Non solo Siria e Iraq, ma anche Giordania, Turchia e soprattutto Libano sono nei pensieri del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, che ha aperto l’incontro di lavoro delle agenzie cattoliche e del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale impegnate in molti progetti in Medio Oriente. Si tratta di un tavolo ormai diventato annuale, che serve a coordinare gli aiuti nelle zone di crisi e di creare una vera e propria agenda di lavoro, che parte dalla diplomazia e arriva agli aiuti sul territorio.
Inviando un messaggio ad una cinquantina di agenzie cattoliche che discutono sulla situazione umanitaria in Siria e Iraq, Papa Francesco ha rivolto un appello per “fare in modo che la presenza cristiana in queste terre continui ad essere ciò che è sempre stata: un segno di pace, di progresso, di sviluppo e di riconciliazione tra i popoli”.
“Ogni giorno, nella preghiera, porto davanti al Signore le sofferenze e le necessità delle Chiese e dei popoli di quelle amate terre, come pure di coloro che si prodigano per dare loro aiuto”. E’ il pensiero di Papa Francesco espresso durante l’Udienza ai partecipanti al VI Incontro di coordinamento degli Organismi caritativi cattolici operanti in Iraq, in Siria e nei Paesi limitrofi, promosso dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, in particolare della Sezione Migranti e Rifugiati, in collaborazione con la Segreteria di Stato e la Congregazione per le Chiese Orientali, in corso dal 13 al 14 settembre presso la Pontificia Università Urbaniana.
“Grazie per il sostegno attento ed efficace a quanto la Chiesa va compiendo per cercare di lenire le sofferenze di milioni di vittime di questi conflitti. In tal senso vorrei sottolineare l’importanza di una rinnovata collaborazione a tutti i livelli tra i diversi soggetti che operano in questo settore”.Papa Francesco apre così i lavori per la quinta riunione sulla crisi umanitaria siriana e irachena promossa dal Pontificio Consiglio “Cor Unum”.