“Noi oggi, incontrandovi, vorremmo dare ali alla vostra speranza. Ci crediamo, crediamo che ora, anche nei campi per sfollati,
Persone, non numeri. Papa Francesco lo dice spesso, parlando di migranti e rifugiati, tema così centrale nel suo pontificato che ha voluto creare una specifica sezione dedicata nella Curia, guidarla personalmente e creare cardinale uno dei sottosegretari. E sono persone, non numeri, anche gli sfollati interni, costretti a lasciare le loro case, ma non la loro nazione, e per questo invisibili, senza nemmeno la possibilità di ottenere lo status di rifugiati. A loro, Papa Francesco dedica il messaggio per la 106esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si tiene il prossimo 27 settembre.
Ci sono due motivi principali per cui la Chiesa si occupa con attenzione degli sfollati interni: il primo è che sono loro i primi a correre il rischio di diventare rifugiati, e dunque affrontando il problema dall’inizio si evitano problemi a volte ancora più grandi; e il secondo è che gli sfollati sono invisibili, spesso fuori dalle statistiche, raccolti in campi e spesso marginalizzati. Sono tra gli ultimi degli ultimi.