In un rapporto pubblicato dalla Sala Stampa della Santa Sede sono stati resi noti i progetti della Colletta Pro Terra Sancta per il 2018, una donazione speciale della Santa Sede. La colletta avviene durante il Venerdì Santo, ed è la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai luoghi santi. È lo strumento voluto dai Papi per testimoniare in maniera concreta il legame tra i cristiani del mondo e i Luoghi Santi.
“Si abbattono le mura della morte e della indifferenza, solo sapendo ricostruire! E si ricostruisce, solo tornando a rispondere alle domande fondamentali del nostro esistere, prima fra tutte: “per quale fine?”;
Quale è la situazione dei cristiani perseguitati del mondo? Uno dei compiti della diplomazia pontificia è, appunto, quella di occuparsi dei cristiani sul territorio. E così diventano fondamentali i rapporti e i numeri, che aiutano a dare le dimensioni del rapporto sul campo. Questa settimana è stato pubblicato il rapporto di Open Doors. La sua classifica delle nazioni più a rischio è uno strumento di riflessione.
Un primo passo per la ricostruzione della Piana di Ninive ed il ritorno alla cristianità dei territori invasi nel 2014 dallo Stato Islamico.
C’è una “saggezza che nasce da un’ostinata resistenza di ciò che è autentico”, scrive Papa Francesco nella Evangelii gaudium, e i 100 anni di vita del Pontificio Istituto orientale sono una occasione anche per fermarsi a riflettere su come a questa saggezza si legata la salvaguardia e la pace sulla terra.
Papa Francesco ha ricevuto oggi in udienza Omer Ahmed Karim Berziniji, Ambasciatore della Repubblica dell’Iraq presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle lettere credenziali.
È sempre una bella esperienza parlare con Sua Beatitudine Ignace Youssef III Younan, Patriarca siro-cattolico di Antiochia
“Non è chiaro” chi si prenderà cura dei cristiani nei villaggi liberati, e per questo loro si sentono “traditi” dal governo.
Per la Siria “Non servirebbe una nuova conferenza di pace, un tentativo ulteriore di mediazione?” La domanda l’ha posta il cardinale Sandri, Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali durante il convengo del Pontificio Istituto Orientale che ha aperto le celebrazioni dei 100 di fondazione. La Siria, Damasco, Aleppo, vivono una guerra senza fine.
“Oggi il cristianesimo è diventata la religione più perseguitata”. Zoltan Balog, ministro ungherese delle Risorse Umane, ospiterà l’ufficio del sottosegretario di Stato che si occuperà dei cristiani perseguitati in Ungheria, che sarà occupato da Tamas Torok. Una decisione che il premier Viktor Orban ha preso dopo l’incontro annuale dei legislatori cattolici, che si è tenuto a Frascati nella scorsa settimana. L’incontro, strettamente riservato, ha visto la presenza di molti patriarchi cristiani del Medio Oriente.
La delicata e drammatica situazione dei Cristiani in Medio Oriente sarà al centro dei lavori della XI Assemblea generale del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente che si apre oggi ad Amman, in Giordania. I capi delle locali comunità cristiane discuteranno di dialogo e convivenza con l'Islam.
Anche Ján Figel, inviato speciale della Commissione Europea per la promozione della libertà di religione o di credo al di fuori dell’Unione Europea, visita l’esposizione di Aiuto alla Chiesa che Soffre sulla persecuzione anticristiana al Meeting di Rimini.
“Veramente è un dono prezioso quello di vivere dove ha vissuto Gesù Cristo il nostro redentore. Posso assicurarvi che è una gioia immensa piena di tenerezza camminare, toccare e vedere i luoghi santi dove ha camminato e vissuto Gesù, Maria, Giuseppe, i discepoli del Nuovo Testamento e i profeti dell'Antico Testamento”.
Le ragioni del perché quello che avviene in Iraq e in tutto il Medioriente sta nelle parole appassionate di padre Rebwar Basa, un sacerdote che è andato a parlare di quello che vivono i cristiani laggiù al meeting di Rimini. È uno dei sette testimoni che Aiuto alla Chiesa che Soffre ha voluto al padiglione da essa curato al Meeting di Rimini. Un percorso esperienziale, perché non basta far vedere. Occorre far vivere. Con ACI Stampa, padre Basa dà voce ai cristiani dell’Iraq che non sempre hanno davvero voce.
Si è aperta oggi in Vaticano, come ogni anno, l'89a Assemblea Plenaria della R.O.A.C.O., Riunione delle Opere di Aiuto per le Chiese Orientali, sotto la presidenza del Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, Cardinale Leonardo Sandri.
“I cristiani della Terra Santa sono chiamati a lavorare con gli altri, a vivere una dimensione ecumenica, di dialogo.
Lahore, 27 marzo, attacco ai cristiani mentre festeggiavano la Pasqua in un parco. Aden, Yemen, 4 marzo. Quattro Missionarie della carità, la congregazione fondata da Madre Teresa di Calcutta, vengono trucidate da islamisti. In questo mese di marzo, in cui la comunità cristiana è stata nuovamente messa sotto attacco, Aiuto alla Chiesa che Soffre ribadisce con forza la necessità di porre fine ad una tragica tendenza che la Fondazione pontificia – autrice dal 1999 del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo – continua a registrare di anno in anno.
“Quando si parla con vescovi e altre persone che vengono dalla Siria, dalla Libia, dall’Iraq e dall’Afghanistan e con coloro che ci vivono, essi ci dicono sempre che i cristiani devono rimanere, perché i cristiani sono stati in questi luoghi per più tempi dei musulmani, e fanno di tutto perché i cristiani vi possano restare”.
Si è conclusa ieri la conferenza organizzata a Roma dai vescovi tedeschi dedicato al dialogo tra dei cristiani nei paesi arabi. Tra le relazioni anche quella del cardinale Sandri Prefetto della Congregazioni per le Chiese Orientali che ha ricordato la complessita dei territori del Medio Oriente con sfide “antiche e nuove”.
"Il nostro incubo, la nostra più grande angoscia è che in Iraq e in Siria possa accadere quanto avvenuto in Turchia, dove non possiamo quasi più parlare di una presenza cristiana". Esprime tutta la sua preoccupazione il Patriarca siro-cattolico Ignace Youssif III Younan.