“Noi cristiani crediamo e sappiamo che la pace è possibile perché Cristo è risorto. Lui ci dona lo Spirito Santo che abbiamo invocato”. Così Papa Francesco invitava tutti i fedeli a pregare durante la celebrazione di preghiera per la pace in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo lo scorso novembre a San Pietro. E su questo “speciale invito” del Pontefice nasce la Tavola Rotonda “Costruire la pace insieme” per il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo, che si è tenuta ieri alla Pontificia Università Urbaniana.
Il colore e i suoni dell’ Africa a San Pietro per pregare per la pace in Sud Sudan e in Congo. Una veglia con Papa Francesco che tanto avrebbe voluto essere in quelle regioni, una preghiera per la conversione dei cuori: “Nel Sud Sudan avevo già deciso di compiere una visita, ma non è stato possibile- ha detto- Sappiamo però che la preghiera è più importante, perché è più potente: la preghiera opera con la forza di Dio, al quale nulla è impossibile”.
L’appuntamento è per il 23 novembre prossimo alle 17.30 per una Veglia di preghiera nella Basilica San Pietro, per la pace in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo
"I bambini cristiani nei campi profughi sudanesi sono costretti a recitare le preghiere islamiche per ricevere il cibo". È quanto denuncia ad Aiuto alla Chiesa che Soffre una fonte in loco che per motivi di sicurezza preferisce rimanere anonima.
Per aiutare le popolazioni dell'Africa orientale, colpite dalle piaghe dell'insicurezza alimentare e della carestia, Papa Francesco ha donato alla Fao 25mila euro.
Un milione di euro dai fondi dell’8 per mille è stato stanziato per fornire assistenza agli sfollati e alle vittime del conflitto che da anni insanguina il Sud Sudan.
Torna in Piazza San Pietro l’Udienza Generale di Papa Francesco. Nella speranza ci riconosciamo “tutti salvati”. E’ questo il tema di oggi, perché il cristiano “non vive fuori dal mondo, sa riconoscere nella propria vita e in ciò che lo circonda i segni del male, dell’egoismo”. È solidale con chi soffre, però nello stesso tempo, ha imparato a leggere tutto questo “con gli occhi della Pasqua, con gli occhi del Cristo Risorto”. Perché cieli nuovi e terre nuove ci aspettano. E legato a questo tema è l’appello di Papa Francesco per la grave situazione in Sud Sudan.
Il Papa ha detto che è pronto ad andare in Sud Sudan per riportare la pace nel paese.
Il Sud Sudan ha bisogno di tutto: cibo, acqua, generi di prima necessità. Migliaia di persone impaurite hanno cercato rifugio nella missione salesiana di Gumbo, a 8 km dal centro di Giuba, nel Sudan del Sud, a motivo della ripresa degli scontri armati. Attualmente la missione ospita un numero enorme di persone: tra le 5.000 e le 8.000 di giorno, che aumentano la notte perché molti tornano solo per dormire.
“Ora basta, basta con questi conflitti!” Sono i sentimenti e le parole di Papa Francesco riportate dal cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, riguardo i conflitti armati e alla situazione difficile che sta vivendo il Sud Sudan.
Frate Federico Gandolfi è un giovane frate minore. Nato a Cesena, è frate francescano dal 2004 della Provincia Romana. Da Gennaio 2015 è missionario a Juba, capitale del più giovane stato Africano, il Sud Sudan. Ogni giorno è impegnato a costruire in Africa un futuro migliore, ma soprattutto, è impegnato a proseguire il mandato che Gesù affidò ai discepoli di portare per le strade e nelle case la Buona Notizia, il Vangelo che salva. “Forse non salviamo vite, ma portiamo il senso e la vicinanza di Dio che sana molte ferite dell’anima”, ha detto Fra Federico ai microfoni di ACI Stampa e racconta il Sud Sudan spiegando la sua missione.
“790mila euro per l’emergenza rifugiati e migranti lungo la rotta balcanica, altri 695mila a beneficio delle vittime del conflitto in Sud Sudan: sono gli ultimi due stanziamenti stabiliti dalla Cei attingendo dai fondi dell’8xmille”. E’ l’annuncio fatto oggi dalla Conferenza Episcopale Italiana, che rende conto di due progetti finanziati con i fondi ottenuti dai contribuenti italiani. A Firenze il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, concludendo il V Convegno dEcclesiale della Chiesa Italiana, aveva richiamato a vedere le “luci” oltre che le “ombre”, messe in luce dai recenti fatti di cronaca. “In entrambi i casi Caritas Italiana accompagna – spiega ancora la Cei - l’impegno delle Chiese locali con una serie di progetti di intervento, in parte già avviati, per una durata variabile tra i 12 e i 18 mesi”.
"Negli Stati dell’Unità e del Nilo Alto la popolazione sopporta atroci sofferenze. Abbiamo conosciuto la guerra in passato, ma la crudeltà che sperimentiamo oggi non ha eguali. È come vivere in un incubo". Così raccontano alcuni rifugiati sud sudanesi – che per motivi di sicurezza preferiscono mantenere l’anonimato - ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, durante la recente visita di una delegazione della fondazione pontificia nel più giovane stato al mondo.
Il Sud Sudan dilaniato dalla guerra, dove sono tantissime le “crisi in corso”, alle quali “stiamo cercando di rispondere”. Con uno sguardo ovvio “alle emergenze, legate alle conseguenze del grave conflitto in corso nell’area, che ha provocato un milione e mezzo di sfollati e 600mila rifugiati”. Lo dice al gruppo Aci Gabriel Yai, direttore generale della Caritas del Sud Sudan, costretta ad affrontare le tante criticità connesse alle “crisi in corso, che sono soprattutto legate a quella politica”.