Non le strategie, non i calcoli umani, non le mode del mondo. Il centro di tutto, punto di partenza è “amare Dio e il prossimo”. E per farlo si deve “adorare e servire”, perché “adorando Lui ci riscopriamo liberi noi”, e perché “non c’è amore di Dio senza coinvolgimento nella cura del prossimo”. Papa Francesco indica questa strada nella messa che conclude questa prima tappa del Sinodo su Comunione, Missione e Partecipazione. E chiede che l’adorazione sia centrale, per i pastori e per le comunità, per ripartire davvero da Gesù Cristo.
Il Papa che ha cominciato i suoi viaggi apostolici da Lampedusa presiede un momento di preghiera con tutti i padri sinodali davanti la statua “Angel Awareness”, che in piazza San Pietro ricorda il dramma dei migranti e rifugiati di oggi. E, con una riflessione centrata sulla parabola del Buon Samaritano, mette in luce che si deve agire oggi perché i viandanti “non cadano vittime dei briganti”.
La vera notizia è la presenza del Cardinale Gehrard Ludwig Mueller, già prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede lasciato senza incarico dal Papa da quando ha finito il suo mandato nel 2017, tra i partecipanti al prossimo sinodo dei vescovi. Ed è una notizia ancora più significativa se si pensa che Mueller è entrato tra i membri di nomina pontificia, quelli scelti direttamente dal Papa per partecipare.
Papa Francesco lo ha detto chiaro: il Sinodo non deve essere più un evento, ma un processo. E, pe questo, nel processo del Sinodo c’è anche il momento delle tappe continentali, assemblee di tutto il popolo di Dio (da vescovi a laici) che mettano in luce quali sono le sfide delle loro Chiese e cerchino di costruire una mentalità sinodale.
Si parte dalla certezza che “Cristo è davvero speranza di Europa”, e che le proprie aspirazioni o visioni del mondo non possono essere al centro di tutto. L’Assemblea Sinodale Continentale che fa tappa in Europa, a Praga, ha però molti altri temi al centro. Quello, sempre latente, della guerra nel cuore dell’Europa, in Ucraina, cui si è aggiunta anche la solidarietà per le vittime del terremoto in Turchia e Siria. Quello di mettere insieme i due polmoni di Europa, orientale e occidentale, sviluppando davvero la unità nella diversità. E quello di comprendere davvero come agire nel processo sinodale.