In quella che è la Casa di Maria, ma anche “la casa dei giovani”, “la casa della famiglia” e la casa dei malati, Papa Francesco firma una esortazione post-sinodale del Sinodo sui giovani, intitolata “Cristo vive”. Ma Papa Francesco fa di più: pone giovani alla sequela di Maria, “modello di ogni vocazione”, e lancia il progetto Loreto, per un santuario che sia centro vocazionale e che sia aperto fino a tardi, luogo ideale per continuare anche le GMG e gli Incontri Mondiali della Famiglia, e rilancia l’importanza e la missione “essenziali” della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna.
C’è stato il pre-sinodo, un incontro di giovani provenienti da tutto il mondo per raccontare ai padri sinodali cosa si aspettavano dal sinodo. E ci sarà un post-sinodo, vale a dire un forum internazionale di giovani, convocato dal dicastero Laici, Famiglia e Vita, che si terrà a Roma dal 18 al 22 giugno, e che andrà a concludere il cerchio del Sinodo, magari analizzando anche il documento pre-sinodale che, secondo il dicastero, “il Santo Padre ad allora avrà probabilmente già pubblicato”.
La conclusione del documento del Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani e alla vocazione è anche l’unica vera indicazione che emerge: la santità è la chiave di tutto.
Un documento in tre parti, divisi in quattro capitoli, nella cornice dell’icona di Emmaus (uno dei temi principali di uno dei gruppi in lingua inglese), che ha avuto una generale approvazione unanime in tutti i punti, tranne nella terza parte, dedicata alla sinodalità, la più discussa: si presenta così il documento finale del Sinodo dei vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, licenziato nell’ultima giornata dell’assemblea del Sinodo.