È la richiesta di una sostanziale riscrittura della seconda parte dell’Instrumentum Laboris quella che viene fuori dai Circoli minori anglofoni. C’è chi nota che “l’Instrumentum Laboris non definisce da nessuna parte il matrimonio.” C’è chi addirittura riscrive interamente la seconda parte dell’Instrumentum Laboris. Chi prova ad armonizzare e condensare i paragrafi. Tutti sono d’accordo che mancano delle solide referenze alle Sacre Scritture; che manca una definizione di famiglia; che non viene considerata l’indissolubilità del matrimonio da un punto di vista positivo.
Sinodo dei vescovi, riprendono i circoli minori. I prelati, divisi in 13 gruppi linguistici, hanno cominciato a discutere della seconda parte dell’Instrumentum Laboris. Ma è la terza che suscita le maggiori discussioni, e così le congregazioni generali l’hanno già cominciata a discutere lo scorso sabato. Nel pomeriggio, ci sono stati 43 interventi sul tema, spiega padre Federico Lombardi nel briefing con i giornalisti. E chiarifica che ci sarà una ‘relatio finalis’ del Sinodo. Ma che sarà solo il Papa a decidere se renderla pubblica, se farne un documento più comprensivo dopo il Sinodo, o se renderla pubblica qualche giorno dopo il Sinodo
Saranno presentate domani le relazioni dei 13 circoli minori, che in questi primi tre giorni di lavori hanno analizzato punto per punto la prima parte dell’ Instrumentum Laboris. Lo annuncia padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, nel briefing quotidiano sui lavori del Sinodo.
È una “sottile mancanza di speranza” quella che si può percepire nell’Instrumentum Laboris del Sinodo 2015. Così la descrive l’arcivescovo Charles J. Chaput, di Philadelphia, nel suo intervento in aula sinodale del 7 ottobre, pubblicato sul sito della diocesi di Philadelphia.