Giussano, della Chiesa di Milano, ricorda il giudice Rosario Livatino accogliendone le reliquie dal 30 agosto al 2 settembre e "riflettendo sulla preziosità della sua figura e del suo esempio".
Nella "Masseria La Tenente" di Copertino, bene confiscato alla malavita organizzata nel 2014, in collaborazione con il comune di Copertino, ci sarà una mostra dedicata a Rosario Livatino, il magistrato ucciso da un’organizzazione mafiosa nel 1990 e proclamato beato nel 2021.la mostra “Sub tutela Dei. Il giudice Rosario Livatino” continua il suo tour dal 2022 e il sito della diocesi di Lecce la definisce "una tappa molto significativa nel territorio leccese".
Dal 10 al 15 gennaio prossimi il Tribunale di Trapani ospita una mostra davvero particolare e in luogo altrettanto insolito. Si tratta della mostra “Sub tutela Dei”, un percorso che descrive la vita privata e professionale del giudice Rosario Livatino, proclamato beato da Papa Francesco il 9 maggio 2021 in quanto “martire della fede a causa della giustizia”.
"È una gioia e un onore per me essere oggi con voi, e presiedere l’Eucaristia ricordando Rosario Angelo Livatino, magistrato e martire". Questa mattina, a Roma, presso la Corte Suprema di Cassazione, il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della CEI, ha presieduto la Santa Messa in memoria del Beato Rosario Livatino.
E' beato Rosario Livatino, il giudice ragazzino ucciso dalla mafia. E' il primo magistrato beato nella storia della chiesa. Oggi, domenica 9 maggio, alle 10, grande commozione nella Cattedrale di Agrigento, dove ha avuto luogo la Santa Messa con la cerimonia di beatificazione presieduta dal Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi. La festa del Beato sarà il 29 ottobre.
Domenica tra i presenti ad Agrigento alla liturgia per la beatificazione di Rosario Livatino ci sarà don Raffaele Grimaldi, ispettore dei cappellani, che ha voluto inviare un messaggio pastorale di Misericordia ai reclusi che si sono macchiati di sangue seguendo la via della illegalità e delle mafie e per invitarli ad una vera conversione di vita.
Domenica prossima “il giovane magistrato assassinato dalla stidda agrigentina verrà proclamato beato perché ucciso in odio alla fede. Una beatificazione che avviene in una ricorrenza di grande significato: il 9 maggio del 1993 papa Giovanni Paolo II nella messa celebrata nella Valle dei Templi lanciò un durissimo monito contro la mafia colpevole di calpestare il diritto santissimo di Dio e di uccidere vite innocenti. Ancora oggi sento vibrare nel mio cuore quel grido rivolto ai mafiosi con cui concluse la sua omelia: Convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!”. Così il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, intervenendo alla presentazione del docufilm sulla vita di Rosario Livatino.
"Picciotti, che cosa vi ho fatto?, riuscì a domandare, prima che il suo viso da Gesù bambino, come lo definì un suo amico, fosse deturpato dai proiettili. Erano le parole di un profeta morente, che dava voce alla lamentazione di un giusto che sapeva di non meritare quella morte ingiusta". A scriverlo è Papa Francesco nella prefazione del libro che il vescovo di Catanzaro, Vincenzo Bertolone, ha dedicato a Rosario Livatino, il “giudice ragazzino” che il 9 maggio sarà proclamato beato.
Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia nel 1990, sarà beatificato il prossimo 9 maggio. Lo ha annunciato il Cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento.
In vista della beatificazione di Rosario Livatino, l’Arcivescovo di Agrigento Cardinale Francesco Montenegro e l’Arcivescovo Coadiutore Monsignor Alessandro Damiano, hanno scritto una lettera alla comunità di Canicattì, la cittadina che ha dato i natali al magistrato ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990. La missiva nasce dalla resistenza della comunità natale del magistrato che si oppone alla traslazione della salma nella Cattedrale di Agrigento.
Rosario Livatino ha amato la società. Lo ha fatto guardando alla realtà e con quel senso dell'Infinito, che ha portato in ogni aspetto della propria vita.
L’umanità, l’amicizia e la gioia di vita di Rosario Livatino – il magistrato siciliano ucciso dalla mafia nel 1990 – passa anche attraverso i banchi di scuola, in relazione con i compagni di classe e i docenti. Una testimonianza importante che abbiamo raccolto in dialogo con il professor Giuseppe Palilla, presidente dell’associazione “Amici del giudice Rosario Livatino” e compagno di liceo del magistrato siciliano.
Non cercava consensi, riuscendo a mantenere a debita distanza tutto ciò che poteva esporlo alle luci della ribalta. È questo uno dei tratti più sorprendenti di Rosario Livatino, il magistrato siciliano ucciso in un agguato mafioso nel 1990 a cui la Chiesa ha recentemente riconosciuto i requisiti specifici del martirio cristiano.
Rosario Livatino, proposto come modello di autentico cristiano, era un giurista. Laureato, con lode, in Giurisprudenza, vice direttore per un breve periodo presso l'Ufficio del Registro di Agrigento, nel 1978 si classificò tra i primi al concorso per uditore giudiziario, entrando nei ruoli dell'Ordine giudiziario.
Rosario Livatino, “martire della giustizia”: lo dichiarava già così la stele in suo ricordo sulla statale 640 di Porto Empedocle-Caltanissetta, luogo in cui fu ucciso dalla stidda agrigentina, il 21 settembre 1990.
“Ho prestato giuramento; da oggi quindi sono in magistratura. Che Iddio mi accompagni e mi aiuti a rispettare il giuramento e a comportarmi nel modo che l’educazione che i miei genitori mi hanno impartito, esige”.
Papa Francesco ha riconosciuto il martirio del magistrato Rosario Angelo Livatino, ucciso dalla mafia nel 1990. Il Pontefice ha riconosciuto la sua uccisione in odio alla fede. Livatino era nato il 3 ottobre 1952 a Canicattì ed è stato ucciso da un commando mafioso sulla strada tra Canicattì ed Agrigento il 21 settembre 1990. Il martirio del giudice Livatino si aggiunge a quello del Beato Giuseppe Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia nel 1993.
Trent'anni fa cadeva ucciso per mano della mafia il magistrato Rosario Livatino.
I giorni di un innamoramento, la fine del dolce sogno d'amore, l'ingresso in magistratura, la coscienza della propria scelta e del proprio compito, il dolore per l'assassinio di Aldo Moro e per la morte di Papa Paolo VI...Le messe e le soste in chiesa, la preghiera e il pensiero costantemente rivolto a Gesù, per chiedere aiuto, luce, conforto.
Martire della giustizia e indirettamente della fede. Così Giovanni Paolo II nel 1993 aveva definito Rosario Livatino incontrando i genitori del giudice ucciso dalla mafia.