Dura da ormai da due settimane l’esodo dei profughi del Golfo del Bengala e nel mare delle Andamane, in 7 mila sospesi tra Malesia, Thailandia e Indonesia che hanno tutte inizialmente adottato la politica del respingimento in mare. “Un problema di traffico di esseri umani,” hanno sottolineato alcuni, e Papa Francesco – che della lotta al traffico di esseri umani ha fatto il centro della sua azione diplomatica – non poteva essere insensibile alla questione. La ricorda nell’Angelus di Pentecoste, nel giorno in cui lo Spirito soffia sulla Chiesa di Gerusalemme e la fa diventare – nelle parole del Santo Padre “universale, una e cattolica.”
“Era il gennaio del 1989. Un gruppo di persone era in pericolo di vita: fuggiva da una delle fazioni armate coinvolte nella guerra civile, giunti a Nipepe, Diocesi di Lichinga, Mozambico, si rifugiarono nella chiesa parrocchiale. Entrati in quel luogo sacro cominciarono a pregare e a chiedere aiuto attraverso la mia intercessione. E il Signore li ascoltò.” Il racconto immaginato in prima persona è quello del miracolo di Suor Irene Stefani, delle Missionarie della Consolata, che è stata beatificata oggi a Nyeri, in Kenya, dal cardinale Polycarpo Pengo, arcivescovo di Dar-es-Salaam.