Un uomo dalla profonda spiritualità, che saluta con le mani giunte alla maniera indiana, fa pause per pregare, e con una grande fiducia in Dio: parla per la prima volta in pubblico padre Tom Uzhunnalil, il salesiano rapito il 4 marzo 2016 al termine di un attacco presso la Casa per anziani delle Missionarie della Carità, nello Yemen, che ha causato la morte di 16 persone, tra suore, pazienti e custodi. Solo due sopravvisuti: Suor Sally, la superiora che ha poi raccontato l’attacco, e lui, padre Tom.
Il nuovo video di Padre Tom Uzhunnalil, il sacerdote salesiano indiano rapito il 4 marzo 2016, ha lasciato tutti con un misto di amarezza e speranza. Non ci si sbilancia sull’autenticità del video, anche se tutto lascia pensare che sì, davvero padre Tom è nelle mani dei rapitori. Ma nemmeno gli si vuole dare troppo risalto, anche perché ci sono delle trattative in corso per la sua liberazione.
"Continuiamo a pregare per lui e a tenere desta l’attenzione, anche attraverso i media". Così don Francesco Cereda, vicario del Rettor maggiore dei Salesiani, racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre lo stato d’animo della famiglia salesiana a più di due mesi dal rapimento del religioso indiano don Tom Uzhunnalil, il loro confratello sequestrato ad Aden in Yemen il 4 marzo scorso, durante l’attacco che è costato la vita a quattro Missionarie della Carità.