Quattro casi per meglio comprendere il lavoro svolto, un emendamento di una legge e due nuove leggi dello Stato di Città del Vaticano che hanno rafforzato il quadro legale, 11 rapporti trasmessi al Promotore di Giustizia vaticano per ulteriori indagini, 231 scambi di informazioni con autorità interne e 473 scambi di informazioni con Unità di Informazioni Finanziarie: il rapporto 2018 dell’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana, pubblicato oggi, racconta di un sistema di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo che continua a perfezionarsi.
Le segnalazioni aumentano, ma non i crimini. La fotografia del sistema di vigilanza e intelligence finanziaria dato dal rapporto AIF 2015 racconta di un sistema che si è rafforzato e di un cambio di mentalità in atto. Tanto che una delle ragioni che hanno portato ad un aumento delle segnalazioni è proprio una maggiore consapevolezza da parte degli enti interessati, ha spiegato il direttore dell’Autorità, Tommaso Di Ruzza. Il quale rivendica il ruolo di una Autorità di Informazione Finanziaria che non riceve informazioni, ma sollecita informazioni.
“Non si tratta di aderire agli standard anglo-sassoni. Si tratta di aderire agli standard internazionali. Quella che stiamo mettendo in atto è una rivoluzione culturale”. Il Cardinal George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia, parla alla conferenza annuale del NAPA Institute. Una volta l’anno, i membri del NAPA – economisti, avvocati, esperti diocesani – si riuniscono a Roma per parlare di Chiesa e di economia. Provengono dal mondo statunitense, sono generalmente conservatives. E guardano con attenzione le riforme sul tema finanziario che stanno avendo luogo in Vaticano.