Ultime Notizie: situazione dei cristiani in Medio Oriente

Marco Mancini / Acistampa

L'invito del Patriarca Twal: spegnete le luci di Natale per chiedere la pace

Un invito alla pace, alla sobrietà alla speranza. Il messaggio del Patriarca latino di Gerusalemme per Natale è un appello ai capi israeliani e palestinesi: è  il momento di dar prova di coraggio, e di operare per una pace stabile fondata sulla giustizia. Basta rimandare”. Perché  “ciascuno dei due popoli della Terra Santa … ha diritto alla dignità, a uno Stato indipendente e ad una sicurezza duratura” .  

ACS

Una cappella per i cristiani profughi in Iraq

"Questa cappella restituisce ai fedeli un pezzetto della loro casa. Ed ora possono tranquillamente andare a messa senza rischiare la propria vita". Con queste parole padre Luis Montes ringrazia Aiuto alla Chiesa che Soffre per aver finanziato una cappella-container per il campo profughi intitolato alla Vergine Maria di Bagdad. La chiesa è stata consacrata nei giorni scorsi da monsignor Jean Benjamin Sleiman, arcivescovo di Bagdad dei latini.

ACS

Siria: solo i più poveri restano ad Aleppo

"Le poche risorse a disposizione non ci permettono di provvedere ai tanti bisogni dei nostri fedeli". Così racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, monsignor Denys Antoine Chahda, arcivescovo siro-cattolico di Aleppo.

ACS

Siria, migliaia di cristiani in fuga da Sadad

Migliaia di cristiani in fuga dalla violenze dello Stato Islamico. È il drammatico quadro descritto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre dall’arcivescovo siro-ortodosso di Homs, Selwanos Boutros Alnemeh. Il presule ha reso noto che dal 31 ottobre ad oggi la cittadina cristiana di Sadad è sotto attacco da parte di Isis, mentre il vicino villaggio di Maheen è già caduto in mano ai jihadisti.

ACS

I cristiani ad Erbil ormai non sperano più

"I cristiani ormai hanno perso qualsiasi speranza di tornare presto alle loro case". Così l’arcivescovo caldeo di Erbil, monsignor Bashar Matti Warda, ha descritto lo stato d’animo dei suoi fedeli durante una vista al quartier generale di Aiuto alla Chiesa che Soffre in Germania.

@cc

Sandri: il Medio Oriente non ne può più delle guerre

“L’avidità di cose, di affetti, di potere,  porta alcuni ad ergersi come padroni della vita pubblica, facendosi servire e riverire credendosi dei capi; giungendo persino a danneggiare la natura e la stessa esistenza umana, facendo commercio di droga, traffico di persone, o più sottilmente smaltendo rifiuti tossici, ma in realtà creando riserve di morte per le zone circostanti, portando ferita mortale all'uomo, al creato e alla casa comune”. Lo ha detto il cardinale Leonardo Sandri Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali che ha celebrato domenica mattina la messa in occasione “141° Anniversario dell’Incoronazione della Sacra Immagine” della Madonna dell’Arco in Campania nella cittadina di Sant’ Anastasia alle falde del Vesuvio, non lontano da Napoli.

CTV

Il Papa: la comunità internazionale metta fine a violenze e soprusi

Nel cuore del Papa ci sono i cristiani e i martiri delle fughe dalla persecuzione. Martiri come il Beato il Vescovo siro-cattolico Flaviano Michele Melki che “nel contesto di una tremenda persecuzione contro i cristiani, egli fu difensore instancabile dei diritti del suo popolo, esortando tutti a rimanere saldi nella fede.” Ma anche oggi i cristiani sono perseguitati  in Medio Oriente e in altre parti del mondo e la beatificazione di questo Vescovo deve dare consolazione, ma deve essere “di stimolo ai legislatori e ai governanti perché ovunque sia assicurata la libertà religiosa; e alla comunità internazionale perché si ponga fine alle violenze e ai soprusi.”

@cc

Beatificato il vescovo martire della Chiesa sirocattolica: oggi i cristiani ancora martiri

Come ai tempi del martirio di monsignor Melki, ai cristiani oggi “viene negata ogni libertà, costretti ad abbandonare la loro patria o a convertirsi forzatamente o a morire”. É un passo del messaggio che il cardinale Angelo Amato, prefetto delle Congregazione delle Cause dei santi, ha letto a nome del Papa durante la beatificazione celebrata sabato a Daroun-Harissa, in Libano, di Flavien Mikhaiel Melki, della congregazione di Sant’Efrem, vescovo di Djezireh dei Siri.  

Agenzia Habeshia

I cristiani della Siria che trovano la morte nel Mediterraneo

"Molti cristiani hanno cercato un futuro migliore in Europa attraversando il Mar Mediterraneo. Alcuni ce l’hanno fatta, altri hanno trovato la morte in mare. Ma la disperazione continua a spingere i nostri fratelli nella fede a far salire i propri figli su quei barconi".

syrianfreepress

Noi cristiani in Siria assediati dai nemici

“Non possiamo essere pessimisti, perchè il Signore Gesù non era pessimista”. L’Arcivescovo cattolico di rito siriaco Jacques Hindo lo dice con coraggio. In un colloquio con CNA il presule titolare della Arcieparchia di Hassake-Nisibi in Siria, al confine con la Turchia, racconta come è avvenuto il rilascio di 22 ostaggi da parte degli miliziani dell’ Isis.

Pro Terra Sancta

Il Parroco di Aleppo: sentiamo la forza delle vostre preghiere

“Dopo l’ultima visita in Italia mi sono accorto che noi siamo ben presenti nelle vostre preghiere, delle parrocchie e dei sacerdoti, di tanti consacrati che fanno veglie per noi. Questo dà coraggio.”

acoantioquena.com

Dal Santo Sinodo greco ortodosso in Libano un appello per i cristiani perseguitati

La guerra in Siria, in Iraq e Yemen e il dramma dei cristiani in tutto il Medio Oriente, lo stallo politico in Libano, diverse questioni interne alla Chiesa greco- ortodossa, sono stati i temi al centro del Santo Sinodo della Chiesa greco-ortodossa, riunita nei giorni scorsi a Balamand, in Libano. Secondo quanto riporta il quotidiano libanese l’Orient le Jour il Sinodo è stato una occasione per fare il punto sulla situazione pastorale, ma soprattutto il Santo Sinodo ha espresso “profondo dolore” per quanto sta accadendo in Siria, elogiando la determinazione dei fedeli greco-ortodossi siriani a restare in patria, nonostante i tentativi di impedire una convivenza pacifica nel Paese tra le diverse comunità.  

theorthodoxchurch.info

La preghiera del Papa per i martiri della Siria

Un incontro speciale per Papa Francesco questa mattina con Mor Ignatius Aphrem II, Patriarca Siro-Ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente, un colloquio privato e uno scambio di discorsi e infine una preghiera comune nella cappella Redemptoris Mater. Una preghiera per il Medio Oriente per “una Chiesa di martiri fin dall’inizio” che  “lo è ancora oggi, in Medio Oriente, dove continua a patire, insieme con altre comunità cristiane e altre minoranze, le terribili sofferenze provocate dalla guerra, dalla violenza e dalle persecuzioni. Quanto dolore! Quante vittime innocenti! Di fronte a tutto questo, sembra che i potenti di questo mondo siano incapaci di trovare soluzioni.”  

Un momento dell'incontro di Bari / Comunità di Sant'Egidio

Gallagher: "Rispetto dei diritti umani per i Cristiani in Medio Oriente"

Per i cristiani il Medio Oriente è una terra di esodo, ma anche di martirio. “Negli ultimi mesi siamo stati testimoni delle atrocità inaudite perpetrate da più parti”, dice monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati e “migliaia di cristiani e di persone appartenenti ad altre minoranze religiose a fuggire dalle proprie case e cercare rifugio altrove in condizioni di precarietà, sottoposte a sofferenze fisiche e morali”: “Alcuni hanno venduto o quasi ceduto le loro proprietà allo scopo di pagare i “trafficanti” che li fanno arrivare in Europa o in altri Paesi. Tanti altri sono stati sequestrati e addirittura uccisi a causa della fede che professano”.

"Informal Settlement" di Sharia, vicino a Duhok, Kurdistan Iraqeno - 28 marzo 2015 / Daniel Ibáñez - Catholic News Agency

Iraq, dove la guerra non si sente. Ma si vede

La Messa di Pasqua sarà officiata dal Cardinal Fernando Filoni in una tenda, ad Erbil. Perché è quello il posto dove ascoltano Messa i profughi arrivati nella zona Nord dell’Iraq, nel Kurdistan difeso dai Peshmerga. La tenda l’hanno messa lì per loro, e non si sa quanto resterà. C’è chi sa già che i tempi sono lunghissimi. E c’è chi spera che in sei mesi Mosul sarà ripresa dalle forze dello Stato Islamico, che è lì, a due passi, e diventa ancora più vicino quando si va da Erbil e Duhok e ritorno, costeggiando Alqosh, la città che fino a poco tempo fa era nelle mani dello Stato islamico. Ma tutto è sicuro, e la vita scorre regolare, ad Erbil, come a Duhok. Ci si abitua a tutto. Anche alla guerra.