Il Cardinale Parolin sarà in Slovacchia dal 14 al 16 settembre, con un calendario che prevede degli incontri istituzionali a Bratislava, ma anche una visita nel santuario di Šaštín e in quello di Klokočov. È una visita nel cuore della nazione slovacca, che, dalla visita di Papa Francesco nel 2021, ha portato avanti sentimenti di vicinanza con il Santo Padre. Il Papa aveva incontrato, tra l’altro, la presidente Caputova l’ultima volta nel dicembre 2022.
Tra Kosice e Presov, fino a Bratislava. Dall’incontro con gli esponenti della Chiesa di rito bizantino locale fino a quello con gli ebrei. Il Cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, è stato in Slovacchia dal 28 al 30 marzo. Tre giorni di viaggio per rinsaldare i legami con una nazione che anche Papa Francesco ha visitato, e dove poi, all’inizio della guerra in Ucraina, è arrivato anche il Cardinale Michael Czerny in una visita da inviato del Papa per aiutare i profughi ucraini che avevano varcato i confini.
Ogni giorno, ci sono 12 mila profughi che dall’Ucraina varcano la frontiera verso la Slovacchia, per un totale di 200 mila dall’inizio della guerra. E ogni giorno, centinaia di volontari slovacchi vanno a dare una mano al confine, per accoglierli. Gente comune, ma anche il vescovo ausiliare di Bratislava Jozef Hal’ko o il vescovo greco-cattolico di Kosice Cyril Vasil’. Si è parlato anche di questo nell’incontro del Primo Ministro slovacco Eduard Heger con Papa Francesco prima e con la Segreteria di Stato poi.
Due bilaterali, su temi comuni, scelti con cura per evitare controversie e guardare avanti nella collaborazione tra gli Stati. Ungheria e Slovacchia hanno parlato a lungo con la Santa Sede, nel corso di due incontri bilaterali che si sono svolti durante la visita di Papa Francesco nei due Paesi. In Ungheria, c’era anche il Papa, in una interlocuzione costante con il presidente Ader, da pari a pari, e con a fianco il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e l’arcivescovo Paul Richard Ggallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati. In Slovacchia, dopo l’incontro del Papa con la presidente Caputova e il discorso alle autorità, c’è stato anche un successivo bilaterale nel pomeriggio del 13 settembre, che ha coinvolto il Cardinale Parolin, l’arcivescovo Gallagher il primo ministro slovacco Heger.
Un incontro privato con presidente e primo ministro di Ungheria, vari incontri nella nunziatura con i vertici politici in Slovacchia. Il viaggio di Papa Francesco a Budapest e in Slovacchia ha anche un aspetto diplomatico da non sottovalutare. Tutto, in maniera forse eccessiva, si è concentrato sul fatto che Papa Francesco non volesse incontrare il Primo Ministro ungherese Viktor Orban, in dissenso con le sue politiche. Alla fine, però, l’incontro ci sarà, ed avrà comunque un peso diplomatico. Mentre in Slovacchia Papa Francesco avrà il consueto incontro con le autorità, ma riceverà anche in nunziatura la visita del presidente della Camera e del presidente del Senato slovacchi.
I trenta anni dalla caduta del muro di Berlino coincidono anche con i trenta anni della Rivoluzione di Velluto in quella che allora era la Cecoslovacchia. Rivoluzione di velluto perché fu un moto di protesta non cruento, guidato soprattutto da studenti, che andò ad erodere il sistema comunista fino alle elezioni libere che portarono Vaclav Havel alla presidenza della Repubblica. Un movimento che portò alla separazione, anche questa incruenta, tra Repubblica Ceca e Slovacca.
Sono quattro le decorazioni natalizie offerte in dono a Papa Francesco dal presidente slovacco Andrej Kiska. In visita in Italia, il presidente slovacco ha colto l’occasione per una udienza da Papa Francesco, che già aveva incontrato nel 2015. E ha portato in dono una serie di decorazioni composte da persone che vengono da gruppi svantaggiati.