"Le Conferenze episcopali di tutta l'Africa, che hanno riaffermato con forza la loro comunione con Papa Francesco, ritengono che le benedizioni extraliturgiche proposte nella Dichiarazione Fiducia Supplicans non possano essere effettuate in Africa senza esporsi a scandali"
Vescovi di Europa e Africa si impegnano in comunione e collegialità a "lavorare per promuovere la dignità umana, la fraternità e la solidarietà, che sono al centro dell'esistenza umana e di una pacifica convivenza". Lo si legge in un messaggio al termine del seminario congiunto CCEE - SECAM, che si è svolto l'1 e 2 giugno con il tema “La solidarietà nella promozione della dignità umana alla luce di Fratelli tutti”.
I cristiani in Africa sono chiamati ad evangelizzare, ma anche ad avere una presenza sociale attiva, superando la dicotomia tra fede e politica per il bene del continente. Sono i punti principali del “Documento di Kampala”, il testo che il Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM) ha pubblicato il 21 gennaio, per celebrare il suo Giubileo.
Cinquanta anni fa, San Paolo VI fu il primo Papa nella storia a mettere piede in Africa in un viaggio internazionale. Lo scorso 24 luglio, il Parlamento ugandese, la nazione che visitò, ha tributato un omaggio al Papa, con una mozione che riconosce il suo contributo nella diffusione della religione in Uganda.
“Voi africani siete ormai missionari di voi stessi”: Paolo VI lo disse ai vescovi di Africa e Madagascar, riuniti il 31 luglio 1969 nella prima riunione del SECAM. È a un’Africa missionaria di se stessa che si è rivolto Papa Francesco nel messaggio inviato per il Giubileo dell’organizzazione. Ed è un’Africa missionaria di se stessa quella di cui c’è bisogno.
Papa Francesco, in un messaggio a firma del segretario di Sato vaticano, il cardinale Parolin, benedice i vescovi di Africa e Madagascar affinchè “possano essere rafforzati nella loro opera di discepoli missionari per il grande lavoro di evangelizzazione”, facendo sì che il Vangelo permei “ogni aspetto” della vita, in modo da “portarlo agli altri”.
Cosa significa la globalizzazione per la Chiesa cattolica in Europa e Africa? Ne hanno discusso le delegazioni dei vescovi africani e dei vescovi europei, riuniti a Fatima dal 12 al 15 aprile. Che indicano nella “erotizzazione della società, il gender e il pansessualismo” i frutti amari del fenomeno globale, e sottolineano che solo una società fondata su Dio può avere un vero indirizzo morale.
I vescovi africani ai giovani: restate in Africa perché “voi siete il tesoro”, “il vostro continente ha bisogno di voi”, “la Chiesa conta su di voi”. Ma soprattutto, “non fatevi ingannare dall’illusione di lasciare i vostri Paesi alla ricerca di impieghi inesistenti in Europa e in America”. “Guardatevi dagli inganni delle nuove forme di distruzione della cultura di vita, dei valori morali e spirituali” e “utilizzate i vostri talenti e le altre risorse a vostra disposizione per rinnovare e trasformare il nostro continente e per la promozione della giustizia, della pace e della riconciliazione durature in Africa”.
Si tiene a Maputo (Mozambico) dal 28 al 31 maggio 2015 il Seminario sul tema “La Gioia della Famiglia,” co-organizzato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e il Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM). Un evento che si inserisce nel progetto di crescente collaborazione pastorale tra i due organismi, i quali hanno organizzato incontri per i vescovi di entrambi i continenti per rinforzare la comunione e la collaborazione, e una riflessione sulle grandi sfide della Chiesa.