Migrazioni, la Santa Sede propone una strategia a largo raggio. Alla 29esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani tutto dedicato ai problemi dell’emigrazione, l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, nunzio della Santa Sede presso l’ufficio ONU di Ginevra, ha chiesto al “sistema multilaterale” – ovvero alle organizzazioni internazionali – di migliorare il coordinamento per affrontare il fenomeno e proposto una strategia in tre tappe che porti ad un pragmatico riconoscimento delle migrazioni.
“Mi piace rilevare che l’Accordo del 1990 esprime l’‘intento di ripristinare ufficialmente e di sviluppare i reciproci rapporti di amicizia’” tra Santa Sede e Ungheria. Così si è “inaugurato un nuovo capitolo di rapporti amichevoli, ristabilendo relazioni diplomatiche”. Monsignor Paul R. Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, è intervenuto questa mattina al convegno promosso dall’Ambasciata di Ungheria presso la Santa Sede e dall’Accademia d’Ungheria in Roma. L’occasione è stata offerta dal 95° anniversario dell’istituzione della nunziatura apostolica di Budapest (1920) e dal 25° anniversario della sua riapertura (1990).
“Abbiamo davanti a noi una opportunità fondamentale per aiutare i paesi meno sviluppati per raggiungere obiettivi di salute e lo sviluppo sostenibile e l'incapacità di farlo potrebbe mettere milioni di vite a rischio”. Che passano attraverso “l'accesso a un'adeguata assistenza sanitaria, compresi i medicinali a prezzi accessibili”, che “resta una sfida chiave nella maggior parte dei paesi meno sviluppati”.
E’ in corso a Roma dallo scorso 6 giugno la trentanovesima sessione della Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di nutrizione. Tra i membri partecipanti, anche la Santa Sede, secondo cui è urgente uno “sviluppo umano sostenibile” e nuova “giustizia distributiva”, che rivela “il ruolo originale della Fao” per rispondere con una giusta nutrizione agli “affamati” del pianeta.
Santa Sede e Stati Uniti d'America hanno firmato oggi un accordo per favorire l’osservanza a livello internazionale degli obblighi fiscali e attuare la Foreign Account Tax Compliance Act. L'intesa è stata siglata da Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, e da Kenneth F. Hackett, Ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede.
Papa Francesco ha ricevuto in Udienza due nuovi ambasciatori presso la Santa Sede. Si tratta della rappresentante diplomatica dello Zimbabwe, Rudo Mabel Chitiga, e di quello dello Swaziland, Joel Musa Nhleko. Nell’occasione i due ambasciatori hanno presentato le lettere credenziali.
Due le richieste della Santa Sede alle Nazioni Unite per la revisione degli Obiettivi di Sviluppo post-2015. Che la revisione sia guidata dai governi nazionali, e avvenga su base volontaria, tenendo in considerazioni le peculiari situazioni nazionali. E che le capacità di sviluppo di ciascuna nazione siano tenute in conto. L’arcivescovo Bernardito Auza, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite di New York, in un breve discorso mette in luce le criticità della negoziazione sui prossimi obiettivi di sviluppo.
Sessione plenaria oggi in Vaticano della Commissione Bilaterale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina che lavora ad un Accordo Globale a seguito dell’Accordo di Base, firmato il 15 febbraio 2000. L’incontro segue quello tenutosi a Ramallah presso il Ministero degli Affari Esteri dello Stato di Palestina il 6 febbraio 2014. Scopo il riconoscimento del “lavoro svolto a livello informale dal gruppo tecnico congiunto dopo l’ultimo incontro ufficiale”, come si legge nella nota congiunta. “I colloqui sono stati guidati da Mons. Antoine Camilleri, Sotto-Segretario per i Rapporti della Santa Sede con gli Stati, e dall’Ambasciatore Rawan Sulaiman, Ministro degli Affari Esteri aggiunto per le Questioni Multilaterali dello Stato di Palestina.
Al Padiglione della Santa Sede all’ EXPO’ 2015 hanno partecipato diversi dicasteri vaticani. In particolare il Pontificio Consiglio Cor Unum ha collaborato al suo allestimento con il Pontificio Consiglio della Cultura, assieme alla Cei e alla Caritas Ambrosiana. Per l’occasione Cor Unum ha prodotto tre film che sono in esposizione al padiglione e che propongono la risposta della Chiesa alle povertà dell’uomo, sia spirituali che materiali, a quei “volti della fame” di cui ha parlato anche Papa Francesco nel suo messaggio e alle ferite del creato. I film sono stati girati in Burkina Faso, in Ecuador e in Kurdistan iracheno. Raccontano le opere di carità della Chiesa, realizzate dagli organismi di carità cattolici per contrastare la fame, la sete e le distruzioni, e l’impegno nella promozione integrale della persona, per la condivisione e la salvaguardia del pianeta.
“L'anno recente è stato caratterizzato da atrocità sul tema della violenza sessuale, nuove e in corso, nei vari conflitti e da gruppi come Boko Haram e come il cosiddetto Stato islamico dell'Iraq e al-Sham (ISIS)”. Si sono verificati “attacchi contro donne e ragazze semplicemente a causa della fede che professano” e questo rappresenta un fatto “molto grave” e fonte di “preoccupazione per i cristiani di oggi”; bisogna non solo “condannare e affrontare tali fatti odiosi, ma anche fare un passo in avanti per proteggere le persone minacciate”.
Fondamentale che, “nella distinzione dei ruoli e delle competenze e nel pieno rispetto delle reciproche funzioni, sia sempre sentita la necessità di una rinnovata collaborazione, finalizzata ad unire le forze per il bene di tutti i cittadini, che hanno il diritto a tale concordia, da cui derivano innumerevoli benefici.” Il discorso ufficiale di Papa Francesco per la visita di stato del presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella è semplice e chiaro.
Una messa solenne, in San Pietro, per ricordare “l’immane tragedia” del popolo armeno. Una celebrazione attesa e avvertita come un segno di riconoscimento e di incoraggiamento, da parte del Papa e dell’intera comunità cattolica. La parola chiave genocidio è stata pronunciata dal Papa che ha citato la dichiarazione congiunta tra Giovanni Paolo II e Karekin II del 2001.
Ormai è l’inizio di una tradizione, per la seconda volta la Santa Sede partecipa alla Biennale d’Arte di Venezia, con un Padiglione ispirato al Nuovo Testamento. A scegliere il tema “In Principio… la parola si fece carne” è stato Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Perché istituzioni come la Banca Mondiale o le Nazioni Unite guardano alle religioni per meglio portare avanti gli obiettivi di sviluppo sostenibile? Se lo chiede l’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite di New York. E risponde: “Oserei supporre che si tratta di un riconoscimento del contributo delle religioni e delle loro organizzazioni alla vita degli individui e della società, in particolare un riconoscimento dell’aiuto che forniscono a quanti tentatno di emanciparsi da varie forme di estrema povertà.”
Rispettare la legalità internazionale. Proseguire sulla strada comune tracciata dagli sforzi della comunità internazionale. Affrontare l’emergenza sociale. Con un breve intervento, la Santa Sede prende posizione sulla crisi ucraina. È l’Arcivescovo Silvano Maria Tomasi, Osservatore Permanente presso l’ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra, a dare voce alle preoccupazioni vaticane durante la 28esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani, dedicata proprio alla crisi ucraina.