Si sono intrattenuti per 45 minuti, Papa Francesco e il presidente di Timor Est Manuel Ramos-Horta. Una conversazione lunga, che testimoniano l’interesse del Papa per il Paese che avrebbe voluto visitare già nel 2020. E chissà che quando il Papa parla di un viaggio in Polinesia nel corso di quest’anno non guardi già al Paese che ha lottato l’ultimo mezzo secolo per garantirsi una indipendenza prima dal Portogallo e poi dall’Indonesia.
È venuto a Roma con una delegazione di 11 persone, ha salutato Papa Francesco, e poi è andato in terza loggia, per quello che era il vero clou della sua visita. Perché Rui Maria de Araujo, premier di Timor Est, è venuto a portare in Vaticano il documento di ratifica del Concordato Timor Est – Santa Sede, firmato lo scorso agosto a Dili da lui e dal Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin.