E’ passato quasi mezzo secolo da quelle parole che scossero teneramente Piazza San Pietro il 16 ottobre del 1978: “gli Eminentissimi Cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma. Lo hanno chiamato da un paese lontano, ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana. Non so se posso bene spiegarmi nella vostra... nostra lingua italiana. Se mi sbaglio mi corrigerete”.
A distanza di circa trent’anni, un Papa torna in Cile e Perù. Francesco si pone sulle orme di Giovanni Paolo II che ha visitato il Perù nel 1985 e nel 1988, e il Cile nel 1987. 30 anni dopo molte cose sono cambiate nei due Paesi del continente latinoamericano.
Ha ospitato almeno una decina di volte Papa Giovanni Paolo II e due Benedetto XVI: lo chalet di Les Combes, frazione di Introd, in Valle d’Aosta è ora in vendita. A deciderlo i Salesiani, proprietari della struttura.
Il Cardinale Stefan Wyszyński è stato il mentore e forse l’amico più fidato di San Giovanni Paolo II. Primate di Polonia durante il regime comunista successivo alla Seconda Guerra Mondiale, ha sempre lottato per la libertà della Chiesa e della sua Nazione e stamane Papa Francesco ne ha attestato le virtù eroiche, primo passo concreto verso la beatificazione.
Che ci sia un rapporto particolare di rispetto tra Chiesa Cattolica e buddisti è evidente fin dal logo, a forma di cuore, del viaggio del Papa.
La sera del 17 novembre nella sede dell’Ambasciata di Polonia si è svolta una commovente cerimonia: l’Ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede Janusz Kotański ha consegnato all’Ambasciatore di Panama presso la Santa Sede Sig.ra Miroslava Rosas Vargas una reliquia di san Giovanni Paolo II.
Negli anni 70 in Italia il mercato dei settimanali era dominato da due riviste: L'espresso e Panorama, tutte e due lontane dalle istanze cattoliche nella società italiana. Per questo motivo un gruppo di dinamici giornalisti appartenenti a Comunione e Liberazione, movimento fondato da don Giussani, decise di creare una rivista che doveva riflettere sulle diverse tematiche (politica, società, cultura, religione) ispirandosi a una visione cattolica del mondo: così nel 1977 nacque il settimanale “Il Sabato”, anche se il primo numero fu pubblicato l’anno successivo, il 27 maggio 1978, qualche mese prima dell’elezione di Karol Wojtyła a Vescovo di Roma.
Nessuno più nega che l’Unione Europea si trova in un momento di crisi e che bisogna ripensare la costruzione europea. La Chiesa vuole dare un’importante contributo nella discussione sul futuro del nostro continente: dal 27 al 29 ottobre in Vaticano si svolgerà un incontro intitolato “(Re)Thinking Europe. A Christian contribution to the future of the European Project”, organizzato della Santa Sede e COMECE con la partecipazione di circa 350 delegati di 28 Paesi dell’UE tra cui politici, cardinali, vescovi, sacerdoti, ambasciatori e rappresentanti delle organizzazioni e movimenti cristiani. Il 28 ottobre interverrà anche Papa Francesco.
“Il riferimento all’immagine di Cesare, incisa nella moneta, dice che è giusto sentirsi a pieno titolo – con diritti e doveri – cittadini dello Stato; ma simbolicamente fa pensare all’altra immagine che è impressa in ogni uomo: l’immagine di Dio. Egli è il Signore di tutto, e noi, che siamo stati creati a sua immagine apparteniamo anzitutto a Lui”. Lo ha spiegato il Papa, stamane, commentando il Vangelo domenicale nel corso dell’Angelus.
Il 19 ottobre del 1984, esattamente 33 anni fa, il capitano Piotrowski insieme a due complici rapirono p. Jerzy Popiełuszko, cappellano di Solidarność, e dopo averlo torturato, lo ammazzarono buttandolo in un sacco nella Vistola: si compiva così uno dei più odiosi crimini del regime comunista polacco.
I Papi e la FAO hanno ormai una abitudine consolidata a incontrarsi. A volte sono gli stessi Pontefici ad andare presso la sede romana - come Francesco oggi - altre volte sono i dirigenti e il personale dell’Agenzia ONU ad essere ricevuti in Vaticano. Ma poco importa, quello che conta è il costante dialogo e il reciproco ascolto tra la Santa Sede e la FAO.
San Giovanni Paolo II è ricordato per migliaia di gesti, azioni, parole, segni che hanno reso così intenso e luminoso il suo lungo pontificato. Ma sicuramente un appellativo può essere assegnato al predecessore di Benedetto XVI: quello di Papa del perdono. Come dimenticare, infatti, le richieste di perdono avanzate a nome della Chiesa con straordinario coraggio da Karol Wojtyla?
“La sintesi tra fede e cultura non è solo un’esigenza della cultura ma anche della fede. Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta”.
"Dobbiamo tutti operare per rafforzare l'impegno crescente a favore del dialogo interreligioso, un grande segno di speranza per i popoli del mondo. Le differenze di religione non hanno mai costituito un ostacolo, ma piuttosto una forma di arricchimento reciproco al servizio dell'unica comunità nazionale". Con queste parole Papa Giovanni Paolo II salutava il popolo egiziano al suo arrivo al Cairo, nel febbraio 2000.
“Non è difficile essere santi”. Era la frase che aveva ispirato Jan Tyranowski, e che lui ripeteva ai suoi ragazzi. E tra questi c’era Lolek, il diminutivo di Karol, che da grande sarebbe diventato San Giovanni Paolo II. C’è anche il nome di Tyranowski nell’informata di Servi di Dio di cui sono state proclamate le virtù eroiche sabato 21 gennaio. Finita la fase diocesana, finita la prima fase romana, manca solo un miracolo riconosciuto perché il sarto che fu un cucitore di anime prima che di vestiti diventi Beato.“Non è difficile essere santi”. Era la frase che aveva ispirato Jan Tyranowski, e che lui ripeteva ai suoi ragazzi. E tra questi c’era Lolek, il diminutivo di Karol, che da grande sarebbe diventato San Giovanni Paolo II. C’è anche il nome di Tyranowski nell’informata di Servi di Dio di cui sono state proclamate le virtù eroiche sabato 21 gennaio. Finita la fase diocesana, finita la prima fase romana, manca solo un miracolo riconosciuto perché il sarto che fu un cucitore di anime prima che di vestiti diventi Beato.
Il Professor Renato Buzzonetti, medico personale di Giovanni Paolo II, è morto questa notte nella sua abitazione romana. Aveva 92 anni: era nato a Roma il 23 agosto 1924.
L’Italia è un Paese che per la sua conformazione geologica è ciclicamente esposto ai terremoti. L’ultima conferma risale al 24 agosto, quando un sisma in piena notte ha messo in ginocchio diversi paesi dell’Italia centrale. E quei paesi ieri hanno ricevuto la visita consolatrice e carica di speranza di Papa Francesco.
Il Papa arriva oggi ad Assisi, chiude un evento celebrativo iniziato già da qualche giorno con interventi, relazioni e saluti. Tutti inneggianti allo Spirito di Assisi, a quella atmosfera cioè che si creò 30 anni fa nella città di San Francesco quando Giovanni Paolo II guidò la preghiera comune di tutte le religioni per la pace.
Lo scopo del Congresso è quello di ricordare che il servizio fondamentale che la Chiesa rende al mondo – insieme con l’annuncio del Vangelo – è la celebrazione dell’Eucaristia, sacramento della Pasqua del Signore che lega i credenti in comunione mirabile con Cristo all’interno di una comunità fraterna. E' quanto spiega l'Arcivescovo Piero Marini, Presidente del Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali. E, sicuramente, anche il Congresso Eucaristico Nazionale di Genova - che si terrà dal 15 al 18 settembre - ribadirà la centralità dell'Eucaristia nella vita della Chiesa Italiana.
La Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia era permeata del loro spirito. Ovunque risuonava “Tak, tak, Panje” (Sì, sì, signore), la canzone più nota di un gruppo di rock religioso venuto fuori da un evento che ogni anno raduna in Polonia centinaia di migliaia di giovani. Perché i giovani di Lednica sono un pezzo della Polonia più pura. I diretti discendenti di quella generazione che 1050 anni fa fu battezzata e scelse il cristianesimo seguendo il re Mieszko I. Sono i giovani che scelgono Cristo, e ne fanno la ragione della loro vita.