E’ il Perdono Divino il vero “motore della speranza”. Su questo concetto si snoda l’Udienza Generale odierna di Papa Francesco, anche oggi, per il gran caldo, in Aula Paolo VI. “Gesù prova compassione. Letteralmente: Gesù sente fremere le sue viscere”. Il Papa durante la sua catechesi esprime più volte questa idea: “Il cuore di Cristo incarna e rivela il cuore di Dio, che laddove c’è un uomo o una donna che soffre, vuole la sua guarigione, la sua liberazione, la sua vita piena”.
I Santi. Sono loro i protagonisti dell’Udienza Generale di oggi e i veri testimoni della speranza. “Sono i fratelli e sorelle maggiori, che sono passati per la nostra stessa strada, che hanno conosciuto le nostre stesse fatiche e vivono per sempre nell’abbraccio di Dio”, esordisce il Pontefice in Piazza San Pietro.
La paternità di Dio, sorgente della nostra speranza. Avere il coraggio di “chiamare Dio con il nome di Padre”. Ruota su queste riflessioni la catechesi di Papa Francesco nell’udienza generale odierna in Piazza San Pietro.
“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Su queste parole di Gesù si snoda la catechesi di Papa Francesco nell’Udienza Generale odierna in Piazza San Pietro. Per il Papa tutto il Vangelo è “racchiuso tra queste due citazioni, parole che comunicano il mistero di un Dio il cui nome, la cui identità è essere-con, in particolare con noi, cioè con la creatura umana”.
Cristo Risorto, nostra speranza. Nel ciclo di catechesi di Papa Francesco dedicate al tema della “speranza cristiana”, durante l’Udienza Generale, la Pasqua ne è certamente il perno. La nostra fede e la nostra speranza nascono quel mattino speciale, della Pasqua.
La speranza del mondo e la speranza della croce. Nella Settimana Santa il tema della speranza cristiana si lega inesorabilmente alla croce. E durante l’Udienza Generale in Piazza San Pietro Papa Francesco afferma: “Noi crediamo che proprio nel Crocifisso la nostra speranza è rinata. È una speranza diversa da quelle del mondo”.
La perseveranza e la consolazione. “Qual è il loro significato più profondo, più vero? E in che modo fanno luce sulla realtà della speranza?” Lo chiede Papa Francesco nel corso dell’Udienza Generale di oggi in Piazza San Pietro, continuando il ciclo delle catechesi sulla speranza cristiana. Alla fine dell’Udienza il Papa rivolge anche un appello: partecipare all’appuntamento delle “24 ore con il Signore”: “Invito tutte le comunità a vivere con fede l’appuntamento del 23 e 24 marzo per riscoprire il sacramento della riconciliazione, auspico che anche quest’anno tale momento privilegiato di grazia del cammino quaresimale sia vissuto in tante chiese per sperimentare l’incontro gioioso con la misericordia del Padre, che tutti accoglie e perdona".
Dio non è lontano, anonimo, ma è il nostro rifugio. Papa Francesco lo ha ricordato prima della preghiera dell’ Angelus domenicale. Alle 12 il Papa si è affacciato dalla finestra del Palazzo Apostolico è ha commentato le Letture della VIII domenica del tempo ordinario, l’ultima prima dell’inizio della Quaresima.
L’elmo della speranza. L’apostolo Paolo, di fronte ai timori e alle perplessità della sua comunità, invita tutti a “tenere salda sul capo come un elmo, soprattutto nelle prove e nei momenti più difficili della nostra vita, la speranza della salvezza”. E’ il cuore della catechesi di Papa Francesco nell’Udienza Generale di oggi in Aula Paolo VI.
“Funzione della pena, giustizia ripartiva e amministrazione del sistema carcerario” è il tema del convegno che si è tenuto giovedì 7 aprile 2016 all’Università Europea di Roma.
Nonostante il dubbio circa il racconto delle donne, Pietro si alza e corre al sepolcro: “non rimase seduto a pensare, non restò chiuso in casa come gli altri. Non si lasciò intrappolare dall’atmosfera cupa di quei giorni, né travolgere dai suoi dubbi; non si fece assorbire dai rimorsi, dalla paura e dalle chiacchiere continue che non portano a nulla. Cercò Gesù, non se stesso. Preferì la via dell’incontro e della fiducia e, così com’era, si alzò e corse verso il sepolcro, da dove poi ritornò pieno di stupore”. Lo ha detto il Papa nella omelia pronunciata durante la solenne veglia pasquale presieduta nella Basilica di San Pietro.
Una omelia dedicata alla speranza cristiana virtù umile e forte che non ci fa annegare nelle tante difficoltà della vita. Papa Francesco nelle riflessioni della omelia del mattino a Casa Santa Marta ha commentato le letture del giorno e, come riporta la Radio Vaticana ha detto che il “filo della speranza” lega “tutta la storia della salvezza” ed è “fonte di gioia”.
Sogno, speranza, incontro. Sono le tre parole chiave del discorso che Papa Francesco ha rivolto ai giovani che lo hanno incontrato presso il Centro Felix Varela di L’Avana, a Cuba.
Dopo l’abbraccio di Scampia il Papa si fa abbracciare dal cuore di Napoli. La messa la celebra a Piazza del Plebiscito con migliaia di fedeli di tutta la città. E se a Scampia aveva risposto alle domande degli immigrati, dei senza lavoro, di chi vuole il meglio per la città, se a Scampia aveva ancora gridato contro il lavoro nero, la corruzione, lo sfruttamento, se aveva ricordato che tutti siamo migranti sulla terra, nella omelia della messa il tono diventa più intenso, liturgico. Il Papa “sociale” lascia il posto all’appassionato di spiritualità ignaziana. “ Oggi sono venuto a Napoli per proclamare insieme a voi: Gesù è il Signore! Nessuno parla come Lui! Lui solo ha parole di misericordia che possono guarire le ferite del nostro cuore. Lui solo ha parole di vita eterna.”