L’invasione russa dell’Ossezia del Sud / Regione di Tsinkhavali (è così che la regione viene internazionalmente riconosciuta) ebbe luogo nel 2008. È un conflitto congelato ed una guerra dimenticata dai media. Eppure, è un conflitto che è importante anche per capire ciò che succede oggi, con l’aggressione russa all’Ucraina. L’ambasciatore di Georgia presso la Santa Sede, Khetevane Bagrationi, sottolinea in un colloquio con ACI Stampa l’importanza di quel conflitto 14 anni dopo, che testimonia quanto sia necessario per la comunità internazionale di prendere iniziative quando aggressioni del genere hanno luogo.
Sospeso tra il desiderio di andare a Mosca, quello di andare in Ucraina e quello di incontrare una seconda volta il Patriarca di Mosca Kirill, Papa Francesco ha incontrato il 5 agosto il metropolita AntonIj di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche del Patriarcato di Mosca. Pochissimo trapela dell’incontro, se non i comunicati ufficiali da parte di Mosca. Quello che si comprende è che però l’incontro ha più peso diplomatico che religioso, anche considerando la volontà di Papa Francesco di andare in Ucraina.
Sembra sempre più concreta la possibilità che Papa Francesco vada in Ucraina. L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, lo ha ribadito con sicurezza, legando ovviamente la possibilità della visita alle condizioni del Papa dopo il viaggio in Canada del 24-30 luglio. Ma il “ministro degli Esteri” vaticano ha anche dichiarato il “fallimento della diplomazia”, che non è riuscita ad agire in maniera preventiva per fermare il conflitto, e anche un fallimento dell’Unione Europea.
Il no, fermo, alla guerra in Ucraina. Le esperienze del cammino sinodale. Il tema dello ius culturae. Sono i temi principali del Consiglio Permanente straordinario della Conferenza Episcopale Italiana, riunitosi online il 5 luglio. Consiglio che ha visto l’elezione dell’arcivescovo Giuseppe Baturi di Cagliari come nuovo segretario generale, andando a completare, con il Cardinale Matteo Zuppi presidente, il tandem che guiderà la Chiesa in Italia per i prossimi cinque anni.
"Per noi, l'aggressione in corso da parte della Russia contro l'Ucraina è un attacco ai valori occidentali: libertà, democrazia, diritto alla proprietà, diritto alla vita e rispetto della propria identità. Nel discorso pubblico russo, le questioni relative ai valori diventano sempre più centrali e giustificano l'aggressione russa e persino i crimini". Questo ha affermato il Rev.do prof. Marcin Składanowski durante un incontro della comunità accademica delle cinque maggiori università polacche.
È stata definita "grottesca" da P. Leszek Gęsiak SJ, Portavoce della Conferenza Episcopale polacca la notizia dell’Agenzia di Stampa TASS del 22 giugno, secondo cui "la Chiesa Cattolica in Polonia vuole inghiottire l’Arcidiocesi di Leopoli in Ucraina". "Questo tipo di notizia mediatica sensazionale dell’Agenzia di Stampa russa, per ovvie ragioni va trattato come elemento della guerra di propaganda. Non ha nulla a che fare con la realtà, si tratta di un esempio di fake news da manuale – ha affermato il sacerdote.
Guardare alla “amata e martoriata” Ucraina, dove si sta rivivendo “il dramma di Caino e Abele”. Ma anche all’Iraq e alla Siria, per i quali si dovrebbe ristabilire il tavolo di coordinamento includendo il Libano, dove Papa Francesco sarebbe volutto andare. Senza dimenticare l’Etiopia colpita da una guerra civile con conseguenze gravissime nel Tigray. Papa Francesco incontra la Riunione Opere di Aiuto delle Chiese Orientali, riunite nella 95esima sessione.
Papa Francesco avrebbe avuto un incontro con funzionari del governo ucraino per cercare di comprendere se sarebbe potuto andare a Kyiv. Lo aveva annunciato ai bambini della manifestazione del Treno dei Bambini, lasciando tutti nello sconcerto. Perché non c’erano informazioni di una delegazione del governo ucraino in Vaticano, né c’erano iniziative in tal senso. E in realtà, l’incontro era qualcosa di diverso: organizzato da un amico argentino del Papa, l’incontro ha visto la partecipazione di due amici di questo Alejandro, del quale non sono state date moltte informazioni: Yevhen Yakushev di Mariupol e Denys Kolyada, consulente per il dialogo con le organizzazioni religiose, al quale si è unito, come amico personale di Kolyada, il vice rettore dell’Università Cattolica Ucraina a Leopoli, Myroslav Marynovych.
Oggi torna, dopo due anni di pausa, il “Cortile dei Bambini”, l’iniziativa promossa dal “Cortile dei Gentili” che ogni anno porta da Papa Francesco bambini che vivono in condizioni di vulnerabilità e fragilità sociale.
Il 25 aprile 2022, alla presenza del Papa, è iniziata la 41ma sessione del Consiglio dei Cardinali, la prima dopo la pubblicazione della Predicate Evangelium.
"Le recenti notizie sulla guerra in Ucraina anzichè portare sollievo e speranza attestano nuove atrocità, come il massacro di Bucha, crudeltà sempre più orrende compiute anche contro civili, donne e bambini inermi. Sono vittime il cui sangue innocente grida fino al cielo e implora, si metta fine a questa guerra, si facciano tacere le armi, si smetta di seminare morte e distruzione, preghiamo insieme su questo...".
“Pronto ad andare ovunque con il Papa per operare per la pace in Ucraina”. Sono queste le parole di don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco. Rientrato da pochi giorni in Italia dopo un viaggio che l’ha portato a incontrare i confratelli salesiani di Slovacchia, Polonia e Ucraina (a L’viv), si sta occupando dell’accoglienza a Valdocco di un gruppo di 39 profughi che gli sono stati affidati.
Papa Francesco conclude con due pensieri l'Udienza Generale odierna. Uno è per il suo imminente viaggio apostolico a Malta, l'altro per i bimbi ucraini e la "crudeltà" della guerra.
L’elemosiniere pontificio il cardinale Konrad Krajewski è in viaggio per Leopoli, in Ucraina, con “un’ambulanza - come ha riferito il direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni - donata e benedetta da Papa Francesco nei giorni scorsi”.
I Vescovi italiani ribadiscono la disponibilità all’accoglienza dei profughi ucraini e invocano un iter veloce di riconoscimento della protezione temporanea. Lo ha detto oggi a Roma il Segretario Generale della CEI Monsignor Stefano Russo, al termine del Consiglio permanente di primavera.
Il Cardinale Pietro Parolin è volato a Dubai, dove avrà vari incontri bilaterali e dove sarà presente alla giornata della Santa Sede all’Expo. È una occasione anche per parlare con il governo di Abu Dhabi di alcuni temi cruciali, come la crisi ucraina e il ruolo dei rifugiati ucraini nel Paese.
È un appello alla preghiera, quello che i vescovi cattolici di Russia hanno lanciato al termine della loro ultima plenaria, che si è tenuta il 15 e 16 marzo. Assemblea durante la quale è venuta la notizia che il Papa avrebbe consacrato Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Un segno di speranza per i vescovi del Paese, che il 24 febbraio, al momento dell’aggressione russa, avevano invece scritto una lettera ai fedeli dicendosi “shockati” dalla situazione.
La lettera aperta con cui lo scorso 2 marzo 19 teologi avevano chiesto la fine dell’aggressione militare russa sull’Ucraina ha rappresentato il primo segnale che la linea della Santa Sede stava prendendo una definizione precisa, meno prudente, più orientata a condannare la situazione. Perché di quei 19 teologi, 14 sono parte della Commissione Teologica Internazionale. La loro non era la posizione ufficiale della Commissione. Ma rappresentava un segnale molto chiaro di quale era la posizione dei teologi.
Al via la campagna di solidarietà dei frati minori conventuali della Basilica di San Francesco in Assisi a sostegno dei conventi francescani in Ucraina. I nostri confratelli sono in prima linea nell'accogliere i profughi che scappano dalla guerra: accolgono ogni giorno famiglie disperate e le accompagnano fino al confine. "Diamo una mano francescana all’Ucraina, basta un piccolo gesto: un sms o chiamata da numero fisso al 45515 per sostenere i nostri frati al fianco delle popolazioni in fuga", chiedono i frati.
"Cari fratelli e sorelle, nel dolore di questa guerra facciamo una preghiera tutti insieme, chiedo Signore il perdono! Pregheremo una preghiera che ha scritto un vescovo italiano". Così Papa Francesco conclude l'Udienza Generale odierna, con una preghiera scritta dall'arcivescovo di Napoli, Monsignor Mimmo Battaglia e inviata a tutti i fedeli della diocesi.