“Umanesimo e sfide educative attraverso lo sport” è il titolo del Convegno nazionale dell’Area Welfare e promozione sociale del Csi, che comincia oggi Firenze. Nel capoluogo toscano, i delegati dell’Associazione sportiva cattolica rifletteranno su come coniugare lo sport ai temi del prossimo Convegno Ecclesiale Nazionale, che si svolgerà a novembre prossimo con la partecipazione di Papa Francesco.
“Non lasciatevi “contagiare” dalla falsa cultura sportiva, quella del successo economico, della vittoria ad ogni costo, dell’individualismo. Bisogna invece custodire e difendere lo sport come esperienza di valori umani, di competizione sì, ma nella lealtà, nella solidarietà. Dignità per ogni persona: sempre! Nessuno si senta escluso dalla pratica dello sport. E per il raggiungimento di questo obiettivo ci vuole l’azione generosa e concorde delle varie realtà istituzionali e sociali.” E’ il monito del Papa che questa mattina ha ricevuto nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico una delegazione di Atleti di “Special Olympics” che rappresenteranno l’Italia ai Giochi Mondiali di Los Angeles in programma dal 25 luglio al 2 agosto.
Papa Francesco ritorna sul tema dell’educazione e spiega che “tutti noi, nella vita, abbiamo bisogno di educatori, persone mature, sagge ed equilibrate che ci aiutano a crescere nella famiglia, nello studio, nel lavoro, nella fede”. Di più, abbiamo bisogno di “educatori che ci incoraggiano a muovere i primi passi in una nuova attività senza aver paura degli ostacoli e delle sfide da affrontare; che ci spronano a superare momenti di difficoltà; che ci esortano ad avere fiducia in noi stessi e nei nostri compagni; che ci sono accanto sia nei momenti di delusione e smarrimento sia in quelli di gioia e di successo”.
"Voi atleti avete una missione da compiere: poter essere, per quanti vi ammirano, validi modelli da imitare. E anche voi, dirigenti, allenatori e operatori sportivi, siete chiamati a dare buona testimonianza di valori umani, maestri di una pratica sportiva che sia sempre leale e limpida". Con queste parole il Papa si è rivolto alla Federazione Italiana Tennis