“Un viaggio apostolico tutto proiettato verso il cammino di unità e accoglienza”. Il Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, definisce così il prossimo viaggio di Papa Francesco in Bulgaria e Macedonia del Nord dal 5 al 7 maggio.
Immaginette, santini, reliquie, autografi, calici, agende. Questo e molto altro sono gli oggetti dei Pontefici che ci permettono di conoscere meglio la loro personalità.
San Giovanni XXIII è tornato in Vaticano. Lo annuncia un comunciato della Fabbrica di San Pietro, che sottolinea come l'urna contenente le spoglie di San Giovanni XXIII è stata ricollocata sotto l'altare di San Girolamo nella Basilica Vaticana.
A Sotto il Monte proseguono le celebrazioni per la peregrinatio dell’urna di San Giovanni XXIII, morto esattamente 50 anni fa. Nei giorni scorsi i Vescovi lombardi hanno reso omaggio al Papa Buono con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini.
Giovanni XXIII è stato "un uomo, un santo che non conosceva la parola nemico, al quale non piacevano parole come crociate o proselitismo e che invece cercava sempre ciò che unisce, che aveva fiducia in Dio e nell’uomo a sua immagine. Era consapevole che la Chiesa è chiamata a servire l’uomo in quanto tale, e non solo i cattolici; a difendere anzitutto e dovunque i diritti della persona umana e non solamente quelli della Chiesa cattolica, consapevole che il Papa deve costruire ponti". Così Papa Francesco, in una intervista a L'Eco di Bergamo, ricorda la figura del suo predecessore San Giovanni XXIII, la cui salma arriva oggi nella diocesi lombarda.
“Il cardinale Bertone parte dal ragazzo Tarcisio che ha come primo segno d’incontro con Pio XII proprio quell’Osservatore Romano che suo padre legge e custodisce. Ancora a distanza, ma non più così ampia, è la seconda tappa che vede irrompere la figura di s. Giovanni XXIII”. Il primo capitolo del nuovo libro del Cardinale Tarcisio Bertone, “I miei Papi”, edito dalla editrice salesiana Elledici, rappresenta una carrellata di ricordi dell’infanzia. E Pio XII e Giovanni XXIII sono proprio i papi dei primi anni della vita del Segretario di Stato emerito.
Un evento solenne e semplice con un significato preciso la consegna della Bolla Pontificia che dichiara San Giovanni XXIII Patrono dell’ Esercito italiano. Si è svolta presso la Biblioteca Centrale di Palazzo Esercito in Roma, e l’Ordinario Militare per l’Itala, Santo Marcianò, l’ ha consegnata al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale Danilo Errico.
Il Rosario è “un modo eccellentissimo di preghiera meditata, costituito a guisa di mistica corona, in cui le orazioni del «Padre nostro», dell' «Ave Maria» e del «Gloria al Padre», si intrecciano alla considerazione dei più alti misteri della nostra fede, per cui viene presentato alla mente come in tanti quadri il dramma dell'incarnazione e della redenzione di Nostro Signore”. Così scriveva Giovanni XXIII nella Enciclica Grata Recordatio, pubblicata nel 1959, e dedicata alla recita del Rosario per le missioni e per la pace. Una Enciclica quanto mai attuale, soprattutto nell’anno del centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima.
Era il 5 febbraio del 1959 . A tre mesi dalla sua elezione Giovanni XXIII riceve in udienza don Primo Mazzolari parroco di Bozzolo. Di quella udienza ebbe sempre un vivo ricordo Loris Capovilla il segretario di Papa Giovanni.
Si è spento a Bergamo all'età di 100 anni il Cardinale Loris Francesco Capovilla, memoria storica di San Giovanni XXIII di cui è stato segretario particolare.
Elisabetta II Regina di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord e Governatore Supremo della Chiesa d'Inghilterra compie oggi 90 anni, un traguardo mai raggiunto da nessun sovrano britannico.
Tra i molteplici aspetti e compiti del giovane don Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, quello di saggista e giornalista fu certamente uno dei più importanti, per la quantità e la qualità dei suoi contributi.
“Custodire il creato, custodire l’intera creazione”. Quello ambientale è certamente uno dei temi chiave del pontificato di Francesco. Il Papa lo ha ribadito fin da subito, fin dalla Messa di inizio del ministero petrino il 19 marzo 2013. E ora questa colonna portante si inserisce nella grande tradizione delle encicliche sociali dei Romani Pontefici.
San Giovanni XXIII ed il Beato Paolo VI sono simili per "quell'atteggiamento di ascolto, di dialogo, di servizio alla Chiesa e all'uomo, per quell'umiltà che ha impressionato più delle grandi gesta il mondo che chiedeva ragione della loro speranza". Sono le parole del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, intervenuto ieri alla presentazione del volume “Giovanni XXIII e Paolo VI, i papi del Vaticano II”
E’ passato esattamente un anno da quel vero e proprio fiume umano che si riversò in piazza San Pietro e nelle strade limitrofe per partecipare al rito di canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
La Pacem in Terris compie 52 anni, e mai è sembrata così attuale. Perché ci sono, nell’enciclica di Papa Giovanni (la sua ottave e ultima), i riferimenti al disarmo, ai rapporti tra le nazioni, alla politica. Ma tutto deriva dall’uomo, dal suo sviluppo integrale, dal fatto che ogni essere umano è “persona, cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera”, e perciò “è soggetto di diritti e doveri, che sono perciò universali, inviolabili e inalienabili”. “Che poi – aggiunge Papa Giovanni – “se si considera la dignità della persona umana alla luce della rivelazione divina, allora essa apparirà incomparabilmente più grande, poiché gli uomini sono stati redenti dal sangue di Gesù Cristo”. (Pacem in Terris, 5).