“È morto dopo una lunga malattia Paolo Gabriele, 54 anni, l’ex aiutante di camera di Benedetto XVI”.
Vatileaks 2, terminano le udienze dei periti. Alle 15,45, si è tenuta la 17esima udienza del processo in corso per la divulgazione di notizie e documenti riservati. C’erano tutti gli avvocati difensori, mentre tra gli imputati mancavano Francesca Immacolata Chaouqui ed Emiliano Fittipaldi.
Pochi minuti e un rinvio al 7 dicembre. La seconda udienza del processo che si celebra nello Stato delle Città del Vaticano che ormai tutti conoscono come “vatileaks due”, va avanti a passi lenti.
Si è aperto in Vaticano il processo che i media hanno già denominato vatileaks due, questa mattina nel tribunale dello Stato della Città del Vaticano.
Il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha provveduto alla notifica agli imputati e ai loro avvocati della richiesta di rinvio a giudizio presentata dall’Ufficio del Promotore di Giustizia aconclusione della fase istruttoria del procedimento in corso per la divulgazione illecita di notizie e documenti riservati, e del conseguente Decreto di rinvio a giudizio, emesso dal Presidente del Tribunale in data 20 novembre.
L’ultimo, in ordine di tempo, è stato un comunicato della Congregazione dell’Evangelizzazione dei Popoli, che ha voluto rispondere alle “inaccettabili” insinuazioni “fatte da parte di alcuni media che diffondono notizie non rispondenti al vero.” Ma è solo l’ultimo di una serie di comunicati che vanno a precisare le presunte rivelazioni dei due libri che hanno tenuto banco in questi giorni. Così, mentre i due autori sono chiamati per un interrogatorio in Vaticano questa settimana, è il momento di rimettere ordine.
Dichiarazione del P.Lombardi sulle indagini in corso in Vaticano
“Parole che sono un commento del Vangelo, in cui si dice o Dio o mammona, non ci può essere un compromesso, bisogna scegliere il Signore”. Così il Segretario di stato vaticano Pietro Parolin ha commentato ieri sera incontrando i giornalisti a margine della XX Seduta pubblica delle Pontificie accademie, il discorso del Papa a Firenze.
“So che molti di voi sono stati turbati dalle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati. Per questo vorrei dirvi anzitutto che rubare quei documenti è un reato. E’ un atto deplorevole che non aiuta. Io stesso avevo chiesto di fare quello studio, e quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene e sono state prese delle misure che hanno cominciato a dare dei frutti, anche alcuni visibili”. Dopo qualche accenno di questi giorni, colto nelle parole dei vari discorsi e omelie, il Papa ha deciso di intervenire in prima persona sul cosiddetto Vatileaks, il “reato”, come lui stesso l’ha definito, della sottrazione di alcuni documenti della commissione Cosea, alla base di due libri presentati in questi giorni.
Lo chiamavano “il contabile di Dio,” e lui faceva sempre un gesto di disappunto. Monsignor Lucio Vallejo Balda, segretario della Prefettura degli Affari Economici, aveva però avuto una brillante carriera nel campo economico. E dire che non era nemmeno il suo campo. Ci veniva da studi di teologia spirituale, svolti dopo una vocazione precoce. Ma da economo, la stella del giovane monsignore spagnolo era destinata a brillare. Fino a crollare vertiginosamente, quando fece filtrare l’idea che sarebbe stato lui il segretario della neonata Segreteria per l’Economia. Quel posto andò a monsignor Alfred Xuereb. Da allora era un po’ scomparso dai radar.
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell’Ufficio Comunicazione della prelatura dell’Opus Dei sull’arresto di Mons. Lucio Ángel Vallejo Balda. Diversi mezzi di comunicazione hanno chiesto a questo ufficio un commento a proposito delle notizie sull’arresto di Mons. Lucio Ángel Vallejo Balda. Manifestiamo sorpresa e dolore per queste notizie.
“Pubblicazioni di questo genere non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose. Bisogna assolutamente evitare l’equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del Papa.” Sembra una frase di tre anni fa, invece purtroppo è la frase finale di un comunicato datato 2 novembre 2015.