"Centinaia di cittadini vengono uccisi nel conflitto in corso nella regione del Tigrai. Nessuno conosce il numero esatto dei morti ma ci è stato riferito che ci sono sacerdoti e leader ecclesiastici fra di loro. Negozi, scuole, chiese e conventi sono stati rapinati e distrutti. Migliaia di persone hanno abbandonato le loro case. Molti hanno attraversato il confine con il Sudan, ma altri hanno cercato rifugio in aree remote, nelle montagne, senza acqua né accesso al cibo". È il drammatico scenario descritto da Regina Lynch, project manager della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), in merito al Tigrai, la regione più settentrionale dell’Etiopia, confinante con Eritrea e Sudan, la cui popolazione è composta per il 95% da cristiani ortodossi.