Amore "è una parola che si usa tante volte e non si sa, quando si usa, cosa significhi esattamente. Cosa è l’amore? Delle volte pensiamo all’amore delle telenovele, no, quello non sembra amore. O l’amore può sembrare un entusiasmo per una persona e poi… si spegne. Da dove viene il vero amore? Chiunque ama è stato generato da Dio, perché Dio è amore. Non dice: Ogni amore è Dio, no: Dio è amore”. Lo ha ribadito questa mattina il Papa - secondo quanto riferisce la Radio Vaticana - nel corso dell'omelia pronunciata nella messa mattutina a Santa Marta.
Tutti siamo peccatori, ma non spaventatevi, Dio è più grande dei nostri peccati. Il Papa ha commentato le letture di oggi nella memoria di San Giovanni della Croce e dalle scritture ha preso alcuni spunti per parlare di speranza: “è questa virtù cristiana che noi abbiamo come un gran dono del Signore e che ci fa vedere lontano, oltre i problemi, i dolori, le difficoltà, oltre i nostri peccati”. Ci fa “vedere la bellezza di Dio”, come riporta la Radio Vaticana:
“La Chiesa è sposa di Gesù, ma il suo Signore se ne è andato e il suo unico tesoro è il suo Signore. E la Chiesa, quando è fedele, lascia tutto in attesa del suo Signore. Invece quando la Chiesa non è fedele o non è tanto fedele o non ha tanta fede nell’amore del suo Signore cerca di arrangiarsi anche con altre cose, con altre sicurezze, più dal mondo che da Dio”. Lo ha detto il Papa – secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana – durante l’omelia della messa quotidiana a Santa Marta.
"Anche oggi Gesù piange. Perché noi abbiamo preferito la strada delle guerre, la strada dell’odio, la strada delle inimicizie. Siamo vicini al Natale: ci saranno luci, ci saranno feste, alberi luminosi, anche presepi … tutto truccato: il mondo continua a fare la guerra, a fare le guerre. Il mondo non ha compreso la strada della pace”. E’ l’amara constatazione del Papa, stamane, pronunciata nel corso dell’omelia della Messa quotidiana a Santa Marta.
“La mondanità spirituale ci allontana dalla coerenza di vita”. Il commento di oggi di Papa Francesco sulle letture del giorno mette in guardia i cristiani dalla doppiezza di vita. La mondanità, dice il Papa secondo il resoconto della Radio Vaticana, “è difficile conoscerla dall’inizio perché è come il tarlo che lentamente distrugge, degrada la stoffa e poi quella stoffa” diventa inutilizzabile “e quell’uomo che si lascia portare avanti dalla mondanità perde l’identità cristiana”:
“Mondanità, apostasia, persecuzione” sono le tre parole che il Papa usa per commentare le letture del giorno nella omelia della messa di Santa Marta. La mondanità- riporta la Radio vaticana- è fare ciò che fa il mondo, spiega il Papa.
“La grande bellezza è Dio”. La creazione è bella ma non commettiamo l’errore di chi “in queste cose belle non è stata capace di guardare al di là e cioè alla trascendenza” e sfocia così nella “idolatria dell’immanenza”. Lo ha detto il Papa, stamane, celebrando la Messa a Santa Marta.
“Io vi dico quanta gioia ho, io, che mi commuovo, quando in questa Messa vengono alcuni preti e mi salutano: ‘Oh padre, sono venuto qui a trovare i miei, perché da 40 anni sono missionario in Amazzonia’. O una suora che dice: ‘No, io lavoro da 30 anni in ospedale in Africa’. O quando trovo la suorina che da 30, 40 anni è nel reparto dell’ospedale con i disabili, sempre sorridente. Questo si chiama servire, questa è la gioia della Chiesa: andare oltre, sempre; andare oltre e dare la vita. Questo è quello che ha fatto Paolo: servire”. Lo ha detto il Papa, secondo quanto riporta la Radio Vaticana, nell’omelia pronunciata durante la Messa quotidiana a Santa Marta.
“Non è che noi siamo vincitori sui nostri nemici, sul peccato. No! Noi siamo tanto legati all’amore di Dio, che nessuna persona, nessuna potenza, nessuna cosa ci potrà separare da questo amore. Paolo ha visto nel dono, ha visto più, quello che dà il dono: è il dono della ricreazione, è il dono della rigenerazione in Cristo Gesù. Ha visto l’amore di Dio. Un amore che non si può spiegare”.
La conversione “è un compito, è un lavoro di tutti i giorni” che ci porta all’incontro con Gesù. Lo ha detto il Papa nella omelia della messa di questa mattina secondo quello che riporta la Radio vaticana.
L’amore senza misura di Dio è stato il centro della consueta omelia di Papa Francesco nella Messa della Domus Sanctae Marthae. Un amore che sovrabbonda, mentre gli uomini “hanno l’abitudine di misurare le situazioni.” Ma è anche un Dio che esce, come il padre della parabola evangelica che ogni giorno esce per vedere se il figliol prodigo ha deciso di tornare.
“Prima domanda: ‘Do?’. Seconda: ‘Quanto do?’. Terza domanda: ‘Come do? Come dà Gesù, con la carezza dell’amore o come chi paga una tassa? Come do?’. Sono le tre domande che il Papa propone all’ esame di coscienza di tutti e che ha presentato ai partecipanti alla messa della mattina nella cappella di Casa Santa Marta.
“Siamo abituati a sentire che Gesù è il Figlio di Dio, che è venuto per amore, per salvarci e che è morto per noi. Ma lo abbiamo sentito tante volte che ci siamo abituati!” Il Papa lo ha detto nella omelia di questa mattina alla messa nella Cappella di Casa Santa Marta.
“Il cristiano non può essere tranquillo che tutto va bene, deve discernere le cose e guardare bene da dove vengono, qual è la loro la radice”. Lo ha detto il Papa stamane nel corso dell'omelia pronunciata durante la Messa mattutina a Santa Marta.
Bene e male, giusti e malvagi, il Papa nel commento alle letture della liturgia di oggi nella messa a Santa Marta affronta il tema perenne del giusto che si sente schiacciato dal male. Quale vantaggio abbiamo ricevuto si chiede il Papa dall’aver osservato” i comandamenti di Dio, mentre i “superbi” pur “facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti?” La domanda più comune della storia della fede.
“Dove c’è il Signore c’è la misericordia. E Sant’Ambrogio aggiungeva: dove c’è la rigidità ci sono i suoi ministri. La testardaggine che sfida la missione, che sfida la misericordia”. Lo ha detto il Papa, stamane, commentando il Vangelo odierno nell’omelia pronunciata durante la Messa quotidiana a Santa Marta.
L'Angelo Custode "è sempre con noi! E questa è una realtà. E’ come un ambasciatore di Dio con noi. E il Signore ci consiglia: Abbi rispetto della sua presenza. E quando noi – per esempio – facciamo una cattiveria e pensiamo che siamo soli: no, c’è lui. Aver rispetto della sua presenza. Dare ascolto alla sua voce, perché lui ci consiglia. Quando sentiamo quell’ispirazione: ma fa questo… questo è meglio… questo non si deve fare. Ascolta! Non ribellarti a lui". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa celebrata stamane a Santa Marta nella festa liturgica degli Angeli Custodi.
Dopo la pausa per il viaggio apostolico a Cuba e negli Stati Uniti, Papa Francesco ha ripreso stamane la celebrazione della messa quotidiana a Santa Marta, quest'oggi dedicata alla memoria liturgica di Santa Teresa di Lisieux.
Perdono e misericordia. Sono i temi affrontati stamane dal Papa, nel corso della omelia pronunciata nella Messa quotidiana a Santa Marta.
Oggi "sui telegiornali, sui giornali vediamo che ci sono le guerre, le distruzioni, l’odio, l’inimicizia. Anche ci sono uomini e donne che lavorano tanto per fabbricare armi per uccidere, armi che alla fine divengono bagnate nel sangue di tanti innocenti, di tanta gente. Ci sono le guerre! Ci sono le guerre e c’è quella cattiveria di preparare la guerra, di fare le armi contro l’altro, per uccidere! La pace salva, la pace ti fa vivere, ti fa crescere; la guerra ti annienta, ti porta giù". Lo ha detto il Papa, nel corso dell'omelia pronunciata stamane nella Messa quotidiana a Santa Marta.