La presenza in Croazia del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, rilancia il tema della possibile canonizzazione del Cardinale Alojzje Stepinac, contestata dal mondo ortodosso, ma anche la questione Medjuorgje. Mentre si guarda con grande attenzione al Patriarca Bartolomeo I, che di Papa Francesco è stato primo partner della pace, e che ha tenuto un importante discorso alla Seconda Conferenza sul pluralismo religioso e culturale e la coesistenza pacifica in Medio Oriente.
Una diplomazia “pastorale e spirituale”: è questa la vocazione dei diplomatici della Santa Sede, sottolineata dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” vaticano, che ha trascorso l’intera scorsa settimana a New York per la 72esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Da New York a Ginevra, passando per Vienna: l’impegno diplomatico della Santa Sede passa anche attraverso gli interventi degli Osservatori Permanenti presso le organizzazioni internazionali, che in quest’ultimo mese si sono sempre più focalizzati su alcuni temi chiave: le politiche di pace; il traffico di esseri umani; il dramma dei rifugiati con annessa crisi di Aleppo.
Un impegno internazionale per affrontare le radici ultime delle migrazioni. Perché è vero che si devono costruire ponti e non muri, ma è altrettanto vero che la straordinaria ondata migratoria che si sperimenta oggi nel mondo deve essere affrontata a partire dalle cause che sono alla radice. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, inaugura la sua settimana alle Nazioni Unite delineando la posizione della Santa Sede sul tema migrazioni.
È con un telegramma firmato dal Cardinal Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che la Santa Sede esprime il suo cordoglio per la morte di Boutros Boutros-Ghali, copto, dal 1992 al 1996 Segretario generale delle Nazioni Unite.