello scorso 8 ottobre, che metteva in guardia dall’inclusione del diritto all’aborto nella carta costituzionale.
“Il diritto all’aborto sarà irreversibile”. A fine ottobre, il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato così la sua intenzione di avviare le procedure per inserire il diritto all’aborto nella costituzione francese. Dopo la legge sull’eutanasia, ancora da dipanare e la cui presentazione fu rinviata perché non accadesse durante il viaggio del Papa in Francia, il presidente francese impartisce un altro duro colpo alla cultura della vita. E i vescovi francesi non stanno a guardare.
Uno dei padri del Concilio Vaticano II, e tra i pensatori più originali e dibattuti del XX secolo, potrebbe essere dichiarato beato. Lo scorso 31 marzo, infatti, i vescovi di Francia riuniti nella loro assemblea plenaria, hanno dato luce verde all’apertura della causa per la possibile beatificazione del Cardinale Henri de Lubac (1896 – 1991). Il suo approccio è sempre stato quello di enfatizzare la bellezza e la grandezza della tradizione nella Chiesa.
Oscurata dall’autodenuncia del Cardinale Ricard, arrivata tra l’altro poco dopo la visita in Vaticano del presidente francese Emmanuel Macron, la lettera pastorale dei vescovi di Francia sull’eutanasia è una risposta netta del mondo cattolico alla “cultura della morte” che si cela dietro il principio di legalizzazione dell’eutanasia.
È cominciata il 15 gennaio, e durerà fino al 5 febbraio, la preghiera del venerdì dei fedeli cattolici di Francia chiesta dai vescovi francesi in vista del nuovo passaggio al Senato della legge sulla bioetica. La legge, fortemente criticata dai vescovi che sin dal 2018 si sono impegnati in un dibattito con il governo, è tornata al Senato, dopo essere stata calendarizzata la scorsa estate come priorità del dibattito politico al termine del lockdown.