Venerdì 10 settembre alle ore 10.30 la marionetta "Little Amal" alta 3,5 metri, realizzata da Handspring Puppet Company, sosterà vicino al monumento Angels Unawares all’interno del colonnato del Bernini in Piazza San Pietro. Ad accoglierla saranno il cardinale Michael Czerny, sotto-segretario della Sezione Migranti e Rifugiati, e monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare delegato per la Carità e per i Migranti.
Quello degli sfollati climatici è “un dramma dei nostri tempi” di cui la Chiesa si deve prendere cura, togliendo “uno per uno quei massi che bloccano il cammino degli sfollati, ciò che li reprime e li emargina, che impedisce loro di lavorare e di andare a scuola, ciò che li rende invisibili e nega loro la dignità”. Papa Francesco firma la prefazione dell’ultimo testo della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Un testo che mette in luce la difficile situazione di un particolare tipo di sfollati, quelli che vanno via a causa dei cambiamenti climatici che rendono inabitabile il loro territorio.
Persone, non numeri. Papa Francesco lo dice spesso, parlando di migranti e rifugiati, tema così centrale nel suo pontificato che ha voluto creare una specifica sezione dedicata nella Curia, guidarla personalmente e creare cardinale uno dei sottosegretari. E sono persone, non numeri, anche gli sfollati interni, costretti a lasciare le loro case, ma non la loro nazione, e per questo invisibili, senza nemmeno la possibilità di ottenere lo status di rifugiati. A loro, Papa Francesco dedica il messaggio per la 106esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si tiene il prossimo 27 settembre.
Ci sono due motivi principali per cui la Chiesa si occupa con attenzione degli sfollati interni: il primo è che sono loro i primi a correre il rischio di diventare rifugiati, e dunque affrontando il problema dall’inizio si evitano problemi a volte ancora più grandi; e il secondo è che gli sfollati sono invisibili, spesso fuori dalle statistiche, raccolti in campi e spesso marginalizzati. Sono tra gli ultimi degli ultimi.
Papa Francesco “non esclude nessuno” in un video inedito fatto per preparare la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, domenica 29 settembre 2019. Il tema è “Non si tratta solo di migranti” che, questo mese, è sviluppato nel sottotema “Si tratta di non escludere nessuno”.
È appena terminata, presso il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, una conferenza sulla non violenza organizzata in collaborazione con Pax Christi International. E comincia l’8 aprile, a cura della Sezione Migranti e Rifugiati dello stesso dicastero, una conferenza internazionale sulla tratta delle persone.
Per la Giornata Mondiale contro il Traffico degli Esseri Umani del 30 luglio, la Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale lancia una campagna per richiamare l’attenzione su questa troppo comune forma di abuso e sfruttamento.
La Santa Sede lancia il progetto “Ponti di solidarietà – Piano pastorale integrato per assistere i migranti venezuelani in Sud America”, un’iniziativa per dare risposte concrete alle sfide poste dalla migrazione di massa che sta coinvolgendo i venezuelani.
Abbandonare la “cultura dominante” dello scarto e del rifiuto, e così cambiare atteggiamento nei confronti dei migranti: è questa la sfida più grande per l’International Catholic Migration Commission, nelle parole del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano.
È cominciato un periodo intenso per la diplomazia pontificia, impegnata in prima linea nei negoziati per il Global Compact. All’attenta osservazione dei negoziati, la Santa Sede aggiunge anche, da tradizione, dei cosiddetti “Side events”, eventi collaterali, che servono a mettere in luce con il mondo diplomatico alcuni dei temi che le stanno particolarmente a cuore. È successo questo, lo scorso 21 febbraio, con l’evento “Porre fine alla detenzione di minori migranti e rifugiati: determinazione del superiore interesse e alternative alla detenzione”.
Un incontro con Papa Francesco e uno con la sezione “Migranti e rifugiati” del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo umano integrale (sezione che è sotto la responsabilità diretta di Papa Francesco): questi i due impegni più importanti della tre giorni di incontri che avranno i vescovi e delegati responsabili per la pastorale dei migranti delle Conferenze Episcopali di Europa.
Proteggere, integrare, puntare a soluzioni durature: padre Fabio Baggio, sottosegretario per le migrazioni nella speciale sezione del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale dedicato al fenomeno, riassume così l’impegno di Papa Francesco sul tema delle migrazioni.
Quattro linee guida, piattaforma per le 16 azioni concrete per i migranti e i rifugiati che la Santa Sede presenterà al Global Compact sui rifugiati del 2018. Questo emerge dalla seminario che ha organizzato la sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale, che si è tenuto il 12 e 13 giugno a Roma.
Prima del dovere dell’accoglienza, c’è il diritto a rimanere nella propria terra. E lo sottolinea con forza padre Michael Czerny, gesuita, sottosegretario per la sezione migranti del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale, in un suo intervento tenuto al Global Compact sull’immigrazione che si è tenuto alle Nazioni Unite lo scorso 22 maggio.
Padre Fabio Baggio, sottosegretario della sezione Migranti del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Integrale, delinea con ACI Stampa le sfide di questo delicato settore, che Papa Francesco ha voluto mettere sotto le sue dirette dipendenze. A partire dalle migrazioni “Sud-Sud”, un fenomeno che padre Baggio ha notato già nella sua esperienza nelle Filippine.