C’è una forte correlazione tra il messaggio dei vescovi del Giappone diffuso il 23 giugno per il 75esimo della battaglia di Okinawa e l’appello per l’abolizione dell’energia nucleare appena pubblicato dalla Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Giapponese. Perché fu dopo Okinawa che gli Stati Uniti, colpiti dalla strenua resistenza e dall’enorme costo di vite umane che ebbe quella battaglia, decisero di utilizzare le armi atomiche su Hiroshima e Nagasaki per porre fine alla guerra. Da allora, il nucleare è rimasto un incubo che è esploso poi di nuovo con la tragedia della centrale di Fukushima nel 2011.
Papa Francesco è arrivato questa mattina a Tokyo, in Giappone, seconda e ultima tappa del suo viaggio apostolico in Asia. Il Pontefice, trasferitosi alla Nunziatura Apostolica, ha subito incontrato i membri della Conferenza Episcopale Giapponese.
Ci si aspetta che Papa Francesco farà una preghiera per la pace e per un mondo senza armi nucleari a Hiroshima e Nagasaki, durante il suo annunciato (ma non ancora ufficializzato) viaggio in Giappone. Intanto, come ogni anno, la Conferenza Episcopale Giapponese ha lanciato i suoi dieci giorni per la pace, tradizione che va avanti ormai da quasi 40 anni Iniziano il 6 agosto, giorno della bomba su Hiroshima, e terminano il 15 agosto.
Dare priorità alla formazione dei sacerdoti, per superare la “cultura del provvisorio”; guardare all’esempio dei martiri, che sono stati numerosi nella storia della nazione; e per questo formare anche all’esperienza dell’amore di Gesù, perché la Chiesa locale ha tanta sete di questa testimonianza: sono le consegne che Papa Francesco dà ai vescovi giapponesi, in una lettera a loro indirizzata.