Il 27 dicembre e il 31 gennaio visite guidate storico-artistiche-esperienziali in notturna alla Basilica di Sant’Antonio. Un'esperienza davvero unica, "Alla ricerca dell'invisibile".“Alla ricerca dell’invisibile” è infatti un suggestivo percorso guidato promosso da Basilica del Santo, Veneranda Arca di S. Antonio e Messaggero di sant'Antonio per scoprire come gli artisti della fabbrica del Santo, "con le loro sensibilità diverse e nelle diverse epoche storiche, abbiano tradotto nelle loro opere la realtà impalpabile e invisibile del Divino e di altre presenze incorporee, come gli angeli", come riporta il sito ufficiale del Santuario.
Città assediate, campi di battaglia insanguinati, palazzi nobiliari, chiostri silenziosi, biblioteche millenarie, mari in tempesta, roccaforti di signori terribili e spietati, dal potere smisurato, strade polverose, boschi dalla vegetazione impenetrabile, dame, cavalieri, santi, turbe di mendicanti, uomini e donne oppressi e miserabili: scenari e personaggi unici e irresistibili per ambientare e animare storie e trame capaci di avvincere anche i lettori più distratti o con poca dimestichezza con i libri.
Ogni anno milioni di pellegrini si recano a Padova, a salutare l’amatissimo Sant'Antonio da Padova. Una devozione che parte da tutto il mondo, Sant'Antonio è considerato il "Santo dei miracoli" e per questo nella Basilica si contano circa 6,5 milioni di fedeli ogni anno.
Una messa e una festa per trovare l’anima gemella, con una benedizione speciale nella basilica di Sant’Antonio a Padova, il più famoso e venerato al mondo per chi vuole trovare l'anima gemella. A dare la notizia di questo "evento speciale" sono proprio i frati della Basilica di Sant'Antonio. Si chiama “Sant’Antonio casamenteiro” e avrà luogo sabato 22 giugno in Basilica del Santo dalle 16.
Siamo a Camposampiero dove frate Antonio, colto da malore e sentendo prossima la morte, esprime il desiderio di tornare a Padova, alla chiesa di Santa Maria Mater Domini l’attuale Cappella della Madonna Mora in Basilica di sant’Antonio.
Iniziano domani a Padova gli appuntamento della Tredicina di preparazione alla Festa del Santo frate antonio: “l’incontro con l’altro”
“Non riesco a disfarmi delle vecchie cose. Dei vecchi libri, foto, scatole, giocattoli e abiti consumati. Nemmeno delle vecchie idee, abitudini e illusioni. Come pure delle vecchie scarpe cui sono legati ricordi e traguardi”. Parola di Franco Cardini, storico e scrittore che ha vistato la mostra “Camminamente” nel Chiostro della Basilica di Sant’ Antonio a Padova.
Una processione di francescani passa per Lisbona in una mattina del 1220 ed il canonico della cattedrale di Coimbra, don Fernando Martins de Bulhões lascia tutto e li segue divenendo francescano.
Il 13 Giugno Padova festeggia il suo Santo. Tutto è pronto per la celebrazione di Sant’Antonio nella Basilica dove è sepolto. Migliaia di pellegrini giungono ogni anno per pregare sulla sua tomba e rendergli grazie. Sant’Antonio, prima francescano poi missionario, fu un instancabile viaggiatore. Visitò molte terre desolate e disperate dalla fame del tempo e dopo aver percorso la Francia e l’Italia in viaggi apostolici estenuanti, Antonio si ritira a Camposampiero, località situata nei pressi di Padova.
Tutto ebbe inizio con il miracolo di Tommasino, un bimbo di venti mesi che visse a Padova nel tempo in cui si stava costruendo la Basilica dedicata a sant’Antonio. Una mattina la madre lo lasciò in casa da solo a giocare e lo ritrovò poco dopo senza vita, affogato in un mastello d’acqua. Disperata, la signora invocò l’aiuto del Santo, e nella sua preghiera fece un voto: se avesse ottenuto la grazia avrebbe donato ai poveri tanto pane quanto era il peso del bambino. Nasce così la tradizione del pane di Sant’Antonio il 13 giugno.
A Padova nella Basilica del Santo magari non tutti si soffermano a guardare i tanti affreschi, ma uno in particolare è significativo e ora dopo un profondo restauro è tornato a splendere. Si tratta de “ Il Cristo passo con gli strumenti della Passione” del tardo Quattrocento attribuito a Jacopo Parisati, detto Jacopo da Montagnana.
La musica è il primo strumento di evangelizzazione, ed è anche un modo per mettere in contatto i fedeli con l’arte e le necessità di una basilica come quella di Sant’ Antonio a Padova.
In Italia è molto forte la devozione ad uno dei santi più popolari: Sant’Antonio da Padova. Molti nostri paesi e città lo hanno eletto come loro patrono. In molte abitazioni, uffici, strutture varie, e non solo in Italia, spesso troviamo un quadretto con l’immagine del Santo e addirittura alcune statuette. E proprio a Padova sono centinaia di migliaia i pellegrini che annualmente visitano la Basilica papale a lui dedicata.
Martedì 13 giugno Padova festeggia sant’Antonio, che a 15 anni è novizio nel monastero di San Vincenzo, tra i Canonici Regolari di Sant’Agostino. Nel 1219 è ordinato sacerdote, mutando il nome in Antonio. Su mandato dello stesso san Francesco, predica in Romagna e poi nell’Italia settentrionale e in Francia. Nel 1227 diventa provinciale dell’Italia settentrionale proseguendo nell’opera di predicazione. Il 13 giugno 1231 si trova a Camposampiero e, sentendosi male, chiede di rientrare a Padova, dove muore. Subito dopo la morte la sua ‘fama’ di predicatore varcò i confini italiani.
La devozione di Sant’Antonio alla Vergine Maria è al centro del Messaggio che il Padre Rettore della Basilica del Santo Oliviero Svanera e i Frati della stessa hanno inviato in occasione della Festa di Sant’Antonio, in calendario il prossimo 13 giugno.
Padova sta vivendo uno dei momenti più intensi dell’ anno: la tredicina di sant’Antonio. Ieri, domenica si è celebrata la Santa Messa per le Comunità dei Migranti.
É iniziata il giorno della festa di San Francesco la missione del nuovo rettore della Basilica di Sant’ Antono a Padova.
Se n’è andato all’improvviso, nel cuore dell’estate, lasciando tutti senza parole. Padre Enzo Paolo Poiana è scomparso ieri, in tarda mattinata, nella Casa Sant’Antonio di Bibione Pineda, vicino a Venezia.
Oggetti, documenti, reliquie, indumenti di vari pontefici, da Bonificio VIII a Francesco, verranno allestiti presso la Basilica di Sant’Antonio da Padova per la mostra “I Papi e i Giubilei”.
Una processione di francescani passa per Lisbona in una mattina del 1220 ed il canonico della cattedrale di Coimbra, don Fernando Martins de Bulhões lascia tutto e li segue divenendo francescano.