L’appello di Papa Francesco per la situazione che si è creata al confine della striscia di Gaza è stato seguito da una dichiarazione della Santa Sede presso il Consiglio dei Diritti Umani di Ginevra.
Spicca la celebrazione dei 75 anni delle relazioni diplomatiche tra Giappone e Santa Sede nella settimana della diplomazia pontificia, che conta anche diversi interventi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York e un intervento sul tema dell’immigrazione al tema di Ginevra. Sono eventi che danno il senso del lavoro portato avanti dagli “ambasciatori del Papa”, che avrà un riscontro visibile nella seconda visita di Papa Francesco alla FAO di Roma.
La Santa Sede alle Nazioni Unite, una settimana densa di interventi. Tra New York e Ginevra, gli Osservatori Permanenti della Santa Sede Bernardito Auza e Ivan Jurkovic hanno portato la posizione della diplomazia pontificia sui temi dello sviluppo, dei diritti dei rifugiati e delle donne, e sulla pace. Si prepara, intanto, un evento organizzato dalla Santa Sede presso il Palazzo di Vetro di New York: il tema è “L’altro è un bene per me: il ruolo del dialogo interreligioso e interculturale nell’affrontare violenza e conflitto e nel costruire una pace duratura nel mondo di oggi”.
Il quinto principio dell’Evangelii Gaudium non è scritto nell’esortazione apostolica di Papa Francesco, che funge un po’ da linea guida del Pontificato. È piuttosto declinato in diplomazia pontificia, con una formulazione resa così dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri vaticano”: “La persona umana è più grande della nazione”.
È la settimana che precede la 72esima sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite, in una settimana di settembre che segna l’inizio dei lavori e che in generale vede la presenza del Segretario di Stato vaticano. Ma la linea della Santa Sede, su molti temi: dal Forum di alto livello sulla Cultura della Pace, alla questione del trapianto di organi e dello sviluppo degli habitat urbani, fino alla “responsabilità di proteggere”.
La pace che passa attraverso delle risorse comuni, come l’acqua. Ma anche l’accesso alle medicine per tutti, difeso con forza in sede di trattato internazionale. E il lavoro fatto per la tutela delle minoranze. Gli osservatori della Santa Sede presso le Nazioni Unite di New York e Ginevra, nonché quello presso l’OSCE a Vienna, hanno messo questi temi sul tavolo nelle sessioni che si sono tenute dall’7 al 22 novembre.