"Di fronte a chi ritiene di non aver più futuro e si dibatte in gravissime sofferenze fisiche, psicologiche e spirituali c’è innanzitutto il senso di un profondo rispetto, di una grande vicinanza e solidarietà”. Sono le parole del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia in merito ad alcune vicende di stretta attualità, relative al fine vita, il suicidio assistito in Svizzera di Dj Fabo.
Una mostra/installazione realizzata nella chiesa di San Lio, tra Rialto e Piazza San Marco a Venezia, che, richiamandosi al tema proposto per questa edizione del Carnevale 2017, illustra come il concetto di festa nel luogo di culto si traduca in una ricerca di bellezza che veste lo spazio architettonico di arte, colori, tessuti, profumi ricercati. Per dare pienezza di significato e valore interiore alla gioia della festa. E’ l’obiettivo dell’installazione “Vestire lo spazio” a Venezia dall’11 al 28 febbraio.
Venezia è in festa - come ogni anno - per celebrare la Madonna della Salute. Secondo la tradizione infatti l'intervento della Vergine nel 1631 fece cessare una pestilenza che aveva ucciso la metà degli abitanti la città. Stamane la messa solenne nella Basilica del Longhena presieduta dal Patriarca, Monsignor Francesco Moraglia.
A Venezia la chiamano Mesopanditissa, è una tradizionale icona della Madonna Odigitria, la Vergine Maria regge il Bambino col braccio sinistro mentre fa il gesto di intercessione nella sua direzione con la mano destra. Il bambino risponde alla sua preghiera sollevando a sua volta la mano in segno di benedizione. Tutti però la conoscono come Madonna della Salute e oggi pomeriggio è tornata a splendere dopo un raffinato restauro nella basilica veneziana di Santa Maria della salute.
Sono 2500 i visitatori che da metà marzo hanno partecipato alla mostra “Scoprire Tiziano/ Discovering Titian” che si sviluppa nel complesso della Salute in un percorso che si articola nella Pinacoteca Manfrediniana del Seminario Patriarcale e nella Basilica di S. Maria della Salute a Venezia.
"Il criterio di Dio è semplice: amare anche chi non è amabile, accogliere ogni uomo com’è… Il dono di Dio però riguarda, anzitutto, la vita eterna; Dio si china su ciascuno di noi nel breve tempo della nostra vita terrena segnandoci per l’eternità”: lo ha detto il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, nell’omelia della Messa solenne presieduta nella basilica del Redentore alla Giudecca in occasione della tradizionale festa del Redentore.
Il Vangelo richiede uno sforzo teologico ma anche l'impegno ad "includere tutti, non escludere nessuno, evitando ogni scarto e cercando di superare ogni barriera e muro". E' quanto ha affermato ieri - nella messa solenne in occasione della festa patronale di San Marco Evangelista - il Patriarca di Venezia Monsignor Francesco Moraglia.
I fidanzati di Venezia convocati nella Basilica di San Marco per il passaggio della Porta Santa. L'iniziativa è per domani pomeriggio su invito del Patriaca Francesco Moraglia nell'ambito della preparazione al sacramento del matrimonio
Con l’inizio della Quaresima nell’Anno Santo della Misericordia hanno inizio nel Patriarcato di Venezia i pellegrinaggi dei vicariati e delle singole zone della Diocesi alla basilica cattedrale di S. Marco per il passaggio della Porta Santa e la Messa presieduta dal Patriarca Moraglia.
Si sono aperte ieri a Venezia le celebrazioni per la Festa della Madonna della Salute per invocare di nuovo, sia a livello individuale che comunitario, il dono della salute e della pace. Lo comunica una nota del Patriarcato.
“L’enciclica costituisce un importante capitolo della dottrina sociale della Chiesa: è da approfondire, con attenzione, sia a livello personale sia comunitario nelle nascenti collaborazioni pastorali che si pongono come il futuro della nostra Chiesa particolare”. Così il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia
Il Patriarca di Venezia, Monsignor Francesco Moraglia, ha scritto una lettera ai parroci e ai rettori delle chiese del Patriarcato sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza. Il testo della missiva sarà letto domani in tutte le chiese del Patriarcato di Venezia.
La Festa del Redentore che mise fine alla peste tra il 1575 e il 1577 si lega al tema della misericordia. Così Mons. Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia, che ieri ha presieduto la messa solenne alla Basilica del Redentore alla Giudecca.
Dopo la devastazione provocata da un tornado in diverse zone della Riviera del Brenta, lo scorso 8 luglio, il Patriarca di Venezia Mons. Francesco Moraglia ha deciso di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi.
Venezia si prepara alla Festa del Redentore. Le celebrazioni si svolgeranno sabato 18, quando alle 19 sarò aperto il ponte votivo che attraversa il Canale della Giudecca, e domenica 19 luglio con la Messa solenne presieduta dal Patriarca Francesco Moraglia
Nota del Patriarcato: nessun appoggio ad alcun candidato nella corsa alla carica di Sindaco della Città
Don Luigi Caburlotto ha lasciato “frutti abbondanti e duraturi che testimoniano ancora oggi la bontà e il ‘genio” del suo operato’”, “è un esempio validissimo per i sacerdoti veneziani di oggi”. Il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia scrive ai suoi sacerdoti e parla del prossimo Beato della Chiesa cattolica. “Possiamo davvero affermare che, grazie a Lui, la comunità veneziana - soprattutto nelle sue realtà ‘popolari’ - è stata attraversata da una scintilla di vera santità che ha lasciato una scia tuttora luminosissima”.
Un anno fa la morte del Patriarca emerito di Venezia, il Cardinale Marco Cè. Ieri messa di suffragio presieduta dal Patriarca Francesco Moraglia
“Il Vangelo ci offre la garanzia che la storia è nelle mani di Dio, il quale rovescia le prospettive e i progetti terreni e sa trarre frutti di salvezza, utilizzando anche i limiti, gli abbandoni e le ribellioni dell’essere umano. Il Vangelo ci assicura che esiste la Provvidenza, che ci accompagna e ci sostiene”. Con queste parole il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin ha commentato il Vangelo di oggi festa di San Marco nella messa celebrata nella basilica dedicata all’ evangelista a Venezia. “San Marco- ha detto il cardinale- portandoci il Vangelo, ci ha elevati verso l’alto, ci ha fatti incontrare con la Parola e la presenza viva del Risorto, liberandoci in tal modo dalle paure inconsistenti verso un futuro ignoto, dagli sterili pessimismi rispetto alle difficoltà del presente e dalle tristezze e angosce per gli errori del passato”.
Possibile l'apertura della procedura della causa di beatificazione del Cardinale Marco Cè, Patriarca Emerito, scomparso un anno fa