Intervista a Padre Raffaele Di Muro, Rettore della Pontificia Facoltà di Teologia San Bovanentura-Seraphicum di Roma e Direttore della cattedra kolbiana
C’era una cittadella in Polonia, il più grande monastero europeo, che si chiamava Niepokalanów, città dell’Immacolata. Quando nel 1939 la Polonia viene invasa della Germania, quel convento si viene a trovare in territorio tedesco. E comincia per il suo fondatore, Padre Massimiliano Kolbe, una sorta di Calvario. Viene arrestato una, due volte, viene portato in un campo ad Auschwitz e lì, nel 1941, offrì volontariamente la vita per un altro prigioniero
Il 14 agosto 1941, vigilia della Festa dell’Assunta, nel campo di concentramento di Auschwitz, al Blocco 11, con una iniezione di acido fenico, un uomo che aveva impresso sul petto il numero 16670 veniva ucciso.
Lo scorso 8 gennaio si sono ricordati i 128 anni della nascita di San Massimiliano Kolbe
San Massimiliano Kolbe nasce a Zduńska Wola l’8 gennaio 1894. Sono trascorsi 128 anni da quella data ma il suo nome è vivo, sempre, nella memoria della Chiesa.
San Massimiliano Maria Kolbe moriva ottant’anni fa ad Auschwitz, il 14 agosto 1941, alla vigilia della festa dell’Assunta. In quel campo di concentramento si offrì alla morte per prendere il posto di un padre di famiglia, Francesco Gajowniczek.
San Massimiliano Kolbe, frate francescano conventuale fu un grande innamorato dell'Immacolata. La portò nel mondo e nel suo mondo, seminando diverse opere per lodare la bella Mamma del cielo.
Due giorni di lavoro per i vescovi polacchi a Łódź e a Pabianice, per affrontare le sfide pastorali della Chiesa in Polonia. Prima dell’assemblea plenaria si è svolta la conferenza stampa dedicata all’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco, presieduta dall’arcivescovo Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza episcopale polacca.
San Massimiliano Kolbe, se non il primo, è stato - sicuramente - fra i primi ad essere stato beatificato e poi canonizzato fra le vittime dei campi di concentramento nazisti. Giovanni Paolo II ha detto che con il suo martirio egli ha riportato “la vittoria mediante l’amore e la fede, in un luogo costruito per la negazione della fede in Dio e nell’uomo”.
Il suo ultimo editoriale era un programma di evangelizzazione, e il titolo non lasciava dubbi: “Nessuno al mondo può cambiare la verità”. Ma l’autore non è conosciuto come giornalista. Eppure San Massimiliano Kolbe è un santo popolare. Morì il 14 agosto del 1941, ad Auschwitz, dopo essersi offerto alla morte al posto di un prigioniero. E quel gesto eroico alla fine della vita assorbe tutta la sua storia. Una storia che però è davvero poliedrica.
Parla del fuoco Papa Francesco commentando il Vangelo di oggi nel quale Gesù usa tre immagini per spigare la morte che lo attende ai discepoli.
Il silenzio e la preghiera. Le due caratteristiche che hanno contraddistinto il pellegrinaggio di Papa Francesco nei campi di sterminio nazisti di Auschwitz e Birkenau dove ben oltre un milione di uomini, donne e bambini sono stati sistematicamente sterminati dalla follia nazista.