Suor Carol Tahhan Fachakh è una suora salesiana siriana. E la sua è una storia di coraggio e di solidarietà con i bambini, i giovani, i poveri in Siria. Questo “speciale lavoro” nella sua Siria le è stato riconosciuto dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Mettendo la propria vita a rischio, suor Carolin è diventata un segno di speranza per musulmani e cristiani. E ha vinto un premio speciale, il Premio Internazionale Donne Coraggiose del 2017.
“Ancora vittime. Ancora orrore, morte e cancellazione di vite umane, tra cui molti bambini a Idlib, in Siria. Mentre istituzioni internazionali e governi continuano in sterili negoziati, discussioni inutili e rimpalli di responsabilità, siamo ancora una volta davanti ad un crimine che papa Francesco ha definito “inaccettabile”. Perché ogni guerra è crimine, follia, suicidio dell’umanità, avventura senza ritorno”.
“Le cerimonie funebri oggi in Siria di vivono con una intensità molto particolare, perché spesso si tratta di veri e propri martiri”.
Si chiama Suor Carolin Tahhan Fachakh ed è una religiosa salesiana. Il suo merito speciale? E’ stata premiata, dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, per il suo coraggio nel servire le persone colpite dal conflitto siriano e per il suo impegno a salvaguardare e sostenere i più vulnerabili, in particolare i bambini, i rifugiati, e le donne sfollate. Mettendo la propria vita a rischio, suor Carolin è diventata un segno di speranza per musulmani e cristiani. E ha vinto un premio speciale, il Premio Internazionale Donne Coraggiose del 2017.
Puntuali arrivano gli appelli di pace di Papa Francesco, nell’Udienza Generale di oggi, riguardo agli ultimi fatti avvenuti in Russia e in Siria. “Appelli alla coscienza”, per mettere fine a queste tragedie.
È sempre una bella esperienza parlare con Sua Beatitudine Ignace Youssef III Younan, Patriarca siro-cattolico di Antiochia
Da quando Aleppo è stata liberata il numero dei feriti si è ridotto ma non c’è ancora sicurezza.”. Sono parole del Prof. Emile Katti, direttore dell'Ospedale La Speranza (AL Rajaa) di Aleppo (Siria), raggiunto telefonicamente da ACS-Italia. Riferendosi ai jihadisti di al-Nusra Katti afferma: “Sono a meno di 3 km da noi, a sud-ovest, e lanciano razzi in un quartiere che dista 1 km da noi. Qualche giorno fa ci sono stati almeno 3 morti e 40 feriti.”
“Ad Aleppo circa 2.000 famiglie cristiane hanno urgente bisogno di cibo, acqua potabile, gasolio per riscaldamento, indumenti e medicinali. Anche se la fase più cruenta del conflitto si è conclusa non dobbiamo dimenticare le sue tristi conseguenze, che purtroppo permarranno per un tempo non certo breve.”
"Una emozione unica" hanno commentato i giocatori dell'Al-Ittihad e dell'Hurrija al termine del match. Entrambe sono due squadre di calcio del campionato siriano che hanno disputato la loro partita nel vecchio stadio dell'Ittihad, struttura danneggiata dalle bombe. Dopo ben sei anni, si cerca un po’ di normalità ad Aleppo, martoriata dalla guerra.
I siriani “ne hanno avuto abbastanza”. È perentorio monsignor Simon Kassas. Libanese, primo segretario della Missione della Santa Sede presso le Nazioni Unite di New York – è lui che legge gli interventi in arabo alla missione, monsignor Kassas è stato in Siria recentemente, muovendosi dal natio Libano dove era andato per trascorrere il Natale. E, al suo ritorno, ha portato foto e impressioni, condivise dalla Missione della Santa Sede all’ONU.
Su mandato del Papa Monsignor Giampietro Dal Toso, Segretario Delegato del neonato Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ed il Cardinale Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria, si sono recati ad Aleppo dal 18 al 23 gennaio.
L’ultima grande apparizione pubblica a Roma è stata quella al convegno del Pontificio Istituto Orientale alla conferenza “Damasco: prisma di speranza” organizzata per il centenario dell’Istituto. Ma monsignor Hilarion Capucci, arcivescovo titolare di Cesarea di Palestina dei Greco Melchiti, era ben conosciuto come un paladino della causa palestinese. Un personaggio controverso, ma pur sempre un personaggio, che si è spento nella notte del 1 gennaio scorso a Roma.
“Il crocifisso è crivellato di colpi e mutilato, e tuttavia è restato sulla croce cinque anni, solidale con le nostre sofferenze e il nostro isolamento. È là, sfigurato come la nostra città, e ci mostra il dolore di Dio di fronte alla brutalità degli uomini.”. Sono parole dei Padri Gesuiti della Comunità di san Vartan di Aleppo (Siria), raccolte da Aiuto alla Chiesa che Soffre.
Papa Francesco scrive una lettera al presidente siriano Bashar al Assad chiedendo ancora una volta al presidente e alla comunità internazionale di "porre fine alla alla violenza e condannando ogni forma di estremismo e terrorismo". Lo conferma la Sala Stampa della Santa Sede. La lettera è stata consegnata personalmente a Damasco ad Assad dal nunzio apostolico in Siria, il Cardinale Mario Zenari.
“Mentre giriamo per le nostre città alla ricerca dei regali natalizi abbiamo l’opportunità di pensare anche a chi manca veramente di tutto. Rinunciare a qualcosa del nostro superfluo può rappresentare un’autentica speranza per le comunità cristiane mediorientali.”. Così Alessandro Monteduro, Direttore di ACS-Italia, presenta i tre progetti che la Fondazione pontificia ha scelto fra tanti per affidarli alla generosità dei benefattori italiani.
Per la Siria “Non servirebbe una nuova conferenza di pace, un tentativo ulteriore di mediazione?” La domanda l’ha posta il cardinale Sandri, Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali durante il convengo del Pontificio Istituto Orientale che ha aperto le celebrazioni dei 100 di fondazione. La Siria, Damasco, Aleppo, vivono una guerra senza fine.
“Oggi non si conosce ciò che effettivamente succede sul territorio siriano, e questo ha un effetto negativo per la popolazione”, ha esordito S.E. Mons. Denys Antoine Chahda, Arcivescovo di Aleppo dei Siri (Siria), incontrando il Direttore di ACS-Italia Alessandro Monteduro. E’ indubbio che “l’esercito governativo stia preparando l’attacco finale per riconquistare Aleppo, esercito che, al contrario degli avversari, ha rispettato la tregua.”. Il giudizio sul presidente siriano è equilibrato e realistico: “Assad è il migliore fra gli attori politici disponibili. Noi non difendiamo il governo siriano, noi difendiamo i diritti della gente che soffre a causa dei gruppi armati. Sono tutte vittime innocenti, che non si occupano di politica.”. Ora la conversione al cristianesimo non è possibile, ma, qualora Assad vinca, “siamo sicuri si possano aprire maggiori spazi per i cristiani, anzitutto sul piano costituzionale, migliorando così una Costituzione per la quale l’Islam non è la religione dello Stato.”
La Siria? Un laboratorio di crudeltà dove tutti cercano il proprio tornaconto. E per tornare alla dignità dell’uomo serve la tenerezza, che è rivoluzionaria.
Una città sotto assedio, piagata dai combattimenti, circondata da ogni parte, dove il poco cibo a disposizione ha un prezzo inaccessibile per la popolazione.
Grazie all’8xmille la Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato un finanziamento di circa due milioni di euro che permetterà a 3647 famiglie di profughi cristiani in fuga da Mosul e dalla Piana di Ninive, di trovare temporaneamente alloggio in case in muratura, prese in affitto dalla Diocesi Caldea di Erbil.