Una economia che includa anche gli ultimi e che sia orientata alla persona: è questa la ricetta della Santa Sede per uscire dalla crisi economica, rilanciata ancora una volta nel momento in cui l’United Nations Conference on Trade and Development lancia il suo rapporto annuale.
L’impegno per una economia mondiale più inclusiva dei Paesi poveri passa, per la Santa Sede, anche attraverso la partecipazione alle UNCTAD, ovvero le conferenze delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo. All’ultimo incontro, che si è tenuto a Nairobi a fine luglio, il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha reiterato questo impegno della Santa Sede.
È l’ennesimo appello a cancellare il debito ai Paesi poveri quello lanciato dalla Santa Sede all’UNCTAD, ovvero alla conferenza delle Nazioni Unite su commercio e sviluppo che si tiene in questi giorni a Nairobi. In un intervento del 19 luglio, l’arcivescovo Ivan Jurkovic, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, lancia ancora una volta il tema, sottolineando – tra le altre cose – anche il ruolo fondamentale dell’agricoltura, il problemi del commercio in tempi di crisi e la necessità di proporre politiche economiche innovative.