Dal primo settembre, ci sarà una politica unitaria degli investimenti per la Santa Sede, che sarà messa in pratica da un comitato per gli investimenti il cui presidente, si sa dal 7 giugno, è il Cardinale Kevin J. Farrell, e regolato da una serie di linee guida abbastanza rigide, che sembrano restringere la scelta ai pochissimi enti (se non unici) che investono in quella che viene chiamata “la finanza cattolica”. Un martedì di luglio, senza conferenza stampa, senza dichiarazioni, prosegue la riforma delle finanze del Papa, che in realttà sembra ancora essere tutta da decifrare.
È il conflitto in Ucraina ad essere ancora al centro degli sforzi della diplomazia del Papa. Un articolo di Ria Novosti riapre alla possibilità di una mediazione della Santa Sede, mentre l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, ha sottolineato che non si deve cadere nella tentazione di accettare compromessi sull’integrità territoriale ucraina.
Firmato ieri presso la Santa Sede dal Cardinale Gianfranco Ravasi e dal Rettore Franco Anelli un "memorandum di intesa per lo sviluppo di iniziative culturali e rafforzamento del dialogo e della missione educativa comune".
Quasi isolato dai confratelli ortodossi, colpito dalle prese di posizioni dei patriarchi di Georgia e Romania e del metropolita Onufry dalla Chiesa Ortodossa Ucraina – Patriarcato di Mosca – quest’ultimo divenuto destinatario degli aiuti inviati dal Patriarca serbo Porfirije, - il Patriarca di Mosca Kirill ha incontrato il nunzio apostolico Giovanni D’Aniello cercando di ridefinire il perimetro delle attività religiose a quello di moderatori e pacificatori, di fatto indirettamente giustificando il suo silenzio nei confronti delle azioni di Putin.
Una telefonata per testimoniare, ancora una volta, l’attenzione per la Santa Sede nei confronti dell’Ucraina e per esprimere solidarietà alla popolazione del Paese. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha telefonato personalmente all’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, per esprimere “solidarietà alla popolazione del Paese in questo difficile momento di escalation del conflitto intorno all’Ucraina”.
Nel messaggio per la Giornata Mondiale per i Malati di Lebbra, la Santa Sede chiede ancora una volta di superare lo stigma per quanti sono affetti dalla malattia, e riafferma il diritto, per quanti sono colpiti dal morbo di Hansen, di “una vita degna libera dalle discriminazioni causate dalla malattia”.
Il viaggio di Papa Francesco a Cipro e in Grecia porta con sé molti nodi diplomatici. La linea della Santa Sede è, come sempre, quella della prudenza diplomatica e del dialogo. Sia Cipro che Grecia hanno ormai da quattro decenni (Cipro un po’ di più) piene relazioni diplomatiche con la Santa Sede.
Non è ancora finita, perché c’è una ulteriore possibilità di appello. Ma la decisione del 12 ottobre della Corte Europea dei Diritti Umani che ribadisce che no, la Santa Sede non può essere messa sul banco degli imputati per gli abusi sul clero, è comunque da considerare. Perché i casi di abuso hanno portato, da più parti, proprio all’idea di denunciare la Santa Sede, e persino di portare a testimoniare il Papa, o di considerare il Papa come responsabile perché i sacerdoti sarebbero suoi dipendenti. Era una strategia degli avvocati di creare clamore mediatico, forse, e cercare comunque di ottenere il massimo di risarcimenti. Ma, in questa strategia, si trova anche nascosto un attacco alla sovranità della Santa Sede.
Dopo un'attenta analisi della documentazione raccolta, la Santa Sede ha ritenuto infondate le accuse nei confronti dell'Arcivescovo Gądecki, si legge nella comunicazione della Nunziatura Apostolica in Polonia dell'8 giugno.
Potrebbe aggiungersi anche il presidente USA Joe Biden alla fitta agenda di incontri diplomatici di Papa Francesco prevista in questo giugno. Oltre alla possibile visita del presidente degli Stati Uniti, Papa Francesco riceverà i presidenti di Austria, Georgia e Cile, mentre presenteranno le credenziali gli ambasciatori di Gabon e Nigeria. A questo si aggiungono i preparativi per la giornata di preghiera per il Libano del prossimo 1 luglio; e la nomina del nuovo nunzio in Israele e Cipro, incarico chiave nello scacchiere diplomatico della Santa Sede.
La Santa Sede diventa Stato non membro osservatore della Organizzazione Mondiale della Sanità. L’OMS ha riconosciuto formalmente lo status della Santa Sede in una risoluzione adottata per consenso nell’Assemblea Mondiale del 31 maggio. Fino ad ora, la Santa Sede partecipava alle assemblee dell’OMS come invitata ad hoc del direttore generale.
Una vero e proprio pellegrinaggio per conoscere le radici cristiane e romane dell’ Europa. La proposta nasce dalla Delegazione dell'UE, in collaborazione con le Ambasciate degli stati membri dell'UE accreditate presso la Santa Sede. 50 anni di relazioni diplomatiche tra Santa Sede ed Unione Europea vengono celebrati cosi con l’Iter Europaeum pellegrinnaio per le chiese europee a Roma per mostrare e valorizzare i profondi legami tra i i 27 Stati Membri e la Santa Sede.
L’acronimo è WASH, e significa accesso all’acqua potabile, ai servizi sanitari e all’igiene. Non è una questione di poco conto, specialmente in tempi di pandemia, perché ci sono aree nel mondo in cui l’acqua potabile o l’igiene personale sono un obiettivo difficilissimo da raggiungere. La Santa Sede si sta impegnando a farlo nelle sue strutture, e ha lanciato già dallo scorso anno un programma di valutazione, gestito dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che mira a fornire e utilizzare acqua pulita. Il Dicastero ne ha dato l’annuncio oggi, alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua.
Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, parteciperà ad un evento collegato alla 46esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra. E così farà anche l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati. Che indirizzerà anche un intervento alla Conferenza per il Disarmo, il primo di un “ministro degli Esteri” vaticano all’assise.
È rimbalzata dalla stampa camerunense la notizia che il Cardinale Parolin, segretario di Stato vaticano, sarà in Camerun dal 30 al 31 gennaio. L’occasione è ufficiale (la consegna del pallio all’arcivescovo Andrew Nkea Fuanya), ma ci sarà anche l’opportunità di una serie di incontri bilaterali. Il Camerun è scosso dalla cosiddetta “crisi anglofona”, e la Chiesa cattolica è stata una straordinaria forza di mediazione nel Paese.
Si ridimensiona l’Australia-gate vaticano. L’Austrac, autorità anti-riciclaggio australiana, aveva comunicato negli scorsi giorni che dalla Santa Sede erano partiti verso l’Australia 2,3 miliardi di dollari australiani (un po’ di meno di un miliardo e mezzo di euro) per operazioni poco chiare. Ma non era così. La stessa autorità australiana ha fatto sapere che si è trattato di un errore di calcolo: erano 9,5 milioni di dollari australiani (circa 6,5 milioni di euro), distribuiti in 362 bonifici versati tra il 2014 e il 2020.
Come peraltro già annunciato ufficialmente in mattinata dal Ministero degli Esteri cinese, l'Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei Vescovi, stipulato a Pechino il 22 settembre 2018 ed entrato in vigore il mese successivo, è stato prorogato nella sua fase attuativa sperimentale per altri due anni.
Un bilancio in deficit di 11 milioni, risultato di 307 milioni di entrate e 318 milioni di uscita. Un patrimonio netto di 1 miliardo e 402 milioni di euro. E una riforma in corso, che punta a centralizzare gli investimenti per un maggior controllo sulle entrate. Per la prima volta dal 2016, viene pubblicato il bilancio annuale della Santa Sede. Normale che sia in deficit, spiega a Vatican News padre Juan Antonio Guerrero Alves, prefetto della Segreteria per l’Economia: è, in fondo, “un bilancio di missione".
La mediazione della Santa Sede non è elencata tra i quattro motivi che il Jerusalem Post ha ipotizzato fossero alla base della mancata annessione dei territori della Cisgiordania da parte di Israele, annunciata per l’1 luglio. Certo è che l’incontro che il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha tenuto lo scorso 30 giugno con gli ambasciatori di Stati Uniti e Israele presso la Santa Sede ha avuto il suo peso diplomatico.
La Santa Sede ha deciso di prorogare sino al 3 maggio prossimo tutte le misure che sono state adottate fino ad oggi per far fronte all’emergenza sanitaria di coronavirus. Lo ha annunciato la stessa Santa Sede attraverso un breve comunicato.