È stato un vescovo della Controriforma, ed è il patrono dei giornalisti. San Francesco di Sales (1567-1622) fu però prima di tutto un grande comunicatore, capace di raccontare in modo semplice e chiaro la fede.
Era carmelitano, mistico, studioso, ed aveva il compito di assistente ecclesiastico della stampa cattolica. Era anche un giornalista, un apostolo della verità. Per questo, il carmelitano olandese Tito Brandsma fu subito messo sotto la lente di ingrandimento dei nazisti quando occuparono l’Olanda nel 1940. E per questo, fu ucciso nel campo di concentramento di Dachau il 26 luglio 1942.
“La verità è che mai, Gesù, mi sono visto tanto vicino alla tua figura. Siamo così vicini che mi è venuto in mente che i fori delle tue mani sono buone lenti, le migliori, per vedere e certificare la realtà del mondo”. Sono parole della “Preghiera di fronte a una mano forata”, di Manuel Lozano Garrido. È un articolo di giornale. Il primo ad essere entrato nell’Ufficio delle Letture.
Il suo ultimo editoriale era un programma di evangelizzazione, e il titolo non lasciava dubbi: “Nessuno al mondo può cambiare la verità”. Ma l’autore non è conosciuto come giornalista. Eppure San Massimiliano Kolbe è un santo popolare. Morì il 14 agosto del 1941, ad Auschwitz, dopo essersi offerto alla morte al posto di un prigioniero. E quel gesto eroico alla fine della vita assorbe tutta la sua storia. Una storia che però è davvero poliedrica.