Migliaia di cristiani in fuga dalla violenze dello Stato Islamico. È il drammatico quadro descritto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre dall’arcivescovo siro-ortodosso di Homs, Selwanos Boutros Alnemeh. Il presule ha reso noto che dal 31 ottobre ad oggi la cittadina cristiana di Sadad è sotto attacco da parte di Isis, mentre il vicino villaggio di Maheen è già caduto in mano ai jihadisti.
Dopo il rapimento in Siria, interviene padre Jacques Mourad. “La mia liberazione è stata un vero miracolo”, scrive il sacerdote in una lettera inviata al responsabile di Aiuto alla Chiesa che Soffre per il Medio Oriente, padre Andrzej Halemba . Ma, spiega, “la situazione si aggrava di giorno in giorno, al punto che mi è molto difficile intravedere soluzioni possibili”.
"Uno dei drammi umanitari più opprimenti degli ultimi decenni è rappresentato dalle terribili conseguenze che i conflitti in Siria e in Iraq hanno sulle popolazioni civili, nonché sul patrimonio culturale. Milioni di persone sono in un preoccupante stato di urgente necessità, costrette a lasciare le proprie terre di origine. Di fronte ad un tale scenario e a conflitti che vanno estendendosi e turbando in maniera inquietante gli equilibri interni e quelli regionali, la comunità internazionale non sembra capace di trovare risposte adeguate, mentre i trafficanti di armi continuano a fare i loro interessi: armi bagnate nel sangue, sangue innocente". E' il durissimo atto di accusa lanciato stamane dal Papa che ha ricevuto i partecipanti all’Incontro promosso dal Pontificio Consiglio Cor Unum sulla crisi umanitaria siriana e irachena.
Il Pontificio Consiglio Cor Unum ha convocato per giovedì 17 settembre un vertice sulla crisi umanitaria in Sira ed Iraq. Invitati gli organismi di carità cattolici che operano nell’area del Medio Oriente, e i vescovi della regione. Finora una trentina di associazioni hanno aderito all’invito.
“La grande accoglienza riservata ai rifugiati siriani in Europa spinge in molti, soprattutto tra i cristiani, ad abbandonare la Siria. Ma il nostro compito è quello di aiutare le comunità cristiane a rimanere”. Così afferma padre Andrzej Halemba, responsabile internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre per il Medio Oriente.
"Se centinaia di migliaia di persone preferiscono la fuga alla permanenza nel luogo di origine, pur consapevoli di mettere in pericolo la loro vita, è perché i conflitti si sono moltiplicati. I profughi non si riducono innalzando muri, ma diminuendo le guerre".
Come ai tempi del martirio di monsignor Melki, ai cristiani oggi “viene negata ogni libertà, costretti ad abbandonare la loro patria o a convertirsi forzatamente o a morire”. É un passo del messaggio che il cardinale Angelo Amato, prefetto delle Congregazione delle Cause dei santi, ha letto a nome del Papa durante la beatificazione celebrata sabato a Daroun-Harissa, in Libano, di Flavien Mikhaiel Melki, della congregazione di Sant’Efrem, vescovo di Djezireh dei Siri.
“Sulla situazione della Siria, come in tante altre situazioni, c'è sempre la tendenza di dimenticare, diventano malattie croniche di cui nessuno più si occupa a meno che non ci siano fiammate particolari.” Lo ha detto il cardinale Segretario di Stato ai giornalisti a margine della sua visita al Policlinico Agostino Gemelli a Roma dove ha celebrato la Santa Messa per “invocare la benedizione del cielo sul cammino” della nuova fondazione che dal 1° agosto di quest’anno ha assunto la gestione del policlinico in autonomia dall’Università cattolica del Sacro Cuore, “pur rimanendone parte integrante, soprattutto nei valori ispiratori e nelle finalità apostoliche e formative”.
"Molti cristiani hanno cercato un futuro migliore in Europa attraversando il Mar Mediterraneo. Alcuni ce l’hanno fatta, altri hanno trovato la morte in mare. Ma la disperazione continua a spingere i nostri fratelli nella fede a far salire i propri figli su quei barconi".
La furia dello Stato Islamico non conosce soste. E’ di pochi giorni fa la notizia della distruzione del monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn, vicino a Homs in Siria, risalente al V secolo dopo Cristo.
“Non possiamo essere pessimisti, perchè il Signore Gesù non era pessimista”. L’Arcivescovo cattolico di rito siriaco Jacques Hindo lo dice con coraggio. In un colloquio con CNA il presule titolare della Arcieparchia di Hassake-Nisibi in Siria, al confine con la Turchia, racconta come è avvenuto il rilascio di 22 ostaggi da parte degli miliziani dell’ Isis.
In Siria è in atto “una pulizia religiosa! Quella che i vostri governanti non vogliono vedere: non ne vogliono sapere niente! A loro importa poco delle libertà religiosa di queste comunità, che sono riuscire a sopravvivere per centinaia di anni proprio perché attaccate al loro Salvatore e al Vangelo”. E’ fortissimo l’appello del patriarca della Chiesa siro-cattolica Ignace Youssif III Younan.
“Dopo l’ultima visita in Italia mi sono accorto che noi siamo ben presenti nelle vostre preghiere, delle parrocchie e dei sacerdoti, di tanti consacrati che fanno veglie per noi. Questo dà coraggio.”
Dopo l’appello del Papa per la liberazione di Padre Dall’Oglio e dei vescovi ortodossi, si leva la voce del Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente Giovanni X. “La nostra regione è in grande difficoltà, sull’orlo della disperazione, ma noi, cristiani ortodossi, non siamo disperati. Nonostante la nostra sofferenza, siamo determinati a rimanere nella nostra terra, sappiamo dove è il nostro futuro. Abbiamo un grande ruolo da svolgere per la guarigione delle ferite e la ricostruzione”. L’occasione per questo pronunciamento è avvenuta nei giorni scorsi, alla Convention della Chiesa ortodossa di Antiochia negli Stati Uniti.
Di oggi l’“accorato e pressante appello per la liberazione di questo stimato religioso”, padre Paolo Dall’Oglio, a due anni dal suo rapimento in Siria da parte di Papa Francesco. Di questa mattina, invece, quasi a precedere le parole del Papa all’Angelus, l’intervento del Nunzio Apostolico a Damasco, mons. Mario Zenari. Che parla della “vicinanza” di Francesco per il Paese martoriato. “Il Papa ha un cuore per queste sofferenze, è vicino a queste persone che soffrono e questo l’ho toccato con mano, l’ho sentito”.
"Possiamo dire - scrivono i promotori dell‘associazione - che chi ha sequestrato padre Paolo non ha sequestrato anche la sua testimonianza di fede e il suo pensiero, il suo impegno, il suo servizio. Non ne faremo un totem, ma un argomento di riflessione e di comprensione di una realtà agghiacciante, di un martirio che va avanti addirittura da quattro anni: il martirio del popolo siriano, tra tirannidi e totalitarismi terrificanti".
Confermo che “Padre Antoine Boutros e il suo collaboratore Said Al-Abdun, scomparsi da domenica scorsa, sono stati effettivamente fermati e sequestrati da uno dei tanti gruppi armati ribelli che si muovono nella zona”. Sono le parole con cui Mons. Nicolas Antiba, arcivescovo greco-melchita di Bosra e Hauran, in Siria, conferma il rapimento dei due uomini.
Un frate francescano iracheno della Custodia di Terra Santa, padre Dhiya Azziz, 41 anni, parroco a Yacoubieh in Siria è stato rapito sabato scorso da un gruppo di militanti di una brigata non identificata, probabilmente riconducibile alle forze jihadiste di Jabhat al Nusra.
Questa mattina Papa Francesco ha ricevuto il Cardinale Raymond Leo Burke, Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta e Fra’ Matthew Festing, Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. Una occasione per ricordare l’impegno dello SMOM soprattutto per i rifugiati in previsione della giornata del 20 giugno dedicata dalle Nazioni unite a questo dramma umanitario. In Siria ogni 60 secondi una famiglia è costretta ad abbandonare la propria casa a causa delle violenze in corso da oltre 4 anni.
“Ringraziamo dal profondo del cuore i benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre per la solidarietà mostrata alle popolazioni sofferenti della Siria. E vi preghiamo di continuare a pregare per noi”. Questo uno degli ultimi messaggi inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre da padre Jacques Mourad, il sacerdote rapito a Qaryatayn in Siria lo scorso 21 maggio. La fondazione pontificia ha sostenuto l’opera del religioso sin dal 2004 ed in particolare dopo l’inizio della crisi siriana nel 2011.