Non solo sacerdoti. Il Sinodo per i giovani che si terrà nel 2018 parla di “vocazione” in senso ampio, di “chiamata” ad avere un posto nel mondo e nella vita della Chiesa. Ma come coinvolgere i giovani a fare della fede parte della loro vita, in un contesto sempre più secolarizzato? Ai vescovi europei, riuniti in un simposio a Barcellona, sono state presentate 23 buone pratiche.
Una Europa chiamata a riscoprire se stessa, a ritornare alle radici, per superare lo stallo dato dal nichilismo pratico che si è ormai diffuso anche tra i credenti: sono i problemi delineati dal Cardinale Angelo Bagnasco.
Cosa ha da offrire la Chiesa ai giovani oggi? Gesù Cristo, l’incontro con questo personaggio storico, realmente esistito, che è il Figlio di Dio resuscitato. Lo dice ad ACI Stampa il Cardinale Lorenzo Baldisseri, “ospite d’onore” al simposio del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee dedicato all’accompagnamento dei giovani.
Il futuro dei giovani cattolici in Europa? Sta nel costruire comunità, perché questi non devono sentirsi come “l’ultimo dei mohicani”. Lo racconta ad ACI Stampa l’arcivescovo Jean Claude Hollerich di Lussemburgo, membro del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, con alle spalle 22 anni di esperienza pastorale in Giappone prima di tornare come pastore nel cuore delle istituzioni europee.
Non una inevitabile vecchiaia, ma una nuova giovinezza. È questa la prospettiva dell’Europa per il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee che in questi giorni sta celebrando un simposio sui giovani a Barcellona.
Un sussidio in 12 punti, per guidare il dibattito. È stato preparato in vista del Simposio di Barcellona, organizzato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, che vedrà riuniti 250 delegati dal 28 al 31 marzo per parlare di “accompagnamento dei giovani”. Il simposio è uno dei primi grandi dibattiti europei di preparazione verso il Sinodo sui giovani che si terrà nel 2018.