“Il Venerdì Santo a S. Croce in Gierusalemme”,
Nel primo anno dopo l’incendio del 15 aprile 2019, la corona di spine posta sul capo di Gesù alla crocifissione si trovava ancora nella Sainte Chapelle della cattedrale di Notre Dame, ed era rimasta intatta. Come era rimasto intatto il frammento della corona di spinte posta nel gallo sulla cima della guglia di Notre Dame insieme ad una reliquia di Saint Denis e una di Santa Genoveffa, reliquie tutte rimaste intatte dall’incendio. Dopo, finito il tempo del COVID, la corona di spine è stata portata nella chiesa di Sainte Germaine l’Auxerrois. Ed è lì che i fedeli francesi la hanno potuta venerare fino a quest’anno, l’ultimo prima della riapertura prevista della cattedrale di Parigi, dove la corona di spine tornerà a dicembre.
Oggi tanti pellegrini restano lontani da Gerusalemme “mentre gli abitanti della Terra Santa continuano a soffrire e a morire. In tutto il mondo risuona il rombo delle armi portatrici di morte. E non si vede tregua. Papa Francesco non ha mai cessato di manifestare la propria vicinanza a tutti coloro che sono stati coinvolti nel conflitto in Terra Santa e di gridare, agli uomini e alle donne di buona volontà, la propria esortazione a operare per la pace e a rispettare la sacralità di ogni persona umana”. Lo scrive il Cardinale Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, nell’appello per la Colletta dei Cristiani in Terra Santa.
Il Venerdì Santo è il giorno in cui Cristo scende nella terra, per resuscitare il giorno di Pasqua a vita nuova. La liturgia offre la meditazione della Passione, vissuta nell’esercizio di quell’amore senza confini.
“Pilato: Non mi parli? (pausa) Non è la prima condanna a morte che esegui, no? Che ti succede? Oltre alla parola hai perso anche il coraggio? E il tuo valore di soldato? E la grandezza di Roma?
Il mondo “ha scelto lo schema di Caino e la guerra è mettere in atto il cainismo, cioè uccidere il fratello” e quindi “perché dobbiamo difenderci? Perché è lo schema cainista di guerra. Se fosse uno schema di pace, questo non sarebbe necessario”.
“Il Venerdì Santo a S. Croce in Gierusalemme”, scrive nel 1588 Pompeo Ugonio nella sua guida alle stazioni quaresimali, cioè quelle chiese antiche dove una volta il Papa stesso andava a celebrare in Quaresima, una chiesa diversa per ogni giorno.
La Croce, signum d’amore. Due pezzi di legno sono incrociati fra loro: uno è posto in orizzontale; l’altro in verticale.
La croce agli occhi del mondo appare, e non può essere diversamente, solo come un terribile strumento di tortura e di morte. E’ quanto di più ignobile e disprezzato si possa pensare perché contraddice al desiderio di potenza, di prestigio e di grandezza dell’uomo.
Sono passati 16 anni da quando Giovanni Paolo II ci ha lasciato. Molti giovani non lo hanno mai conosciuto. Anche i “millenials” non sanno di fatto chi é. Eppure tanto del suo Magistero è ancora da rileggere e scoprire.
Un gruppo scout e una parrocchia romana scriveranno le Meditazioni per la Via Crucis del Venerdì Santo, che ancora non si sa se si potrà fare al Colosseo, seppur in forma ristretta, oppure no.
La Pasqua del 2020 è stata davvero particolare. I fedeli non hanno potuto partecipare alle liturgie, difficilissimo quasi impossibili confessarsi, niente Eucarestia. Ma in qualche modo i segni arrivano anche in questo deserto liturgico.
Le meditazioni della suora anti-tratta, Suor Eugenia Bonetti, fanno da filo conduttore nella Via Crucis del Venerdì Santo che Papa Francesco presiede- come ogni anno dal 1970 - al Colosseo. Il Pontefice, nella sua preghiera finale, chiede ai fedeli di “vedere nella Croce di Gesù tutte le croci del mondo”.
"Da numerosi anni per volontà dei Sommi Pontefici il Venerdì Santo, giorno della manifestazione suprema dell’amore di Gesù, ogni comunità cristiana è chiamata a compiere un gesto di carità e di solidarietà verso i fratelli che vivono nella Terra Santa attraverso una speciale colletta". Lo ricorda il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, nella lettera inviata ai parroci romani affinchè si sostengano le comità cristiane della Terra Santa.
Papa Francesco ha presieduto in San Pietro la celebrazione della Passione del Signore in occasione del Venerdì Santo. Al termine della lettura del Vangelo il Predicatore della Casa Pontificia, Padre Raniero Cantalamessa, ha tenuto l’omelia.
In un rapporto pubblicato dalla Sala Stampa della Santa Sede sono stati resi noti i progetti della Colletta Pro Terra Sancta per il 2018, una donazione speciale della Santa Sede. La colletta avviene durante il Venerdì Santo, ed è la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai luoghi santi. È lo strumento voluto dai Papi per testimoniare in maniera concreta il legame tra i cristiani del mondo e i Luoghi Santi.
Le meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo - il prossimo 30 marzo - al Colosseo di quest'anno saranno preparate collegialmente. Lo ha deciso Papa Francesco.
Le meditazioni della biblista francese Anne-Marie Pelletier sui drammi del nostro tempo hanno fatto da filo conduttore nella Via Crucis del Venerdì Santo che Papa Francesco ha presieduto - come ogni anno dal 1970 - al Colosseo.
Mentre Papa Francesco presiedeva la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo, l'Elemosiniere di Sua Santità l'Arcivescovo Konrad Krajewski si è recato per le vie di Roma in unione spirituale con la Via Crucis celebrata dal Papa.
La Croce è “simbolo dell’amore divino e dell’ingiustizia umana, strumento di morte e via di risurrezione, segno dell’obbedienza ed emblema del tradimento, patibolo della persecuzione e vessillo della vittoria”. Lo ha detto il Papa recitando la preghiera conclusiva della Via Crucis del Venerdì Santo presieduta al Colosseo.